ATP Montecarlo: Sinner-Rune finale anticipata? Intanto la “volpe rossa” è terzo nella Race. E mira al podio ATP, non solo alle finali di Torino

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ATP Montecarlo: Sinner-Rune finale anticipata? Intanto la “volpe rossa” è terzo nella Race. E mira al podio ATP, non solo alle finali di Torino

Con Alcaraz e Rune il magnifico trio young punta a mandare in pensione Djokovic e Nadal, a cacciare indietro quelli di mezz’età, Medvedev, Zverev e Tsitsipas. Per Musetti un futuro da top-ten?

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Jannik Sinner - Montecarlo 2023 (Photo Felice Calabro’)
 

Speravo in una battaglia che non c’è stata. Non che ci credessi troppo a dire il vero. Di Sinner – l’ho scritto ormai non so più quante volte – fa impressione la sua straordinaria solidità mentale. Pazzesca per un ragazzo che non ha ancora 22 anni. I 18 matchpoint annullati in 8 incontri fanno testo. Ma lo fanno anche le sue tre semifinali consecutive nei primi 3 Masters 1000 dell’anno. 

Nessuno c’era riuscito, neppure i famosi fenomeni, i celeberrimi Fab Four, alla sua età. Conseguenza inevitabile di tutto ciò è che oggi Jannik è già terzo nella Race. Ho la netta e fantastica sensazione che quel suo attuale best ranking, n.8, sia una posizione davvero provvisoria. Sensazione condivisa dai più fra gli addetti ai lavori: sia dai miei colleghi più esperti e meno inclini ai facili trionfalismi, sia dai colleghi di Jannik scelti fra coloro che siano compresi fra i giocatori non banalmente politically correct.

Alcaraz, Sinner e Rune sono i tre top player che tutti paiono indicare sul podio del tennis mondiale, una volta che anche Novak Djokovic si sarà arreso all’anagrafe.

Più loro tre, in lizza soprattutto con Medvedev e Zverev, più che Ruud, Aliassime e lo stesso Tsitsipas che comunque sul podio ci è già salito anche se quest’anno sembra non indovinarne una. Chi mai avrebbe pensato che avrebbe perso dall’amico Fritz anche sulla prediletta terra dei principi, dove aveva trionfato nelle ultime due edizioni? Una doppia sorpresa anche scoprire un Fritz improvvisamente terraiolo!

Ma Rublev, che da Fritz ci ha perso le ultime 3 volte, e 4 su 6 anche se mai i due si sono affrontati sulla terra battuta, ha ammonito il resto del plotone: “Lui ha sempre preso rischi enormi, ha sempre tirato a tutta forza…solo che fino a un anno fa il 50% delle volte i suoi tiri finivano fuori e ora invece stanno parecchio dentro, anche troppo…” ha detto con un sorriso dei suoi. Adoro Rublev, è un ragazzo genuino, vero, simpatico. Ciò non toglie che dovendo affrontare domani Fritz, e secondo le quotedei bookies da favorito, può anche essere che Andrey abbia voluto mettere le mani avanti. D’altra parte 3 sconfitte consecutive, ovunque avvenute, non si dimenticano tanto facilmente.

Insomma… di certo non dimenticherà le sue tre sconfitte consecutive di fronte a Sinner, la Volpe Rossa venuta giù dalla montagna, neppure il buon Musetti, l’artista di Carrara venuto su dal mare sotto il riverbero dei marmi bianchi di Carrara e che l’Equipe ha ribattezzato subito “Lorenzo il Magnifico” nel titolo dell’articolo che raccontava il suo exploit ai danni del n.1 del mondo più n.1 di sempre. 382 settimane, 72 più di Roger Federer. E “uno che lo devi battere 10 volte se lo vuoi battere anche una sola. Lorenzo Musetti ipse dixit.

Lorenzo quando viene in conferenza stampa e ti parla ti dà sempre almeno due o tre titoli. Jannik di solito non te ne dà neppure uno. Lorenzo è Becker, Jannik è Edberg. Però ieri Jannik ha fatto eccezione quando – in risposta a una mia domanda che gli faceva presente come anche oggi con Musetti e in una partita vinta 6-2,6-2 avesse però concesso 5 pallebreak, insomma volendo significare un servizio non irresistibile – ha ammesso che “se dovessi scegliere il colpo sul quale lavorare di più è il servizio… – per poi aggiungere però – ma insomma oggi quando ho dovuto affrontare quelle pallebreak ho sempre servito molto bene”.

Aveva ragione. Senza un super servizio oggi non si sale sl podio dei primi tre del mondo. Non c’è verso. Il servizio di Nole Djokovic è stato spesso sottovalutato, ma invece dai suoi 25 anni in poi è diventata un’arma micidiale. E anche quello di Rafa Nadal, favorito dal suo essere mancino, e soprattutto sulle traiettorie esterne nei punti che di solito contano di più, nella fase più avanzata della carriera, è diventato un signor servizio. Percentage tennis direbbero gli americani sia per Djokovic sia per Nadal, perché i due fenomeni sono stati tali soprattutto per la continuità delle loro esecuzioni, match per match, torneo per torneo, anno per anno.

Proprio questa percentage tennis è ciò che sta sempre più avvicinando Sinner ai grandi di cui sto parlando. La solidità dei suoi fondamentali sta diventando impressionante, di errori di rovescio ne fa sempre meno, quello incrociato non lo sbaglia quasi mai, quello lungolinea gli viene meno naturale quando palleggia da fondocampo… ma se uno gli viene a rete ecco che d’improvviso diventa micidiale. Chiedere a Musetti per informazioni. Lo ha infilato spesso proprio su quel lato, Lorenzo non ci è arrivato neppure potendo contare sulla maggiore apertura che si ha sul lato del dritto.

Sul discorso pressione, che spesso viene citata nelle domande come un problema, a chi gli cita Tomba e la Pellegrini da cui tutti si aspettavano sempre soltanto imprese mirabolanti, Sinner ha le idee chiare, chiarissime: “In tutti gli sport c’è pressione, sia quando fai certi risultati, sia quando non li fai. Ma ho scelto io di giocare a tennis, non altri. E fa parte del gioco. Non deve essere un vero problema, diverso da altri, da come giocare bene, al meglio, i punti importanti”.

Beh, anche qui Jannik ha ragione. Del resto su come lui se la cavi sui punti più importanti di tutti, sui matchpoint ne ho già parlato a più riprese.

Finale a Rotterdam, battuto soltanto dal “mostro” Medvedev, vittoria a Montepellier, semifinale a Indian Wells, finale a Miami, semifinale a Montecarlo (e non è finita vero?), l’escalation di Sinner non si discute. Un Sinner che spende parole buone, e  in questo caso non di circostanza, per Musetti: “Battere Djokovic nel modo in cui lo ha fatto lui ieri e poi rigiocare il giorno dopo senza risentirne fisicamente e mentalmente è quasi impossibile…Lorenzo ha dimostrato di essere molto forte e lo dimostrerà ancora… anche sul cemento” dice Jannik a chi gli aveva teso una piccola trappola sugli specialisti di superficie, come esistevano una volta, dagli spagnoli che disertavano campi duri e erba (“Quella è per le vacche” dicevano tutti prima che Manolo Santana trionfasse a Wimbledon 1966… ma poi anche dopo), agli americani che sulla terra rossa la palla la prendevano quasi sempre poco e male (Courier e Chang sono state eccezioni alla regola… Sampras), ai grandi servitori… idem.

Mi sono sbilanciato, si fa per dire, sul futuro di Sinner top-3, non l’ho ancora fatto con Musetti. Fra i due ventunenni ci sono pochi mesi, ma come ha detto Lorenzo: “Jannik ha molta più esperienza di me a livello di circuito ATP, di grandi tornei, grandi duelli con grandi avversari”.

Lorenzo sa di dover imparare a giocare più vicino alla riga di fondocampo –a) non tutti sono Medvedev! –b con il rovescio a una mano riuscire a rispondere bene su traiettorie liftate e a palle che finiscono sopra la spalla senza arretrare non ci riusciva troppo bene neppure Federer  – sa di dover migliorare anche lui il suo servizio, croce e delizia. Ha giornate in cui le prime di battuta gli entrano pochissimo e altre invece no.

Insomma se Sinner sta “evolvendo” quest’anno e soprattutto in quest’ultimo periodo, diamo a Musetti che è più giovane un po’ di tempo in più.

E datelo anche al sottoscritto allora, per “decretare” – scherzo eh – se Musetti diventerà un top-ten oppure no. Vero che più ci si inerpica in alto e più difficile diventa fare grandi balzi, ma se a Sinner n.8 del mondo si chiede di diventare un top-3, si parla di 5 sorpassi. 

A Musetti che è n.21 di sorpassi se ne chiedono almeno 11. Nel 2024 avremo forse tutti le idee più chiare.

Intanto per oggi speriamo che non piova, le previsioni meteo sono bruttine ma qui spesso si sono sbagliati, e speriamo che Jannik batta anche Holger Rune vendicando la sconfitta di Sofia 2022, quando Jannik fu costretto al ritiro nel terzo set per essersi storto una caviglia. Un collega ha accennato a quel ritiro e subito Jannik, con l’abituale onestà, ha precisato: “Sì, è vero che mi sono ritirato, ma lui stava già vincendo 5-2 in quel set…”.

Insomma non sarà facile. E non era facile udire da un tennista quel che dicono invece molti appassionati, e cioè che Sinner-Rune ha il sapore di una finale anticipata.

Sotto sotto sono portato a pensarla così anch’io. Poi magari va a finire che il torneo lo vince Fritz!

Gli organizzatori forse avrebbero preferito che dalla parte bassa del tabellone uscisse fino alla finale ancora Tsitsipas, perché né Fritz né Rublev fanno “impazzire” la gente.  E Tsitsipas contro un italiano sarebbe stata per loro la finale ideale, anche se non lo diranno mai neppure sotto giuramento. Così come non diranno mai che la finale che non avrebbero mai voluto vedere, e che è stata scongiurata dalla vittoria di Rune su un Medvedev certamente provato dalla maratona con Zverev conclusa alle 23 della sera prima, sarebbe stata quella tutta russa Rublev-Medvedev.

Qua il commento a caldo del direttore sulla giornata a Monte Carlo: guarda “Il punto di Ubaldo” su Instagram:

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