Una contro tutte: le sorelle Williams

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Una contro tutte: le sorelle Williams

Dal 1975, 28 giocatrici hanno occupato la prima posizione del ranking mondiale. Ripercorriamo le loro storie. Oggi è il turno di Venus e Serena Williams

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Fiumi di inchiostro, serie tv e per ultima anche una pellicola cinematografica hanno tentato di raccontare l’affascinante storia di rivalsa di due ragazze afroamericane tra gli anni ’80 e ’90 del secolo scorso che hanno raggiunto le più alte vette del tennis professionistico – notoriamente, uno sport “per bianchi”. Venus e Serena hanno fatto la storia del tennis dentro e, ancor più, fuori dal rettangolo di gioco. Hanno rivendicato e rivendicano sacrosanti diritti civili e sociali quali l’uguaglianza tra i sessi e quella razziale. Diritti civili che continuano a latitare nel paese che si autodefinisce il più democratico del mondo e il promotore per eccellenza della libertà individuale.

Chi vi scrive, ha come obiettivo quello di provare a raccontare l’ascesa al vertice del tennis mondiale di due delle tenniste più forti di sempre prendendo le mosse dai momenti sportivi più significativi, cercando di lasciare da parte l’aspetto individuale e sociale che sta dietro le loro imprese sportive e la ricezione della loro personalità nel mondo del tennis statunitense e mondiale. Ma c’è di più. Devo confessare di essere cresciuta nel mito di Serena, osservando le sue gesta nel rettangolo da gioco fin da bambina, nel piccolo circolo di provincia che è stata la mia seconda casa, ammirando la forza, la tenacia, la grinta di una vera guerriera, tentando – con goffi tentativi ad essere sinceri, di replicare i suoi movimenti e i suoi gesti in campo. Essere imparziali sarà una sfida ardua ma non ci esimeremo dal provarci.

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Venus: la venera nera

Iniziamo con la più grande delle sorelle Williams, la prima a debuttare nel circuito maggiore e a raggiungere la vetta del ranking. Venus è diventata una tennista professionista alla tenera età di 14 anni: il suo primo torneo lo giocò ad Oakland alla fine dell’ottobre 1994, vincendo la sua partita d’esordio contro la connazionale Shaun Stafford 6-3 6-4. Perse, al secondo turno, per mano della numero due del mondo Arantxa Sanchez Vicario, sebbene si fosse trovata avanti un set e un break.

A differenza di quanto capitato alla sua collega Jennifer Capriati, Venus ebbe bisogno di qualche anno nel circuito prima di trovare le misure giuste del suo gioco per vedersela con le grandi. Si fa notare dal grande pubblico solo nel settembre 1997 quando raggiunse una sorprendente finale a Flushing Meadows. Nell’ultimo atto del torneo, finiva annichilita da Martina Hingis con un perentorio 6-0 6-4.

A soli 18 anni, nel 1998, raggiungeva almeno i quarti di finale in tutti gli Slam dell’anno e si aggiudicava il primo di una lunga serie di titoli WTA (saranno 49 in singolare e 22 in doppio), a febbraio in Oklahoma sia in singolare che in doppio, in coppia con la sorella Serena. Il mese successivo batteva Hingis in semifinale e Kurnikova in finale per aggiudicarsi il prestigioso titolo a Miami.

La definitiva ascesa all’Olimpo del tennis coincise col l’inizio del nuovo millennio. Nonostante un infortunio ai polsi l’avesse costretta a saltare i primi quattro mesi della stagione, Venus si presentò a Church Road mostrando il suo miglior tennis, sbaragliando le avversarie: divenne la prima tennista afroamericana dell’Era Open a conquistare Wimbledon e lo fece sia in singolare che in doppio (manco a dirlo, in coppia con Serena).

Iniziava una serie di vittorie consecutive (35) che le consentirono di mettere in bacheca il secondo Slam della carriera, stavolta a New York e l’oro alle Olimpiadi di Sydney. Anche qui, l’oro fu doppio, conquistato anche nel doppio con Serena.

Il 2001 iniziò con la conquista dell’Australian Open in doppio ma è ricordato dai più, per l’inizio del boicottaggio delle sorelle Williams del torneo di Indian Wells: a pochissimi minuti dalla semifinale che vedeva Venus opposta a Serena, la maggiore si ritirò per un problema al ginocchio destro. La reazione del pubblico fu decisamente eccessiva: nel giorno della finale, il padre Richard e Venus vennero sommersi dai fischi mentre si accomodavano in tribuna per vedere la partita di Serena, anch’essa oggetto di insulti di matrice razzista durante il match.

Per il secondo anno consecutivo, Venus fu regina a Wimbledon e anche a New York, nella prima partita della storia dell’Era Open disputata tra sorelle – il precedente, si giocò a Wimbledon nel 1884 tra le sorelle Watson. Non bisognerà attendere molto per rivivere la sfida di famiglia tra le due: al Roland Garros 2022 fu ancora finale Williams vs. Williams. A vincere però fu Serena, dando il via a una striscia di cinque vittorie consecutive sulla sorella maggiore in finale nei tornei Grand Slam.

Il 2002 fu anche l’anno della conquista della vetta del ranking per Venus: ci resterà solamente 11 settimane non consecutive. Se non fosse abbastanza, il 10 giugno 2002 per la prima volta nella storia del tennis, due sorelle occupavano la prima e la seconda posizione del mondo.

Il dominio di Venus venne fin troppo velocemente compromesso dalla repentina crescita della sorella Serena e dal duo belga Kim Clijsters e Justine Henin.

In quasi trent’anni di una carriera ancora in corso, Venus ha conquistato 7 titoli del Grand Slam (cinque volte a Wimbledon e due allo US Open), raggiungendo la finale in tutti e quattro. In doppio, ha messo in bacheca ben 14 tornei del Grand Slam. Ad oggi, è la tennista con più medaglie olimpiche nella storia (5): un oro in singolare, quattro ori in doppio e un argento in doppio misto.

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SCONFITTE DA NUMERO 1 SUBITE DA VENUS WILLIAMS

2002K. Clijsters – VENUS WILLIAMS1-6 6-3 6-4Amburgo
2002S. Williams – VENUS WILLIAMS7-6(4) 6-3Wimbledon (F)

Serena: l’ascesa, il ritorno, il dominio

Potenti e muscolarmente dotate, con due fondamentali esplosivi e un buon gioco di volo, le sorelle Williams hanno cambiato le dinamiche dello sport “dei gesti bianchi”. Anche più di Venus, spesso più elegante nei movimenti, Serena ha saputo sfruttare la grande potenza che era in grado di generare coi colpi da fondo per annichilire le sue avversarie, certamente più strategiche ma decisamente meno potenti.

L’esordio nel circuito professionistico di The Queen avvenne lo stesso anno in cui la sorella raggiungeva la prima finale Slam nel 1997. Più precoce ed esplosiva di Venus, Serena conquistava il primo titolo della sua lunga carriera già nel 1999 e lo faceva vincendo due tornei consecutivi, prima Parigi poi Indian Wells, dando inizio a una prepotente ascesa ai vertici del tennis mondiale.

A settembre giunse rapidamente anche la prima vittoria Slam, in finale sull’allora numero uno del mondo, Martina Hingis, diventando la seconda atleta afroamericana della storia a vincere lo Slam newyorkese (la prima fu Althea Gibson nel 1958).

Il 2002 fu l’anno della definitiva affermazione: con la vittoria al Roland Garros, a Wimbledon (in singolare e in doppio) e agli US Open, detronizzava la sorella maggiore dalla vetta del ranking ma la sua permanenza là, sopra a tutte, sarebbe durata molto di più.

Con la conquista dell’Australian Open 2003 completava il Career Grand Slam ma, a causa di una serie di infortuni, non disputò più alcun incontro dopo Wimbledon (sconfitta dalla sorella in finale), lasciando il trono WTA a Kim Clijsters dopo 57 settimane di permanenza. Si aprì una finestra temporale abbastanza lunga in cui Serena non riuscirà, non solo a riprendersi la vetta del ranking ma anche a conquistare titoli importanti (fatta eccezione per l’Australian Open 2005) e bisognerà attendere il 2008 prima di rivederla al top della forma. In questi anni, la sconfitta più sorprendente arrivò in finale a Wimbledon nel 2004 dove una giovanissima 17enne Maria Sharapova conquistò il trofeo a Church Road.

Fu grazie alla conquista dello Slam newyorkese nel 2008, ai danni di Jelena Jankovic, a restituire a Serena il titolo di “più forte del mondo”. La competizione e la qualità delle avversarie in questo periodo sono straordinarie e The Queen non riuscì a imporsi definitivamente: dovette cedere lo scettro a Jankovic, Safina, Wozniacki, Clijsters, Azarenka, Sharapova. A fermarla definitivamente ci penseranno i guai fisici: tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011 un infortunio al piede e un’embolia polmonare seria la tennero lontano dai campi per oltre sei mesi. Esce, per la prima volta dall’esordio, dalle prime 100 giocatrici del mondo.

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Il vero dominio di Serena però deve ancora cominciare. E inizia veramente solo nel 2013. Conquistata la prima posizione del ranking il 17 febbraio 2013, vi è restata continuativamente fino all’11 settembre 2016. 186 settimane consecutive, come la sola Steffi Graf era stata in grado di fare. Vinse Brisbane, Miami, Charleston, Madrid, Roma, Roland Garros, Bastad, Toronto, US Open, Pechino, WTA Finals. 11 titoli in una sola stagione, 78 partite vinte e solo 4 sconfitte – una percentuale del 95,12%!

Il 2015, che tutti gli italiani ricordano (o almeno, dovrebbero ricordare) è stato l’anno del grande sogno infranto. Fu l’anno dell’ottavo titolo a Miami e del ritorno a Indian Wells dopo il famoso boicottaggio. Mise in fila Australian Open, Roland Garros e Wimbledon, mettendo in bacheca il Serena Slam per la seconda volta in carriera (vincere US Open nell’anno solare che precede la vittoria negli altri tre Slam). A settembre sono già 21 titoli del Grand Slam in bacheca e, a separarla dalla conquista del Grande Slam trovò la piccola grande Roberta Vinci. Il resto è storia, e la conoscete già.

In questi tre anni e mezzo di dominio assoluto, una sola giocatrice è stata in grado di batterla più volte sia sul veloce che sul Centrale di Church Road: Alizé Cornet. La francese nel 2014 è stata la vera kriptonite di Serena col suo gioco vario e imprevedibile e l’atteggiamento ai limiti del fair-play che, forse, infastidivano la grande diva del tennis ancora più che gli schemi tattici e le variazioni di gioco.

All’Australian Open 2017 mentre è in dolce attesa della primogenita Olympia, Serena fu per l’ultima volta “la tennista da battere”. Con questo successo, ha portato il conto dei suoi titoli Slam a 23, a un passo dal record di Margaret Court.

SCONFITTE DA NUMERO 1 SUBITE DA SERENA WILLIAMS

2002C. Rubin – SERENA WILLIAMS6-2 4-6 7-5Los Angeles
2002K. Clijsters – SERENA WILLIAMS7-5 6-3WTA Finals
2003J. Henin – SERENA WILLIAMS6-3 6-4Charleston
2003A. Mauresmo – SERENA WILLIAMS1-6 7-5 6-3Roma
2003J. Henin – SERENA WILLIAMS6-2 4-6 7-5Roland Garros (SF)
2008L. Na – SERENA WILLIAMS0-6 6-1 6-4Stoccarda
2009E. Dementieva – SERENA WILLIAMSNDParigi
2009V. Williams – SERENA WILLIAMS6-1 2-4 7-6(3)Dubai
2009V. Azarenka – SERENA WILLIAMS6-3 6-1Miami
2009K. Koukalova – SERENA WILLIAMS6-4 3-6 6-1Marbella
2010E. Dementieva – SERENA WILLIAMS6-3 6-2Sydney
2010J. Jankovic – SERENA WILLIAMS4-6 6-3 7-6(5)Roma
2010N. Petrova – SERENA WILLIAMS4-6 6-2 6-3Madrid
2010S. Stosur – SERENA WILLIAMS6-2 6-7 8-6Roland Garros
2013M. Bartoli – SERENA WILLIAMSNDDubai
2013S. Lisicki – SERENA WILLIAMS6-2 1-6 6-4Wimbledon
2013V. Azarenka – SERENA WILLIAMS2-6 6-2 7-6(6)Cincinnati
2014A. Ivanovic – SERENA WILLIAMS4-6 6-3 6-3Australian Open
2014A. Cornet – SERENA WILLIAMS6-4 6-4Dubai
2014J. Cepelova – SERENA WILLIAMS6-4 6-4Charleston
2014P. Kvitova – SERENA WILLIAMSNDMadrid
2014G. Muguruza – SERENA WILLIAMS6-2 6-2Roland Garros
2014A. Cornet – SERENA WILLIAMS1-6 6-3 6-4Wimbledon
2014V. Williams – SERENA WILLIAMS6-7 6-2 6-3Montreal
2014A. Cornet – SERENA WILLIAMS5-6 RIT.Wuhan
2014S. Stosur – SERENA WILLIAMSNDPechino
2014S. Halep – SERENA WILLIAMS6-0 6-2WTA Finals
2015S. Halep – SERENA WILLIAMSNDIndian Wells
2015P. Kvitova – SERENA WILLIAMS6-2 6-3Madrid
2015C. Mchale – SERENA WILLIAMSNDRoma
2015K. Koukalova – SERENA WILLIAMSNDBastad
2015B. Bencic – SERENA WILLIAMS3-6 7-5 6-4Toronto
2015R. Vinci – SERENA WILLIAMS2-6 6-4 6-4US Open (SF)
2016A. Kerber – SERENA WILLIAMS6-4 3-6 6-4Australian Open (F)
2016V. Azarenka – SERENA WILLIAMS6-4 6-4Indian Wells
2016S. Kuznetsova – SERENA WILLIAMS6-7 6-1 6-2Miami
2016G. Muguruza – SERENA WILLIAMS7-5 6-4Roland Garros (F)
2016E. Svitolina – SERENA WILLIAMS6-4 6-3Olimpiadi
2016K. Pliskova – SERENA WILLIAMS6-2 7-6(5)US Open (SF)

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