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ATP Montecarlo: Sinner-Rune finale anticipata? Intanto la “volpe rossa” è terzo nella Race. E mira al podio ATP, non solo alle finali di Torino
Con Alcaraz e Rune il magnifico trio young punta a mandare in pensione Djokovic e Nadal, a cacciare indietro quelli di mezz’età, Medvedev, Zverev e Tsitsipas. Per Musetti un futuro da top-ten?

Speravo in una battaglia che non c’è stata. Non che ci credessi troppo a dire il vero. Di Sinner – l’ho scritto ormai non so più quante volte – fa impressione la sua straordinaria solidità mentale. Pazzesca per un ragazzo che non ha ancora 22 anni. I 18 matchpoint annullati in 8 incontri fanno testo. Ma lo fanno anche le sue tre semifinali consecutive nei primi 3 Masters 1000 dell’anno.
Nessuno c’era riuscito, neppure i famosi fenomeni, i celeberrimi Fab Four, alla sua età. Conseguenza inevitabile di tutto ciò è che oggi Jannik è già terzo nella Race. Ho la netta e fantastica sensazione che quel suo attuale best ranking, n.8, sia una posizione davvero provvisoria. Sensazione condivisa dai più fra gli addetti ai lavori: sia dai miei colleghi più esperti e meno inclini ai facili trionfalismi, sia dai colleghi di Jannik scelti fra coloro che siano compresi fra i giocatori non banalmente politically correct.
Alcaraz, Sinner e Rune sono i tre top player che tutti paiono indicare sul podio del tennis mondiale, una volta che anche Novak Djokovic si sarà arreso all’anagrafe.
Più loro tre, in lizza soprattutto con Medvedev e Zverev, più che Ruud, Aliassime e lo stesso Tsitsipas che comunque sul podio ci è già salito anche se quest’anno sembra non indovinarne una. Chi mai avrebbe pensato che avrebbe perso dall’amico Fritz anche sulla prediletta terra dei principi, dove aveva trionfato nelle ultime due edizioni? Una doppia sorpresa anche scoprire un Fritz improvvisamente terraiolo!
Ma Rublev, che da Fritz ci ha perso le ultime 3 volte, e 4 su 6 anche se mai i due si sono affrontati sulla terra battuta, ha ammonito il resto del plotone: “Lui ha sempre preso rischi enormi, ha sempre tirato a tutta forza…solo che fino a un anno fa il 50% delle volte i suoi tiri finivano fuori e ora invece stanno parecchio dentro, anche troppo…” ha detto con un sorriso dei suoi. Adoro Rublev, è un ragazzo genuino, vero, simpatico. Ciò non toglie che dovendo affrontare domani Fritz, e secondo le quotedei bookies da favorito, può anche essere che Andrey abbia voluto mettere le mani avanti. D’altra parte 3 sconfitte consecutive, ovunque avvenute, non si dimenticano tanto facilmente.
Insomma… di certo non dimenticherà le sue tre sconfitte consecutive di fronte a Sinner, la Volpe Rossa venuta giù dalla montagna, neppure il buon Musetti, l’artista di Carrara venuto su dal mare sotto il riverbero dei marmi bianchi di Carrara e che l’Equipe ha ribattezzato subito “Lorenzo il Magnifico” nel titolo dell’articolo che raccontava il suo exploit ai danni del n.1 del mondo più n.1 di sempre. 382 settimane, 72 più di Roger Federer. E “uno che lo devi battere 10 volte se lo vuoi battere anche una sola”. Lorenzo Musetti ipse dixit.
Lorenzo quando viene in conferenza stampa e ti parla ti dà sempre almeno due o tre titoli. Jannik di solito non te ne dà neppure uno. Lorenzo è Becker, Jannik è Edberg. Però ieri Jannik ha fatto eccezione quando – in risposta a una mia domanda che gli faceva presente come anche oggi con Musetti e in una partita vinta 6-2,6-2 avesse però concesso 5 pallebreak, insomma volendo significare un servizio non irresistibile – ha ammesso che “se dovessi scegliere il colpo sul quale lavorare di più è il servizio… – per poi aggiungere però – ma insomma oggi quando ho dovuto affrontare quelle pallebreak ho sempre servito molto bene”.
Aveva ragione. Senza un super servizio oggi non si sale sl podio dei primi tre del mondo. Non c’è verso. Il servizio di Nole Djokovic è stato spesso sottovalutato, ma invece dai suoi 25 anni in poi è diventata un’arma micidiale. E anche quello di Rafa Nadal, favorito dal suo essere mancino, e soprattutto sulle traiettorie esterne nei punti che di solito contano di più, nella fase più avanzata della carriera, è diventato un signor servizio. Percentage tennis direbbero gli americani sia per Djokovic sia per Nadal, perché i due fenomeni sono stati tali soprattutto per la continuità delle loro esecuzioni, match per match, torneo per torneo, anno per anno.
Proprio questa percentage tennis è ciò che sta sempre più avvicinando Sinner ai grandi di cui sto parlando. La solidità dei suoi fondamentali sta diventando impressionante, di errori di rovescio ne fa sempre meno, quello incrociato non lo sbaglia quasi mai, quello lungolinea gli viene meno naturale quando palleggia da fondocampo… ma se uno gli viene a rete ecco che d’improvviso diventa micidiale. Chiedere a Musetti per informazioni. Lo ha infilato spesso proprio su quel lato, Lorenzo non ci è arrivato neppure potendo contare sulla maggiore apertura che si ha sul lato del dritto.
Sul discorso pressione, che spesso viene citata nelle domande come un problema, a chi gli cita Tomba e la Pellegrini da cui tutti si aspettavano sempre soltanto imprese mirabolanti, Sinner ha le idee chiare, chiarissime: “In tutti gli sport c’è pressione, sia quando fai certi risultati, sia quando non li fai. Ma ho scelto io di giocare a tennis, non altri. E fa parte del gioco. Non deve essere un vero problema, diverso da altri, da come giocare bene, al meglio, i punti importanti”.
Beh, anche qui Jannik ha ragione. Del resto su come lui se la cavi sui punti più importanti di tutti, sui matchpoint ne ho già parlato a più riprese.
Finale a Rotterdam, battuto soltanto dal “mostro” Medvedev, vittoria a Montepellier, semifinale a Indian Wells, finale a Miami, semifinale a Montecarlo (e non è finita vero?), l’escalation di Sinner non si discute. Un Sinner che spende parole buone, e in questo caso non di circostanza, per Musetti: “Battere Djokovic nel modo in cui lo ha fatto lui ieri e poi rigiocare il giorno dopo senza risentirne fisicamente e mentalmente è quasi impossibile…Lorenzo ha dimostrato di essere molto forte e lo dimostrerà ancora… anche sul cemento” dice Jannik a chi gli aveva teso una piccola trappola sugli specialisti di superficie, come esistevano una volta, dagli spagnoli che disertavano campi duri e erba (“Quella è per le vacche” dicevano tutti prima che Manolo Santana trionfasse a Wimbledon 1966… ma poi anche dopo), agli americani che sulla terra rossa la palla la prendevano quasi sempre poco e male (Courier e Chang sono state eccezioni alla regola… Sampras), ai grandi servitori… idem.
Mi sono sbilanciato, si fa per dire, sul futuro di Sinner top-3, non l’ho ancora fatto con Musetti. Fra i due ventunenni ci sono pochi mesi, ma come ha detto Lorenzo: “Jannik ha molta più esperienza di me a livello di circuito ATP, di grandi tornei, grandi duelli con grandi avversari”.
Lorenzo sa di dover imparare a giocare più vicino alla riga di fondocampo –a) non tutti sono Medvedev! –b con il rovescio a una mano riuscire a rispondere bene su traiettorie liftate e a palle che finiscono sopra la spalla senza arretrare non ci riusciva troppo bene neppure Federer – sa di dover migliorare anche lui il suo servizio, croce e delizia. Ha giornate in cui le prime di battuta gli entrano pochissimo e altre invece no.
Insomma se Sinner sta “evolvendo” quest’anno e soprattutto in quest’ultimo periodo, diamo a Musetti che è più giovane un po’ di tempo in più.
E datelo anche al sottoscritto allora, per “decretare” – scherzo eh – se Musetti diventerà un top-ten oppure no. Vero che più ci si inerpica in alto e più difficile diventa fare grandi balzi, ma se a Sinner n.8 del mondo si chiede di diventare un top-3, si parla di 5 sorpassi.
A Musetti che è n.21 di sorpassi se ne chiedono almeno 11. Nel 2024 avremo forse tutti le idee più chiare.
Intanto per oggi speriamo che non piova, le previsioni meteo sono bruttine ma qui spesso si sono sbagliati, e speriamo che Jannik batta anche Holger Rune vendicando la sconfitta di Sofia 2022, quando Jannik fu costretto al ritiro nel terzo set per essersi storto una caviglia. Un collega ha accennato a quel ritiro e subito Jannik, con l’abituale onestà, ha precisato: “Sì, è vero che mi sono ritirato, ma lui stava già vincendo 5-2 in quel set…”.
Insomma non sarà facile. E non era facile udire da un tennista quel che dicono invece molti appassionati, e cioè che Sinner-Rune ha il sapore di una finale anticipata.
Sotto sotto sono portato a pensarla così anch’io. Poi magari va a finire che il torneo lo vince Fritz!
Gli organizzatori forse avrebbero preferito che dalla parte bassa del tabellone uscisse fino alla finale ancora Tsitsipas, perché né Fritz né Rublev fanno “impazzire” la gente. E Tsitsipas contro un italiano sarebbe stata per loro la finale ideale, anche se non lo diranno mai neppure sotto giuramento. Così come non diranno mai che la finale che non avrebbero mai voluto vedere, e che è stata scongiurata dalla vittoria di Rune su un Medvedev certamente provato dalla maratona con Zverev conclusa alle 23 della sera prima, sarebbe stata quella tutta russa Rublev-Medvedev.
Qua il commento a caldo del direttore sulla giornata a Monte Carlo: guarda “Il punto di Ubaldo” su Instagram:
ATP
Roland Garros, Medvedev dopo l’eliminazione: “Ripenserò a questa partita per molto tempo. Contento sia finita la stagione su terra”
“Ci sono cose di questa superficie che non mi piaceranno mai” – dichiara Daniil Medvedev, già fuori dal Roland Garros. “Però la vittoria a Roma è stata straordinaria”

Daniil Medvedev, suo malgrado, ha regalato la sorpresa fin qui più grande del Roland Garros 2023. La sconfitta con Seyboth Wild, n° 172 ATP, per di più dopo che sembrava che il “mal di terra” gli fosse passato con il titolo romano, ha fatto scalpore tra gli appassionati, e c’era grande attesa per capire quello che avrebbe dichiarato il russo in conferenza stampa a fine match. E, come sempre, il n° 2 del mondo non le ha mandate a dire, soprattutto quando è tornato a parlare del suo rapporto con il rosso, stuzzicato ancora una volta dai giornalisti.
D. Daniil, non deve essere facile per te. Puoi riassumere però il match in poche parole?
DANIIL MEDVEDEV: “Partita difficile, non so cosa dire. Non la guarderò nuovamente in TV ma credo che Seyboth Wild abbia giocato bene, e io non credo di essermi espresso così male. Se continuerà a giocare così, credo possa arrivare entro la fine dell’anno nei primi 30. Spero che anche nei prossimi match disputi partite allo stesso livello, altrimenti ne rimarrei deluso e mi chiederei: perché ha giocato così bene proprio contro di me?”.
D. Sei sembrato infastidito nei confronti del pubblico in qualche momento. Qual era il tuo feeling?
DANIIL MEDVEDEV: “È andata bene. L’unico problema è stato quando ho chiesto alla giude di sedia di controllare una pallina che secondo me era molto vicina alla riga. Stavo discutendo con lei sul rimbalzo della palla e ho detto semplicemente al pubblico di zittirsi, perché non stavo dialogando con loro. Per il resto, nessuna criticità”.
D. È parso che tu abbia faticato ad adattarti al vento. È stato particolarmente difficile per te?
DANIIL MEDVEDEV: “È stato difficile, sì. È strano perché c’è lo stesso vento da 6 giorni a questa parte, cosa che non ho mai visto a Parigi. Ma è parte del gioco, sia quel che sia. Di certo, con queste palline pesanti, adattarsi al vento non è stato semplice. Penso che alcuni giocatori, come il mio rivale odierno, o come Alcaraz, o in parte come Tsitsipas hanno un grande vantaggio, perché possono creare potenza facilmente, cosa che io non posso fare. Il vento è certamente tra i motivi per cui ho perso”.
D. Eri scontento della tua attitudine nella fase finale della partita? Sembrava scuotessi la testa come se non fossi soddisfatto di qualcosa…
DANIIL MEDVEDEV: “Non direi che ci sia stato questo tipo di problema. Possiamo chiamare quel momento ‘me contro me stesso’. Niente a che vedere con l’attitudine. Penso di essermi battuto bene e di essere stato bene in campo fisicamente. Cioè, adesso mi sento un po’ stanco ma quando perdi il tuo corpo crolla più rapidamente verso il basso. Se avessi vinto non sarei così stanco ora. E anche mentalmente ho combattuto parecchio e sicuramente sono molto dispiaciuto per il risultato. Penserò per una settimana a questo match, ma al momento non ricordo di aver fatto nulla di così sbagliato, a parte i doppi falli causati dal vento”.
D. Quando giochi contro qualcuno più in basso di te in classifica, ma che si sta esprimendo splendidamente, pensi che prima o poi il livello si possa bassare oppure no? Ti ha sorpreso il fatto che non sia successo?
DANIIL MEDVEDEV: “Beh, lui è calato solo un set e ne ho approfittato. Ha fatto qualche errore nel tie-break del secondo, ma in generale ribadisco che ha giocato in modo ottimale, forse leggermente aiutato da qualche mio errore. Ha vinto lo US Open Junior, se non sbaglio, quindi sa giocare a tennis. È solo che la sua vita potrebbe essere molto migliore se giocasse sempre così. Più soldi e più sponsor, oltre a titoli importanti. Ma non deve giocare così solo sullo Chatrier, bensì su diversi campi e in diversi contesti. Credo sia capace di farlo, ma vedremo in futuro”.
D. Probabilmente il risultato di oggi mette fine alla tua stagione su terra nel 2023. Come descriveresti il tuo rapporto con la terra battuta fino ad ora?
DANIIL MEDVEDEV: “Non è cambiato il fatto che ogni volta che finisce la stagione su terra sono contento. Sono contento e ancora contento. Non mi importa a che livello del torneo io arrivi, l’importante è che finisca. Sono contento perché c’era vento, il campo era secco, e mi è entrata la terra in bocca già nel terzo gioco. Tutte cose che non mi piacciono. Non so se ad altri piaccia mangiare la terra, averla nelle borse, nelle scarpe, nelle calze. Devi buttare tutto in pattumiera alla fine della stagione. A me questo non piace. Avrò un periodo di stacco e di questo sono felice, perché devo ritrovare buona sensazioni. Un po’ di relax nei prossimi giorni, starò un po’ a Parigi, anche se c’è la terra (sorride, ndr)”.
D. Quanto sei contento di giocare invece sull’erba ora? Cosa ti aspetti dal pubblico per il fatto che lo scorso anno russi e bielorussi sono stati estromessi da Wimbledon e quest’anno riammessi?
DANIIL MEDVEDEV: “Sai, non possiamo controllare queste cose. Se le persone decidono di essere dure, non possiamo farci molto. Se invece saranno carine, meglio. Prima di Wimbledon vorrei andare ad Halle, dove ho giocato bene lo scorso anno, ma poi chiaramente sono entusiasmato dal poter andare a Wimbledon. Non posso dire che ami l’erba, ma sicuramente la preferisco alla terra. Cercherò di fare meglio ai Championships rispetto alle annate passate”.
D. Tornando per un instante alla domanda sul tuo rapporto con la terra rossa, ci hai detto che sei contento sia finita questa stagione, ma hai fatto uno step di apprezzamento in più dopo la vittoria a Roma?
DANIIL MEDVEDEV: “Certo, questo al 100%. E ripeto che nel match di oggi ho giocato bene. Ci ho provato, perlomeno. Ho sentito di aver fatto quello che potevo, semplicemente non sono riuscito a vincere contro un avversario che ha giocato bene. Ma Roma è stata incredibile, perché non avrei mai pensato di vincere nemmeno un torneo su terra, figuriamoci un Masters 1000. L’anno prossimo potrei essere ancora più motivato nel migliorare i successi di quest’anno”.
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Roland Garros: ribaltone Zeppieri! Bublik sconfitto al quinto set
Il romano Giulio Zeppieri vince per la prima volta in un tabellone Slam, venendo dalle qualificazioni. Eliminato al quinto kazako: ora sfida a Ruud

G. Zeppieri [Q] b. A. Bublik 6-0 4-6 4-6 6-3 7-5

Giulio Zeppieri vince il primo match in carriera nel tabellone principale di uno Slam! Alexander Bublik si arrende in cinque set dopo 3 ore e 20 di battaglia: bravissimo il romano a rimanere agganciato al match quando è stato sotto 2 set a 1 e a ribaltare tutto nel quarto e nel quinto set, tornando a giocare un tennis aggressivo e coraggioso. “Zeppo” che non si è fatto condizionare dalla pazzia del suo avversario, ma è rimasto concentrato sul suo tennis: adesso sfida nel secondo turno a Casper Ruud.
Approccio al match decisamente rivedibile da parte di Bublik che quasi prende come uno scherzo il match tra risposte con i piedi vicino alla linea del servizio, palle corte sconclusionate, doppi falli e qualche servizio da sotto. Dal canto suo Zeppieri non si fa distrarre, sul suo servizio non concede praticamente nulla e quando lo scambio si allunga in risposta arriva generalmente un errore da parte del suo avversario. Il primo set scorre via velocissimo con pochissimo spazio di riflessione tra un punto e l’altro e il tennista romano se lo aggiudica per 6-0 in poco meno di 20 minuti.
Il kazako pone un po’ più di attenzione a inizio secondo set, Zeppieri si distrae un attimo e paga subito subendo il break in apertura di parziale con un paio di errori con il dritto. Il giocatore italiano recupera solidità con il servizio e sul 3-2 arriva il contro-break con un bel recupero di rovescio sulla palla corta, un errore di dritto di Bublik e una splendida risposta bassa che non permette al giocatore di origini russe di giocare una demi-volée competitiva. L’azzurro continua a giocare in modo troppo contratto e poco sciolto, cerca di uscire frettolosamente dallo scambio con la palla corta, ma il kazako gioca due punti con grande attenzione e si riprende il break di vantaggio, andando avanti 4-3. Un break che basta al numero 51 del mondo per vincere per 6-4 il secondo set: la smorzata funziona sempre meglio e sorprende sempre più spesso Zeppieri che ha perso sicurezze e tranquillità rispetto alla prima parte di match.
Terzo set che comincia sui binari nell’equilibrio: nessuno dei due prende il sopravvento dopo due set andati via rapidamente. Le prime possibilità ce le ha Zeppieri in risposta nel quarto gioco, andando sullo 0-40 con un doppio fallo e un errore a rete banale di Bublik, ma il kazako serve benissimo per annullare tutte e tre le palle break, compresa una seconda di servizio sulla riga. Il tennista romano commette qualche imperfezione sul 3-3, non viene aiutato dalla prima e concede una palla break, ma Bublik risponde con i piedi dentro al campo e non riesce a far partire lo scambio. Zeppieri incappa in un brutto game sul 4-4: sbaglia un comodo rovescio e una volée di rovescio sopra la rete e concede il break al giocatore di Gatcina che chiude senza problemi con la battuta il set sul 6-4.
Nel terzo gioco del quarto set, Zeppieri si ritrova in una situazione difficile, concedendo una palla break, ma gioca con coraggio, buttandosi avanti sulla prima di servizio e nei successivi due punti si prende rischi che pagano con il pressing di dritto. L’azzurro concede due palle break anche sul 3-3, ma le annulla aggrappandosi ancora al servizio e spingendo con i colpi di inizio gioco, riuscendo a far giocare Bublik in posizioni scomode e con i piedi fuori dal campo. Il ragazzo di Roma, dopo aver scampato il pericolo, ottiene il break che lo porta sul 5-3: una gran risposta e un dritto lungolinea e poi un brutto dritto in chop dell’avversario. Il kazako perde la pazienza, fracassa la racchetta Zeppieri trascina tutto al quinto set tenendo la battuta senza alcun problema a zero.
Anche nel quinto set Zeppieri inizia all’insegna del coraggio: una palla break da affrontare sotto 0-1 e un dritto all’incrocio delle righe dal centro del campo per annullarlo. In questa fase equilibrata della partita è proprio il dritto a dare soddisfazioni al giocatore romano anche in risposta, nel terzo game si ritrova 15-30, ma non riesce ad arrivare a palla break. Bublik ha un’altra palla break sul 2-1, ma ancora l’azzurro spinge con coraggio e spregiudicatezza sin dal primo colpo con il dritto e annulla la seconda chance del 3-1 con un errore di dritto del kazako che gioca con maggiore tensione rispetto agli altri momenti del match. I turni di battuta di servizio vanno via in maniera più rapida. La pressione si fa ancora sentire per il numero 51 del mondo: un errore di rovescio e un doppio fallo sul 5-5 per concedere due palle break all’azzurro che si prende l’occasione di andare a servire per il match con un altro errore dalla parte sinistra dell’istrionico kazako. Zeppo scaglia un ace, arriva benissimo sulla palla corta e Bublik affossa la risposta: l’italiano vince per la prima volta una partita nel tabellone principale di uno Slam.
ATP
Roland Garros: il ritorno di Zverev è vincente, batte Harris in tre set. Avanzano Ruud e Paul
Il tedesco ha la meglio sul sudafricano n. 294 che non riesce a sfruttare le occasioni in due tiebreak. Vittorie anche del numero 4 del mondo e dell’americano, entrambe in 3 set

Non la miglior versione di Alexander Zverev ma è quanto basta per aver la meglio su LLoyd Harris con il punteggio di 7-6(6), 7-6(0), 6-1 in 2ore e 40′. Chissà cosa avrà pensato nel tornare in campo al Roland Garros da dove l’anno scorso uscì maledettamente sulla sedia a rotelle mentre era in lotta con Nadal per un posto in finale. Questo è ovviamente uno Zverev differente, ma vincere aiuta a vincere, anche se i sette doppi falli sono un dato su cui riflettere. Per continuare a essere protagonista nel torneo dovrà trovare più continuità con il servizio. Harris, da n. 294 del ranking, recrimina per le sette palle break non sfruttate che gli avrebbero dato un’altra prospettiva di gara.
IL MATCH – Primo set estremamente equilibrato, nel quale il tedesco va in sofferenza concedendo al suo avversario le uniche palle brek del parziale. Harris non riesce a concretizzare le occasioni avute con Zverev che si aggrappa alla sua prima di servizio ricavando anche 7 aces. Il sudafricano serve il 55% di prime di servizio ma con esse riesce a portare a casa l’88% dei punti. I brividi per Zverev arrivano nell’undicesimo gioco quando deve fronteggiare due palle break non consecutive. L’avversario gli dà una mano, ma riesce comunque a giocarsi le sue carte al tiebreak. Harris scappa via, ma commette un errore di rovescio che rimette in partita il suo avversario. Il tedesco ha due palle set consecutive, ma entrambe sorridono al sudafricano. Si gira 6-6, prima che Zverev cambi marcia e porti a casa il parziale.
Secondo set sulla scia del primo, con il grande rammarico per Harris di non aver sfruttato due setpoint consecutivi nel decimo gioco. Recrimina per un pizzico di sfortuna sul secondo punto set, con il nastro che rimette nello scambio Zverev e lascia di sasso Harris. Il pensiero del sudafricano rimane a quella grande occasione con la testa di serie n. 22 che riesce a recuperare da 40-15 e a portare a casa il break. Poi disfa tutto nel dodicesimo gioco, quando commette due doppi falli che rimettono in pista l’avversario. Grande scuola tedesca nel tiebreak con Zverev che infila un pesante 7-0 che vale il doppio vantaggio nei set conquistati. A cavallo tra la fine del secondo parziale e l’inizio del terzo, un Medical Time Out serve al sudafricano per farsi sciogliere tensione e cancellare un pò di stanchezza. Il problema fisico reale è al polpaccio della gamba sinistra che ne limita i suoi movimenti in campo. Molto più agevole il compito del tedesco nel terzo set: al servizio perde un solo punto nei primi suoi tre turni di battuta. Il break decisivo arriva nel corso del quarto gioco, alla seconda opportunità nel set capitata a Zverev: il sudafricano spara in corridoio un dritto non complicato da mettere in campo. E’ il preludio alla discesa del match, con Harris che ricorre al secondo Medical Time Out della gara, ricorrendo alla fasciatura al polpaccio sinistro. Conquistato il break anche nel sesto gioco, al servizio pasticcia un pò col solito doppio fallo e grazie a una palla corta chissà quanto voluta. La palla break in favore del sudafricano è annullata con la prima di servizio, poi basta un solo matchpoint per tornare ad alzare le braccia al cielo al Roland Garros. Per lui, adesso, la sfida con lo sloveno Alex Molcan che ha battuto in tre set Hugo Gaston, 6-1, 7-6(4), 6-4.