WTA Roma, Kalinina: “Quando ti cadono le bombe a due metri da casa, capisci che devi andartene”

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WTA Roma, Kalinina: “Quando ti cadono le bombe a due metri da casa, capisci che devi andartene”

Dopo il successo che la porta alla prima finale WTA 1000 in carriera, Anhelina Kalinina è commossa dal sostegno ricevuto dal pubblico: “Dal profondo del cuore, voglio ringraziare ogni persona presente ai miei incontri”

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Veronika Kudermetova e Anhelina Kalinina – WTA Roma 2023 (foto: Giuliano dalla Vecchia)
 

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Anhelina Kalinina è in finale agli Internazionali d’Italia. Numero 47 WTA – la finalista a Roma con la classifica più bassa dal 1985 – e un picco al n. 28 lo scorso marzo, la ventiseienne ucraina è già sicura di incrementare il proprio best ranking di almeno tre posizioni. E mai era arrivata tanto avanti in un torneo di questo livello, vantando finora al massimo ai quarti di finale raggiunti a Madrid un anno fa. Ai quarti degli Internazionali BNL d’Italia, peraltro, il match che l’ha vista uscire vittoriosa di Hadda Maia è stato il più lungo della stagione, tre ore e 41 minuti.

Ma questo è solo l’aspetto più squisitamente tennistico della storia. Anhelina è nata a Nova Kakhovka, nel sudest dell’Ucraina, a poche decine di chilometri da Kherson e poco più a nord della Crimea. Cittadina di circa 45.000 abitanti e importante nodo strategico, anche per la presenza della diga omonima (lo scorso novembre oggetto di attacchi e di reciproche accuse tra Zelensky e il Cremlino), Nova Kakhovka è occupata dall’esercito russo dall’inizio della guerra.

Kalinina non può tornare a casa. Ogni match di tennis è probabilmente anche qualcosa di più per lei e per le sue colleghe e connazionali del circuito, non possono non esserci motivazioni ulteriori che le spingono al successo e non proviamo neanche a immaginare cosa possa significare giocare contro un’avversaria che, incolpevole degli orrori quanto si vuole e le piaccia o meno, rappresenta il Paese che ha invaso l’Ucraina. Non ha dunque sorpreso che, alla fine del match contro la russa (senza bandiera, ma la cittadinanza viene nominata ogni due minuti di telecronaca) Veronika Kudermetova, abbia subito alzato le mani per far capire all’avversaria che non ci sarebbe stata la stretta di mano a rete.

Veronika Kudermetova e Anhelina Kalinina – WTA Roma 2023

A Kudermetova è stato chiesto quale sia il suo rapporto con Kalinina visto che hanno la stessa età, ma ci sono implicazioni politiche. “Siamo atlete” ha risposto Veronika, “siamo qui e amiamo quello che facciamo. Non importa da quale Paese veniamo. Siamo atlete e questo è tutto. Siamo qui per giocare a tennis”.

-Hai rifiutato di stringerle la mano alla fine…


ANHELINA KALININA: Non le ho stretto la mano perchè lei è russa. Non è un segreto perchè non l’ho fatto. Il suo Paese ha attaccato l’Ucraina. Capisco che questo che facciamo è uno sport, ma c’è anche un aspetto politico. Non c’è niente di personale. Ma in generale quanto è accaduto non è accettabile”. (Non dice se non dovrebbe essere accettabile esplicitamente anche dai giocatori russi, ma si capisce che intende quello. Non che sia facile dissociarsi, però; Nota di UBS)
Un anno fa a Wimbledon dicesti che avresti aiutato la tua gente, più gente possibile, ma chi, i tuoi familiari, altri, chi? Anche questo prizemoney romano ti aiuterà ad aiutare?

ANHELINA KALININA: “Anche senza questo premio ho aiutato, certo. Non solo la mia famiglia. Ma non mi piace renderlo pubblico. Non tantissima gente, ma un po’ di gente che conosco e anche che non non conosco. Direi una decina…”

Il direttore Ubaldo Scanagatta ha invece domandato ad Anhelina: “Qual è la tua reazione al fatto che qui in Italia c’è tanto sostegno all’Ucraina? Anche prima del torneo c’è stata una serata dedicata agli aiuti al tuo Paese (organizzata dalla Fondazione I-Tennis che è finanziata fra altri ancheda IntesaSanpaolo). Vorrei sapere se a Nova Kakhovka, dove sei nata, la situazione sia molto peggiore che dalle altre parti oppure la stessa dappertutto. Sei in contatto con le persone che ci vivono? Non so se la tua famiglia sia ancora lì. Non ho capito cosa hai detto, se la tua famiglia è ancora vicina all’aeroporto che non esiste più”.

Kalinina: “Mia nonna e mio nonno erano a Nova Kakhovka, attualmente occupata dai soldati russi. Ma sono riusciti ad andarsene immediatamente appena la città è stata attaccata. Così adesso tutta la mia famiglia è a Kyiv (Kiev). Non ho più contatti con Nova Kakhovka perché tutti sono a Kyiv. Sono felicissima perché è assolutamente impossibile viverci, c’erano tante armi, tanti soldati vicino alla casa dei miei nonni.

“Sono molto anziani, quindi per loro è stata una decisione parecchio difficile quella di lasciare la città. Ci vivevano, non so, da 60 anni, 65. Abbiamo insistito per convincerli, dovete partire.

“No, non è una vita normale. Quando le bombe ti piovono quasi dentro casa – non proprio sul loro appartamento, un paio di metri più in là – , si sono svegliati e hanno capito: oh, mio dio, dobbiamo andarcene.”

Un’altra domanda di Scanagatta. A proposito della reazione dell’Italia nei confronti dell’Ucraina e verso di te in particolare, hai notato qualcosa di appassionato?

“Direi che il pubblico mi sta sostenendo tantissimo durante questa settimana – le due settimane, in realtà. Ne sentivo davvero il supporto. Non ricordo dove stessi giocando. Per me era come se l’intero stadio mi stesse facendo forza. Una sensazione fantastica. Non l’avevo mai sperimentata in quel modo. Mi ha dato così tanta energia da lottare quando nemmeno tu hai l’energia per farlo.

“Dal profondo del cuore, voglio ringraziare ogni persona presente dal primo incontro fino, speriamo, a domani. Grazie a tutti loro. Mi hanno motivata e dato l’energia per lottare.”

Il giornalista dell’Associated Press ha invece chiesto:

Hai detto lo scorso anno che la casa della tua famiglia, dei tuoi genitori era stata bombardata. Mi domando come stia la tua famiglia. Sono riusciti a ricostruirla o dove sono andati a vivere?

ANHELINA KALININA: “Tutta la mia famiglia ora vive a Kiev. Qualche giorno fa, dove la mia famiglia sta lavorando, è caduta dal cielo un grossissima bomba accanto alla nostra scuola di tennis…”

Q. Vicino ai campi?
ANHELINA KALININA: “Sì, vicino al campo. Direi a 300 metri dall’aeroporto…che non c’è più. E’ lì che abitano.

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