D. Hai detto che stai giocando un match dell’anno, ma forse anche forse anche della carriera. C’è qualcosa dietro questo momento di di così?
Devo dire che sicuramente le esperienze in tutti gli Slam, le partite, anche soprattutto quelle perse negli altri anni, mi hanno aiutato a crederci. E nonostante 6-0 nel secondo set, non era facile rientrare in campo poi con la giusta determinazione. Però ce l’ho fatta e ho creduto di potercela fare, quindi sono molto contento di come sto gestendo anche queste difficoltà.
D: Vorrei onorare la rispettabilissima categoria di tennisti ‘cazzuti’. Secondo me tu sei parte di questa categoria e oggi forse era una sfida per la top 10 in questa categoria. Hai coltivato questa tua, questo tuo modo di essere in campo hai oppure ti viene naturale?
No, sono son nato abbastanza così. Ehm, mi piace proprio la lotta, essere in quella situazione lì e tirarmi fuori dalle difficoltà. Mi piace proprio essere arrivare in quella situazione lì è più sono in difficoltà, più trovo qualcosa che mi dà energia e mi dà voglia di stare in campo. Sono sempre stato così, cazzuto, mi piace essere.
D: Tu hai detto prima ‘sono riuscito a ritornare in campo con la determinazione nonostante il 6 0’. Dov’è che hai trovato la forza mentale, cioè lavorato sopra, prima dell’incontro, che non è facile dopo un 60 ripartire, poi dal break la partita è cambiata.
No, volevo dire che anche guardando anche le altre partite, è successo anche in passato, che qualcuno ha preso 6 0 poi riuscito a vincere queste partite, quindi non è qualcosa di nuovo. Ovviamente mi posso aspettare di essere due sotto con Rublev e ho dovuto fare il mio massimo e giocare da una grandissima partita per portarla poi a casa, quindi sono stato bravo a reagire p, poi a mantenere quella a quel livello perché non era facile anche al quinto set continuare a mantenerlo. E sono molto contento.
D: Nei primi due set, da quello che ho contato io, 9 dei 18 game sono finiti a 30, quindi alla fine non c’era un’enorme differenza a livello di gioco. Era la stessa cosa che sentivi anche tu, oppure credi che il click tra il secondo e il terzo set sia stato mentale?
Sì, infatti è una cosa che mi ha dato fiducia e sapevo che bastava poco per poterla ribaltare, cioè mi sentivo molto vicino a lui e mi sentivo di poterlo breakkare più volte e quello mi è servito per avere quella fiducia che poi mi è servita negli altri tre set.
D: E poi un’altra cosa, se potessi scegliere un campo su cui giocare la prossima partita, quale sceglieresti?
Diciamo che tutti i campi sono speciali, e più vai avanti più giochi su campi, sempre più belli. Quindi di sicuro è una bella esperienza, nel mio caso tutti questi campi. Oggi c’era un un’atmosfera incredibile in quel campo, quindi sarebbero rigiocare lì, o anche sulle Chatrier.
D: Oggi sul campo hai detto di aver pensato a divertirti durante la partita. Ieri Jannik invece ha detto che forse il problema è che non si stava divertendo. Si sentono spesso questi ragionamenti ultimamente, forse perché il tennis è diventato molto faticoso, ci sono molte cose anche fuori dal campo, molte pressioni, allora alla fine la cosa che fa la differenza e dire beh ‘vabbè insomma sono qua me la me la gioco, mi diverto e sono contento di stare qui e di fare questa cosa.’
Ovvio che godersela in un vantaggio. Io cerco di godermi ogni partita, però non mi è facile perché poi entri in campo e ci sono delle pressioni di diverse ogni volta e un avversario che ti mette in difficoltà. Magari ci sono dei giorni dove non trovi soluzioni e ce la metti tutta lo stesso e non riesci a trovare sorriso, perché magari l’avversario non te lo permette o perché è una giornata storta. È facile dirlo prima o dopo, ma quando sei durante il match trovare il match non è semplice, non te lo puoi imporre, ti deve venire naturale ed è importante cercare di godersi di più queste situazioni.