Andrea Vavassori qualificato per il Roland Garros: “La conferma che stavo aspettando" [ESCLUSIVA]

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Andrea Vavassori qualificato per il Roland Garros: “La conferma che stavo aspettando” [ESCLUSIVA]

Vavassori si prepara a giocare il suo primo Roland Garros: “Ho migliorato tanto la gestione mentale”

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Andrea Vavassori Foto Giampiero Sposito
 

Andrea Vavassori ha superato il terzo e ultimo turno delle qualificazioni per il Roland Garros, entrando per la seconda volta nel main draw di uno Slam. L’anno scorso era riuscito in un’impresa incredibile, qualificandosi per il tabellone principale di Wimbledon durante il suo esordio assoluto sull’erba. Ma quello che sta riuscendo a fare il torinese classe ’95 fa ben sperare che i margini di miglioramento siano ancora tanti. Un anno fa, entrava a Wimbledon da 250 del mondo, quest’anno entrerà a Roland Garros da 148 del mondo. Di questo passo, viene da chiedersi, potremmo vederlo agli Australian Open 2024 da top 50?

Ma le domande oggi, le abbiamo fatte direttamente a lui, che ancora sorride dopo la grande vittoria di ieri contro Alejandro Tabilo.

D: Ciao Andrea! Ancora complimenti per ieri, e per la qualificazione raggiunta al Roland Garros! Una grande vittoria anche se all’inizio sembravi un po’ titubante e sei andato subito sotto 3-0. Brutto scherzo dell’agitazione o qualcosa non funzionava?

Vavassori: “Sicuramente ero molto teso, più del solito. Ma la partita l’avevo preparata molto bene a livello tattico con mio padre, avevamo studiato l’avversario e sapevo bene cosa fare. Dovevo aspettare di trovare tranquillità e liberare il braccio. Però credo di essere stato molto bravo a livello mentale perché ho accettato la situazione. Ho cercato di aspettare il momento giusto per ribaltare la partita e finalmente dal quarto game del primo set ho ingranato un’altra marcia. Per me è stata la miglior partita dell’anno”.

D: Di cosa sei più soddisfatto rispetto a quest’ultimo match che aveva un significato ben preciso?

Vavassori: “Prima di tutto, della gestione mentale. Mentre a livello di gioco direi servizio e dritto. Con il dritto soprattutto gli sono sempre stato sopra, se riuscivo a spingere con il dritto sul suo rovescio sapevo di essere nettamente sopra come pesantezza di palla”.

D: Hai sentito cadere un po’ di certezza nel secondo set quando è riuscito a recuperarti da sotto 5-1 a 5-4?

Vavassori: “Un po’ di incertezza sicuramente l’ho sentita ma per merito suo, non per demerito mio. È stato molto bravo, quando ha capito che la partita rischiava di sfumare via in fretta ha liberato la mente e ha iniziato a tirare dei vincenti bellissimi. Però devo dire che l’esperienza di tante partite giocate negli ultimi mesi mi ha permesso di rimanere tranquillo anche quando vedevo che mi stava recuperando e non ho fatto l’errore di paralizzare il braccio”.

D: Quale di queste tre partite hai sofferto di più per qualificarti al Roland Garros?

Vavassori:Quest’ultima è stata la più dura senza dubbio. La prima è stata abbastanza agevole, ero sopra di 7 break e anche la seconda, a parte un po’ il primo set, ho sempre sentito di averla in mano. Questa mi ha dato più problemi, sono partito in svantaggio e ho dovuto giocare rimontando per tutto il primo set. Nel secondo sembrava facile vincere, ma sono stato io a subire la rimonta e doverla gestire”.

D: L’anno scorso prima qualificazione nel main draw di uno Slam a Wimbledon. Quest’anno prima qualificazione al Roland Garros. Qual è stata la soddisfazione più grande tra le due? Quale hai preferito?

Vavassori:Wimbledon ha un fascino speciale, diverso, è da sempre il mio torneo preferito. Quand’ero piccolino sognavo di essere lì, seguivo il torneo e sognavo un giorno di giocare su quei campi. È stata un’emozione particolare, incredibile, perché non me l’aspettavo per niente. Era il mio esordio sull’erba e non potevo crederci. Infatti, mio padre ed io siamo scoppiati in un pianto liberatorio dopo l’ultima partita di quali. Mentre l’ingresso in tabellone di quest’anno, è stata una conferma, quella che stavamo aspettando dopo tanto duro lavoro. Quindi ha un valore diverso e ci fa sperare di fare grandi cose nel futuro, perché sappiamo che c’è ancora tanto margine di miglioramento”.

D: Gli ultimi due anni sono stati i migliori della tua carriera. Dove ti senti più sicuro rispetto a prima? Cos’ha dato vita a questo momento di svolta?

Vavassori: “Il fatto di aver giocato tanto partite sia in singolare che in doppio mi ha dato tanta fiducia. Ho iniziato a vincere i match che prima perdevo. Quest’anno ho vinto tante partite sul filo del rasoio che prima avrei perso. Una volta che inizi a vincere con più continuità, prendi fiducia e ne perdi sempre meno. Non sono stati anni sprecati quelli in doppio, in tanti credevano lo fossero invece mi hanno permesso di arrivare proprio qui dove sono ora in singolo”.

D: Un anno fa eri intorno ai 250 del mondo, oggi sei 148. Di questo passo, tra un anno potresti essere nei top 50. Diventerà il tuo nuovo obiettivo per il 2024? E in doppio quale sarà l’obiettivo?

Vavassori: “Sicuramente l’obiettivo primario ora è raggiungere la top 100. E una volta che raggiungi un traguardo poi non ci si ferma mai. Questo fa ben sperare, c’è ancora tanto margine. Bisogna continuare ad avere fame e i risultati arriveranno da soli. In doppio negli ultimi anni ho dimostrato di saper giocare bene con tanti compagni diversi. Quindi l’obiettivo che mi do nel doppio per realizzare il sogno delle Nitto ATP Finals di Torino è trovare un compagno fisso con il quale avere continuità sia in allenamento che in partita”.

D: Quanto è stata dura la gavetta per arrivare fin qui? Ci sono stati dei momenti di sconforto in questi anni dove hai pensato che questo momento non sarebbe mai arrivato?

Vavassori: “La parte più dura è stata l’inizio. Una volta che ho finito il liceo scientifico, ho iniziato a girare da solo. Siamo una famiglia normale quindi non giravo con un coach insieme a me. Il mondo dei futures è sempre molto duro da affrontare da solo, quando sei così giovane e sei in viaggio continuamente ti senti solo. Quindi la gavetta è stata tosta, il doppio però mi ha aiutato a prendere più soldi a inizio carriera e mi ha dato una certa costanza. A parte qualche battuta d’arresto non sono mai arretrato particolarmente e anzi, in doppio sono sempre salito. In singolare ogni tanto ho pensato di smettere perché giocavo troppo poco, ma sono sempre riuscito a cavarmelo lo stesso finché non ho alzato il livello”.

D: Cosa ti aspetti dal primo Roland Garros della tua carriera?

Vavassori: “Ora studierò il mio avversario (Kecmanovic, ndr) per mettere in gioco la tattica giusta, come ho fatto per battere Tabilo. E poi ci saranno anche le partite di doppio. Sarà molto intenso per via della doppia preparazione da preparare. Non vedo l’ora”.

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