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ATP Montecarlo: Rune si ferma a un passo dal titolo, il nuovo campione è Rublev
Andrey Rublev rimonta da 1-4 nel set decisivo contro Holger Rune e conquista il suo primo titolo Masters 1000 in carriera

[5] A. Rublev b. [6] H. Rune 5-7 6-2 7-5

Due anni dopo il primo tentativo, dopo anni vissuti sempre all’ombra delle stelle, a un passo dai più grandi, Andrey Rublev si prende il suo posto nella tavola dei vincenti, nella baia del Principato. É lui il principe del 2023, che succede a quello Stefanos Tsitsipas che nel 2021 gli negò la prima gioia. Lo fa in una giornata di sole dopo giorni cupi in quel di Monaco, battendo Holger Rune in rimonta (il primo a vincere in finale qui dopo aver perso il primo set da Wawrinka nel 2014). Il danese ha avuto le sue occasioni, è stato anche 3-0 nel terzo, ma la fatica della semifinale e la percezione di quanto fosse vicino al suo secondo 1000 gli hanno tarpato le ali. Il solito nervosismo ha fatto il resto, regalando a Rublev il tredicesimo e più importante titolo di una carriera che sempre più risplende. Diventa il primo russo a trionfare a Montecarlo dal 1990 ( allora Andrej Česnokov battè Thomas Muster) , e rimarrà al sesto posto della classifica mondiale, ma con un tabù rotto in più.
Il match – il copione tattico del match è chiaro sin da subito: entrambi i giocatori cercano di giocare il dritto sulla diagonale sinistra dell’altro, un po’ più claudicante, con Rune che ha qualche variazione in più mentre Rublev si attiene al solito forcing da fondo. Il primo ad avere palla break, anche coadiuvato da due doppi falli, è il danese, ma il russo si fa trovare pronto con servizio e dritto per annullarla. Meno pronto appare invece sulle due chance di rompere l’equilibrio che ha lui nel gioco successivo, dove è però bravo Holger a salire sulla palla e impedirgli di tessere lo scambio. Alla fine il primo a passare in vantaggio è colui che decide di osare e di rompere un po’ gli schemi, cioè Rune; in un sesto game magistralmente giocato, il n.6 del seeding infila prima due palle corte vincenti, giocate sul lato del rovescio da lontanissimo dopo aver allontanato Rublev insistendo sull’incrociato sulla diagonale sinistra , per poi chiudere con una risposta di dritto vincente che sorprende il russo.
Aggressività in ribattuta e variazioni: due jolly che possono disinnescare le bombe di Andrey. La pressione però, a questi livelli, si sa come giochi brutti scherzi, e dura poco la gioia di Rune, che dopo aver annullato quattro occasioni di contro-break nel gioco immediatamente successivo, capitola alla quinta. Meriti di Rublev certamente, che prende qualche rischio in meno e a tratti rallenta il gioco, senza dare possibilità di variare troppo al danese, che da parte sua va un po’ fuori giri con i colpi a rimbalzo e mostra non pochi problemi quando la prima non entra. Il primo set, nonostante le sofferenze al servizio, lo porta a casa il giocatore più continuo, che più ha tentato di scardinare le certezze dell’avversario: Holger Rune. L’aggressività in risposta nel dodicesimo game ancora una volta è come la kryptonite per Rublev, che non gestisce al meglio le ribattute, e spara troppo, senza successo. Un non forzato di dritto che finisce lungo chiude il parziale, e fotografa il primo set del russo: come sempre buona esecuzione, tanta forza, ma un piano tattico troppo scarno. E il danese ringrazia.
Un piccolo calo di tensione sembra cogliere Rune all’inizio del secondo set, che, con un game costellato di scelte rivedibili ed errori finora visti poco da parte sua, cede immediatamente il servizio, senza che Rublev debba sforzarsi più di tanto. Proseguono i problemi al servizio per il n.9 al mondo, che trova poco la prima e spesso non tiene bene i colpi di inizio gioco, concedendo troppe chance al russo, da parte sua un po’ sciupone (due chance del doppio break sfumate). E il non aver messo una buona distanza si rivela critico a breve: ancora una volta il danese alza il livello in risposta, e nel quarto game stuzzica particolarmente il rovescio del russo, così da causare errori che lo rimettono in carreggiata. Se c’è però una sensazione che emerge dalla prima ora e mezza di partita, è che tutto o quasi dipenda dalle lune del 2003 di Gentofte, che fa e disfa in continuazione: al break recuperato fa corrispondere l’ennesimo game disastroso al servizio, colorato con un paio di discese a rete non proprio da mostrare in una scuola tennis, che riporta avanti Andrey. Poco dopo il settimo gioco sa tanto di resa, e soprattutto di confusione: due doppi falli, un non forzato e un attacco della rete con nulla da offrire manifestano un Rune che ha perso la bussola del secondo parziale, e un Rublev che ora è in piena fiducia e molto meno propenso all’errore. L’ennesimo colpo sbagliato dall’irriconiscibile Holger del secondo set, falloso, deconcentrato e visibilmente teso, porta la partita al terzo, ribaltando totalmente le carte in tavola rispetto a quanto visto nel primo.
Nonostante apparentemente ci sia qualche indizio di crampi per Rune, il danese è comunque il primo a mettere a segno il break nel terzo parziale. Prende a tirare tutto come se non ci fosse un domani, così da accorciare gli scambi, e la fortuna sembra fargli l’occhiolino, dato che ogni colpo gli rimane dentro permettendogli di strappare il servizio a un Rublev che invece che tenere la palla dentro e cercare traiettorie più sicure continua a tirare a tutto braccio di piena potenza, commettendo errori e concedendo terreno fertile al campione di Bercy. Dopo il quinto game, in cui prima riesce a trarsi d’impaccio da un game duro annullando due palle break, con una bella mano del servizio, Rune chiama il fisioterapista, segno che la stanchezza pesa.
Ed è proprio la battuta, che spesso nella partita lo ha aiutato, a tradirlo nel settimo game, con due doppi falli e una certa fatica a servire da destra (ancora dimostrazione che qualche problema c’è), che uniti a due non forzati rimettono in partita Rublev. Che qualcosa non vada lo si evince anche dal nervosismo che il danese già ha mostrato quando era in comando prima del contro-break. Il prosieguo del match non è il massimo da un punto di vista tecnico, dominato dalla tensione e dal nervosismo…soprattutto per Rune. Sul 5-5 ecco la frittata: tra palline in mare, warning e non forzati regala una chance golosissima a Rublev, che non deve neanche impegnarsi per andare avanti e prepararsi a servire per il match, grazie al nono doppio fallo dell’avversario. Alla fine, dopo più di 2h e mezza di ribaltamenti e dubbi, è Andrey Rublev, complice il quinto ace, a finire con la schiena a terra, la faccia verso il cielo e la coppa in mano. É stato bravo ad approfittare di un Rune che palesemente nel terzo ha scontato le fatiche di ieri sera con Sinner e non è stato capace di dare il massimo, mollando anche le chance in risposta nel dodicesimo, decisivo gioco, quando al russo è bastato il minimo per chiudere.
Qua il commento a caldo del direttore sulla finale di Monte Carlo: guarda “Il punto di Ubaldo” su Instagram:
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ATP Pechino: De Minaur vince annullando tre match point a Murray. Al secondo turno anche Etcheverry e Davidovich
Vittoria sofferta ma importante anche in ottica Race per De Minaur che si conferma bestia nera di Sir Andy

Dopo cinque match (tra cui quelli dei nostri Arnaldi e Sonego) si è conclusa la prima giornata di gioco – per quanto riguarda il tabellone principale – al China Open di Pechino. Non sono scese in campo teste di serie ma c’è stato comunque spazio per incontri e risultati interessanti. In particolare, a chiudere il day 1 è stata la sfida tra De Minaur e Murray, uno dei tanti primi turni prestigiosi apparecchiati dal sorteggio (tra gli altri, indubbiamente, Rune-Aliassime, Rublev-Norrie e Medvedev-Paul). Ad avere la meglio è stato l’australiano: a differenza delle ultime due sfide con lo scozzese (entrambe dominate: 6-3 6-1 al Queen’s e 6-1 6-3 a Montecarlo), però, questa volta Alex ha faticato non poco ed è stato costretto ad annullare ben tre match point. Nel parziale decisivo, Murray era infatti avanti 5-2 e sembrava in controllo, ma all’improvviso ha perso le misure del campo con il dritto e non è riuscito a contenere il nervosismo.
Oltre alla vittoria di Arnaldi su Wolf e alla sconfitta di Sonego con Humbert, si registrano poi le vittorie secondo classifica di Etcheverry su Harris e di Davidovich-Fokina sulla wild card cinese Zhou.
A. De Minaur b. A. Murray 6-3 5-7 7-6 (6)
Forte delle ultime nette vittorie ottenute ai danni dello scozzese, De Minaur ha avuto un avvio decisamente migliore, tenendo a zero tre dei suoi primi quattro turni di battuta e soprattutto brekkando l’avversario alla prima occasione utile. Nel secondo game, l’australiano si è infatti portato sullo 0-40 imponendo un ritmo martellante e, nonostante la rimonta di Murray, è comunque riuscito a strappargli il servizio approfittando di un suo errore in avanzamento e poi trovando grande profondità in risposta. A tratti, l’ex numero 1 del mondo è apparso impotente al cospetto dell’ottima prova di De Minaur, manifestando con una serie di urlacci tutta la sua frustrazione. Andy non si è mai avvicinato al controbreak e ha concluso il parziale con soli quattro punti racimolati nei game di risposta. Dopo 35 minuti, Alex ha quindi fatto suo il set per 6-3.
Qualcosa è poi cambiato sin dai primi punti del secondo parziale: Murray ha cercato di essere più propositivo, mentre l’australiano ha gradualmente perso un po’ di certezze. Il numero 12 del mondo ha sbagliato un rovescio a campo spalancato che gli avrebbe fornito una palla break sull’1-1 e poi ha pagato dazio subendo il break nel sesto gioco. Se in questa occasione il britannico è stato bravo ad aspettare l’errore dell’avversario, non si può dire altrettanto per il game successivo quando Andy ha commesso troppi gratuiti di dritto (accompagnando ogni errore con un lancio di racchetta) e ha quindi regalato l’immediato controbreak. Sembrava quindi che il pallino del match fosse tornato in mano all’australiano ma da quel momento la qualità del match si è notevolmente alzata, aprendosi a qualsiasi possibile esito. De Minaur ha avuto l’occasione per salire 6-5 e servizio: Murray l’ha prontamente annullata e ha poi piazzato un game di risposta sullo stile della sua epoca d’ora, prendendosi break e set.
Il livello di gioco è rimasto alto anche in apertura di parziale decisivo. Il primo ad avere palla break è stato De Minaur nel game inaugurale ma Andy si è affidato al servizio. A segnare la svolta è stato invece il quarto gioco in cui l’ex numero 1 del mondo ha confermato di aver ritrovato fiducia nel suo dritto con un paio di vincenti e altre soluzioni angolate che gli hanno permesso di neutralizzare le tre occasioni avute dall’avversario per tenere il servizio e di brekkare. Murray ha poi amministrato il vantaggio con sicurezza fino al 5-2 quando ha avuto due match point per chiudere i conti già in risposta. Il numero 12 del mondo li ha annullati con grande carattere e dopo pochi minuti ha approfittato di un turno di battuta disastroso da parte dello scozzese, tornato falloso con il dritto. L’incontro ha quindi avuto il suo epilogo al tie-break, dove Sir Andy ha continuato ad avere problemi con il dritto, sprecando con questo colpo il suo terzo match point e poi sbagliando nuovamente anche sulla prima chance in mano a De Minaur. Dopo 2 ore e 50 minuti di gioco, l’australiano ha quindi messo la parola fine su un match ricco di colpi di scena. Alex, che conquista punti importanti per la Race (dove ora è undicesimo), aspetta ora il vincente del big match Paul-Medvedev.
GLI ALTRI MATCH – Di appena due minuti più lungo rispetto a De Minaur-Murray, è stato l’incontro tra l’argentino Etcheverry e il qualificato sudafricano Harris. Nonostante la superficie sfavorevole, il numero 31 del mondo è comunque riuscito a rispettare il pronostico, sebbene non si siano certo viste le 118 posizioni di differenza tra i due nel ranking. I primi due parziali sono stati dominati dai servizi, con percentuali bulgare di realizzazione per entrambi (il dato più basso è stato il 56% di punti ottenuti con la seconda da Harris nel secondo set). Sono stati quindi i tie-break a deciderli: il primo è stato appannaggio di Harris che poi, però, ha compromesso l’esito del secondo giocando male i primi punti in battuta tanto da ritrovarsi rapidamente sotto 2-5. Il rendimento al servizio del sudafricano è calato ulteriormente nel parziale decisivo: Etcheverry si è sempre fatto trovare pronto sulle seconde dell’avversario e, dopo essere andato vicino al break già sul 2-1, ha piazzato l’allungo decisivo nel sesto game. L’argentino ha poi annullato una palla del controbreak e infine ha chiuso dopo quasi tre ore sul 6-3. Il giocatore di La Plata, che si trova virtualmente in posizione da nuovo best ranking (n. 28), affronterà Ruud o Struff al secondo turno.
Nell’altro match di giornata lo spagnolo Davidovich-Fokina non ha avuto problemi a superare la wild card di casa Yi Zhou, numero 905 del mondo al secondo main draw ATP dopo aver esordito la scorsa settimana a Zhuhai (anche lì grazie a una wild card e uscendo sconfitto in tre set da Garin). Non c’è stata storia in particolare nel primo parziale, archiviato da Davidovich con il punteggio di 6-2 in soli 25 minuti e con appena due punti persi al servizio. Il cinese ha lottato di più nel secondo ma l’esito è stato comunque identico. Il prossimo avversario dello spagnolo uscirà dall’incontro tra Zverev e Schwartzman.
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ATP Astana: Giron batte Wawrinka in tre tie-break. Bene Thiem
Gli aggiornamenti di giornata dal torneo in Kazakistan: l’americano nel match del giorno ha la meglio su Stan

Ad Astana, nel primo turno del tabellone principale, forniscono un grande spettacolo Marcos Giron e Stan Wawrinka, in un match che sfiora le 3 ore. Dominic Thiem vince in scioltezza in due set contro il peruviano Juan Pablo Varillas.
Marcos Giron b. Stan Wawrinka 6-7(6) 7-6(4) 7-6(6) (Renato Nunziante)
Nel primo set i due giocatori esprimono un tennis di alto livello, mantenendo tutti i turni di servizio senza concedere neanche una palla break. Molto bene Stan con la prima di servizio, con cui vince tutti i punti. Nel tiebreak, Marcos Giron annulla i primi due set point per lo svizzero, ma non può nulla al terzo tentativo, in cui Wawrinka piazza l’allungo, vincendo il primo set 7-6(6). Secondo set che segue il copione del primo. I due tennisti si aiutano col servizio non concedendo palle break e portando anche questo set al tiebreak. Stan Wawrinka soffre molto in questa fase del match la prima di servizio di Marcos Giron. Chiude l’americano con il punteggio di 7-6(4). Si va al terzo set. I due tennisti si concentrano totalmente sui loro turni di servizio. Lo svizzero piazza 5 ace nel terzo set (due di questi nel tiebreak), confermando il suo ottimo rendimento al servizio di oggi. Si difende al servizio, ma non riesce ad essere aggressivo in risposta, rendendo la vita molto facile a Marcos Giron, che dopo 3 ore di match chiude al terzo tiebreak dell’incontro con il punteggio finale di 6-7(6) 7-6(4) 7-6(6)
Dominic Thiem b. Juan Pablo Varillas 6-3 7-6(10) (Renato Nunziante)
Ottima partenza per Dominic Thiem che conquista il break nel primo turno di servizio del peruviano, break che riesce poi a mantenere per tutto il set, grazie ai suoi ottimi colpi, ed il suo pesante servizio. Senza concedere nessuna palla break, l’austriaco chiude 6-3 il primo set. Nel secondo set, è Varillas ad avere un’ottima partenza. Si porta sul 3-1 strappando il servizio all’austriaco, prima di perderlo il turno di servizio successivo. I due annullano diverse palle break, riportando equilibrio nel match, fino a quando l’austriaco sale in cattedra nel tiebreak, vincendo il set con il punteggio di 7-6(10). L’austriaco affronterà proprio Marcos Giron negli ottavi di finale.
GLI ALTRI MATCH – In Kazakistan prosegue l’Astana Open, torneo ATP 250 dove ad aprire il programma di giovedì è la vittoria della tds numero 6 Adrian Mannarino (numero 34 della classifica mondiale) nel derby con Arthur Rinderknech col punteggio di 7-6 (4) 6-2. Mannarino, finalista da queste parti nel 2020, ha sofferto più del previsto nel corso del primo parziale, trovandosi costretto prima a recuperare un ‘early break’ e poi ad annullare addirittura un set point nel corso del dodicesimo game, imponendosi infine al tie break. Nel secondo set è invece andato tutto liscio per il 35enne mancino, 3-0 in pochi minuti prima di chiudere 6-2 in circa due ore totali di partita.
Continua la cavalcata del bielorusso Egor Gerasimov, 30 anni, attualmente sprofondato al numero 661 della classifica ATP ed in campo grazie al ranking protetto: l’ex numero 65 (miglior classifica raggiunta nel 2020) ha sconfitto al primo turno Zapata Miralles col punteggio di 7-6 (5) 6-3. Per Gerasimov si tratta della terza vittoria nel torneo, considerando anche quelle con Bergs (numero 181) e Muller (numero 80) ottenute nei due turni di qualificazione. Al secondo turno affronterà la tds numero 4 Jiri Lehecka.
Sul Campo Centrale il qualificato austriaco Jurij Rodionov (numero 107 del mondo) ha sconfitto in rimonta Gregoire Barrere: 2-6 6-4 7-6 (5).
Rodionov dopo aver perso nettamente il primo set è riuscito a prevalere nella volata del tie break del set decisivo grazie ad un errore gratuito dell’avversario sul match point: nemmeno il challenge ha potuto salvare il 29enne francese dalla sconfitta. Terza vittoria nel torneo per Rodionov, che al secondo turno affronterà la testa di serie numero due Sebastian Baez.
Altro giro, altro qualificato. Sarà infatti il giovane russo Kachmazov l’avversario di Mannarino al secondo turno. Kachmazov ha battuto a sorpresa Corentin Moutet col punteggio di 6-3 7-6 (5) diventando inevitabilmente la storia del giorno, dopo una stagione passata a lottare nell’inferno del circuito, ovvero i tornei ITF.
Il 21enne nel corso delle qualificazioni aveva sconfitto senza perdere nemmeno un set sia Marozsan (numero 92 del mondo, diventato famoso grazie alla vittoria con Alcaraz al Foro Italico) che l’esperto Dzumhur, e oggi si è ripetuto con Moutet (24 anni, numero 119 del ranking), anche se nel secondo set ha sprecato un vantaggio di cinque giochi a due, chiudendo solamente al nono match point. (Jacopo Gadarco)
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ATP Pechino: Arnaldi perfetto, lascia le briciole a Wolf e approda al 2° turno. Out Sonego contro Humbert
Il numero 3 italiano centra un super debutto, lasciando le briciole all’americano. Ora Tsitsipas o Jarry. Il torinese perde all’esordio contro il francese Humbert

U. Humbert b. L. Sonego 7-5 3-6 6-0 (Jacopo Gadarco)
Sconfitta all’esordio per Lorenzo Sonego. Il 28enne di Torino, sceso questa settimana al numero 56 del ranking dopo non aver potuto (ancora) difendere il titolo di Metz del 2022 (il torneo quest’anno è stato spostato ad inizio Novembre), è stato sconfitto da Ugo Humbert.
Il 25enne francese si è infatti imposto col punteggio di 7-5 3-6 6-0.
Nel primo set entrambi hanno controllato senza troppi problemi i turni di servizio nonostante una percentuale piuttosto bassa di prime palle in campo (Humbert 53%, Sonego addirittura 43%).
L’italiano ha sprecato una palla break nel corso dell’ottavo game con un brutto errore di dritto, assolutamente gratuito, per poi perdere il servizio a 15 sul 5 pari a causa di un game piuttosto sciagurato (due errori non forzati di dritto davvero insoliti per Sonego), concluso con un doppio fallo.
Al termine del primo set Sonego però chiede l’intervento del fisioterapista per un problema al collo, un fastidio fisico che potrebbe avere influito sulla prestazione al servizio di Lorenzo (2 ace e 3 doppi falli, solamente il 59% di punti vinti con la prima in campo).
Humbert (numero 36 del ranking) ne approfitta e scappa subito sul 2-0 anche nel secondo parziale, ma il francese, lo sappiamo, spesso incontra delle difficoltà nel momento di azzannare le partite ed infatti spreca immediatamente il vantaggio, e addirittura subisce un altro break nel corso dell’ottavo game (meraviglioso passante di rovescio in cross di Sonego).
6-3 Sonego, che sogna la rimonta: ma la realtà del terzo set è invece piuttosto amara.
Humbert domina dall’inizio alla fine, riuscendo a battere finalmente l’italiano dopo due sconfitte su due nel corso del 2023 (la prima delle quali con quattro match point, a Montecarlo) concedendo solamente una manciata di punti al suo avversario nel corso di tutto il parziale, e chiude la partita in 2 ore e venticinque minuti.
Al secondo turno afffronterà il vincente del match tra Rublev (5) e Norrie.
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[Q] M. Arnaldi b. [Q] J.J. Wolf 6-2 6-2
Inizia come meglio non poteva l’avventura al China Open di Pechino per Matteo Arnaldi, che dopo le due vittorie nelle qualificazioni coglie anche la prima vittoria in tabellone principale ad un ATP500. E che vittoria! Lascia solo quattro game ad un giocatore comunque esperto, anche lui qualificato, come J.J. Wolf, tutt’altro che facile da affrontare sui campi in cemento, e che sembra essere decisamente più distante delle sole 3 ufficiali posizioni in meno rispetto all’italiano nel ranking. Ranking che per Matteo continua a dare grandi notizie, e lo vedrà, con questa vittoria, almeno al n.42 al mondo da lunedì. La top 40, e il sogno di essere testa di serie all’Australian Open, sono tutt’altro che pianeti lontani. Nel frattempo Arnaldi può godersi la vittoria e il riposo, in attesa di scoprire chi affronterà in un secondo turno che già si prevede scoppiettante, tra il cileno Nicolas Jarry e il n.4 del tabellone Stefanos Tsitsipas.
Primo set
Arnaldi mette a segno il primo break della partita già nel terzo game. Inizio positivo, buon ritmo da fondo e giusta strategia nel muovere Wolf e spesso costringerlo a lasciare scoperte larghe porzioni di campo. Non positivissimo l’americano, che con due non forzati, dopo essere stato certo provato psicologicamente da un pazzesco recupero da dietro la schiena di Matteo, concede il servizio all’azzurro. Alla distanza esce la grande maturità che costantemente sta sviluppando Matteo. Wolf non trova mai occasioni in risposta, e a tratti vacilla anche al servizio, non riuscendo ad imporre il suo gioco, ma cercando di fare da parabrezza all’avversario.
E così nel settimo game, infilando un altro paio di punti di qualità, tra cui un bellissimo rovescio stretto che manda fuori tempo l’americano, il n.48 al mondo conquista il doppio break di vantaggio. Ed è preludio a un netto 6-2 che permette ad Arnaldi di conquistare un primo set in cui perde solo due punti al servizio (entrambi nell’ultimo game tra l’altro) tenendo sempre in mano lo scambio con gran solidità, così da impedire all’americano il suo gioco di accelerazioni improvvise e colpi particolari che escano fuori dal palleggio.
Secondo set
Se il primo set è giocato troppo bene da Matteo, con neanche troppi errori di Wolf, il n.51 al mondo inizia malissimo il secondo. Tre dritti in corridoio, con il suo cavallo di battaglia che non riesce a dargli quanto sperato, e uno smash lungo, regalano già nel primo gioco il break al ragazzo di Sanremo. Non sfugge una palla a quest’ultimo, che rimanda l’impossibile al “povero” JJ, che accusa la differenza sulla diagonale di destra, patrocinio di Arnaldi nella partita odierna. E infatti due non forzati di dritto di fila, quasi di frustrazione, per il non trovare contromisure né colpi che possano dare difficoltà all’italiano, regalano nel terzo gioco il doppio break al nostro, che si porta sul 3-0.
Non smarrisce neanche per un attimo la concentrazione Matteo, che costringe Wolf agli straordinari su ogni punto, attaccando in risposta e senza concedere nulla al servizio. Con un ace, coronamento di una partita senza sbavature, condotta dall’inizio alla fine, Arnaldi chiude anche il secondo parziale per 6-2. Wolf mai è arrivato ai vantaggi in risposta, mai è riuscito a creare un surplus nello scambio. Ha subito tanto sul dritto, ancor di più sul rovescio, spesso giocato stretto da Matteo trovando grandi angoli. Una prestazione da incorniciare, che anche in vista del secondo turno non pone alcun tipo di limite.
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