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A Maiorca l’ultimo ballo di Feliciano Lopez: smette il “bello” del tennis. Sette titoli ATP e cinque Davis per lui
A Maiorca saluta lo spagnolo, che detiene il record di partecipazioni consecutive nei tornei dello Slam. “Grazie ai miei genitori, auguro a mio figlio di essere felice almeno la metà di quanto lo sono stato io”
Nel pomeriggio di oggi, martedì 27 giugno, inizia l’avventura di Feliciano Lopez al torneo di Maiorca, opposto all’australiano Purcell. Un primo turno come tanti, si potrebbe dire: in realtà non è così, essendo il torneo ospite del “Mallorca Country Club” l’ultima fatica nel circuito del tennista spagnolo.
Feliciano Lopez è stato da sempre lo spagnolo atipico: alto e atletico, dai colpi di rimbalzo non sempre irresistibili ma capace di associare a una battuta potentissima un campionario di colpi di volo o mezzo volo sottorete efficacissimo.
Feliciano, o se volete “Deliciano” come lo ha definito mamma Murray alludendo all’innegabile aspetto da “bel tipo” che lo contraddistingue, ha però saputo vincere ovunque. Ben quattro volte sull’erba: a Eastbourne nel 2013 contro Gilles Simon e l’anno seguente su Richard Gasquet (entrambi meglio classificati di lui e top 20) e più tardi i successi al Queen’s, nel 2017 in finale su Cilic allora numero sette del mondo e due anni dopo su Gilles Simon.
Le finali del torneo della Regina sono terminate al tie-break del terzo set: nella prima il finalista croato perde senza mai subire break e mancando un matchpoint. Rimarrà il capolavoro di Feliciano.
Ma l’erbivoro Lopez sa vincere anche sul duro, come aveva dimostrato a Vienna nel 2004 contro Canas e come avrebbe ribadito a Johannesburg sei anni dopo contro il francese Robert. E nel 2016 completa il suo personalissimo “Surface Slam” vincendo a Gstaad in finale su Robin Haase. Nel suo palmares anche cinque edizioni della coppa Davis, l’ultima nel 2019 al fianco di un eroico Rafa Nadal.
Lopez è un tennista completo e capace di gestirsi bene a livello fisico (una costante per i tennisti del 1981, chiedere a King Roger per referenze…) al punto da conquistarsi un record clamoroso: è il tennista con più partecipazioni consecutive nel Grande Slam. Ben 79 i tornei Slam disputati di fila dal mancino di Toledo che stacca di 12 il connazionale Fernando Verdasco e di 13 il nostro Andreas Seppi.
Insieme con il suo illustre coetaneo Federer (Lopez nasce il 20 settembre, Roger l’otto agosto) condivide inoltre il record di partecipazioni ai major: in ben 81 casi lo spagnolo ha messo piede in campo al primo turno.
Per tre volte ha giocato i quarti a Wimbledon, ovviamente il suo Slam preferito, ma nel 2015, l’anno che lo vede raggiungere il suo best ranking al n.12 ATP, entra nei last eight anche a New York, dove viene superato da Djokovic. Ma uno con le sue caratteristiche non può non competere anche in doppio, dove raggiunge la posizione numero nove della classifica mondiale e vince il Roland Garros nel 2016 in coppia con il connazionale Marc Lopez, ai danni dei fratelli Bryan.
Lopez è stato esempio di correttezza e dedizione, uno di quei giocatori di cui si dice “fosse nato trenta anni prima avrebbe vinto di più”. Il suo tennis piace perché spettacolare e innegabilmente retrò e quindi citato dalle truppe dei nostalgici del serve and volley. Non abbandonerà il tennis anche perchè è già direttore del Masters 1000 di Madrid e ha seguito le fasi dell’edizione 2023 anche con il re Felipe al suo fianco.
Bello, ricco e in carriera, invidiabile e probabilmente invidiato, la sua dedica e i saluti ce lo presentano come una persona normalissima che condivide valori comuni ai più: “A tutte le persone che mi sono state vicine e mi hanno permesso di diventare quello che sono. E a mio padre, per quella volta che mi ha messo la racchetta in mano. A mia madre per aver supportato le mie decisioni senza farmelo pesare. A mia moglie Sandra e mio figlio Dario: spero che sia felice almeno la metà di quanto lo è stato suo padre negli ultimi 20 anni”.