Classifica ATP: Djokovic (ri)mette il primo posto nel mirino. Rune quarto. Zverev in ascesa

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Classifica ATP: Djokovic (ri)mette il primo posto nel mirino. Rune quarto. Zverev in ascesa

Il serbo a un passo dal trono del ranking. Grande balzo in avanti per Darderi, bene anche Bellucci

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Novak Djokovic – ATP Cincinnati 2023 (foto via Twitter @CincyTennis)
 

Novak Djokovic grazie alla vittoria ottenuta al Masters 1000 di Cincinnati oltre a essersi preso una (piccola) rivincita nei confronti di Alcaraz per la sconfitta subita a Wimbledon poco più di un mese fa, con ogni probabilità tornerà presto a sedersi sulla prima poltrona della classifica ATP; una poltrona che – in considerazione dell’innumerevole numero di volte in cui è stata utilizzata dal campione serbo – supponiamo abbia ormai assunto la forma delle sue natiche. A Djokovic infatti sarà sufficiente superare il primo turno dell’imminente US Open Slam per scalzare Alcaraz dalla vetta, indipendentemente dal risultato che quest’ultimo otterrà sul suolo americano.

La settimana appena trascorsa ha determinato altri interessati novità in seno alle prime 20 posizioni, che oggi si presentano così:

PosizioneGiocatoreNazionePuntiVariazione
1AlcarazSpagna9815 
2DjokovicSerbia9795 
3MedvedevRussia6260 
4RuneDanimarca47901
5RuudNorvegia47152
6SinnerItalia4645 
7TsitsipasGrecia4580-3
8RublevRussia4515 
9FritzUSA3605 
10TiafoeUSA3050 
11KhachanovRussia2845 
12ZverevGermania26705
13de MinaurAustralia2595-1
14PaulUSA2570-1
15Auger-AliassimeCanada2375-1
16NorrieGBR2075-1
17HurkaczPolonia20353
18MusettiItalia2005 
19DimitrovBulgaria1690 
20CerundoloArgentina16001

Alcune osservazioni:

 

·         Pur senza brillare, Holger Rune raggiunge il proprio best ranking.

·         Casper Ruud rientra in top 5.

·         Stefanos Tsitsipas  perde tre posizioni.

·         La semifinale di Cincinnati regala 5 posti in più ad Alexander Zverev e 3 a Hubert Hurkacz.

·         Felix Auger-Aliassime scivola sempre più lontano dalle prime 10 posizioni.

·         Borna Coric – campione uscente di Cincinnati – precipita dal sedicesimo al ventinovesimo posto

·  Roberto Bautista Agut è fuori dalla top 40 dopo 462 settimane consecutive (12 maggio 2014), la seconda striscia attiva più lunga dal vivo dopo Novak Djokovic (12 giugno 2006)

TENNIS ITALIANO

Jannik Sinner non ha ripetuto a Cincinnati l’exploit di Toronto e neppure i restanti italiani presenti nella top 100 hanno fatto molto meglio di lui: solo Lorenzo Musetti e Lorenzo Sonego sono infatti riusciti a superare il primo turno del torneo; più significativi i risultati ottenuti dagli italiani più lontani in classifica, a partire da Luciano Darderi, vincitore del Challenger di Todi, il primo della sua carriera, che lo ha riportato nella top 200.

 NomeClassificaVariazione
1Sinner6 
2Musetti18 
3Berrettini362
4Sonego381
5Arnaldi62-1
6Cecchinato1092
7Nardi1193
8Zeppieri1374
9Cobolli1384
10Fognini140-15
11Vavassori164-4
12Gigante167-5
13Brancaccio169-5
14Passaro173-3
15Bellucci18414
16Darderi19456
17Agamenone1972

LE DISCESE ARDITE E LE RISALITE

Il titolo di giocatore più progredito in classifica negli ultimi 7 giorni va all’australiano Max Purcell, giunto sino ai quarti di finale a Cincinnati: + 23 posizioni per lui e prima volta in top 50, il meno ambito titolo di più regredito va invece all’argentino Pedro Cachin: – 17

Cogliamo l’occasione per segnalare l’ulteriore discesa di Nick Kirgios, da questa settimana tristemente assiso sullo scranno numero 135.

NITTO ATP FINALS

Alexander Zverev risale anche la classifica riservata ai migliori tennisti della stagione, oltre a quella assoluta: è ottavo. Scivola al decimo posto Casper Ruud.

Restano invariate le restanti posizioni rispetto alla scorsa settimana.

Testa di serieGiocatoreNazionePuntiVariazione
1AlcarazSpagna7455 
2DjokovicSerbia6945 
3MedvedevRussia5390 
4SinnerItalia4185 
5TsitsipasGrecia3525 
6RublevRussia3280 
7RuneDanimarca3045 
8ZverevGermania26702
9FritzUSA2650 
10RuudNorvegia2580-2

NEXT GEN ATP FINALS

Non ci sono novità da segnalare all’interno della classifica avulsa riservata ai migliori under 21 del mondo che vede 3 tennisti italiani tra le prime 12 posizioni effettive, 10 virtuali qualora sia Alcaraz sia Rune prendessero parte alle Finals di Torino.

La classifica aggiornata al 28 agosto è la seguente:

PosizioneGiocatoreNazionePuntiNato nelClassifica ATP
1AlcarazSpagna745520031
2RuneDanimarca304520034
3MusettiItalia1290200218
4FilsFrancia908200448
5SheltonUSA735200246
6Van AsscheFrancia587200465
7MichelsenUSA4372004133
8CazauxFrancia4292002121
9MedjedovicSerbia4102003145
10StrickerSvizzera3712002127
11CobolliItalia3692002138
12NardiItalia3522003119

BEST RANKING

Best ranking sontuosi per i due tennisti australiani Alexander Popyrin e Max Purcell, entrambi giunti sino ai quarti di finale a Cincinnati ed in grande progresso di classifica; gli tengono compagnia altri 7 giocatori come loro già presenti nella top 100.

GiocatorePosizioneNazioneVariazione
Rune4Danimarca1
Davidovich Fokina21Spagna2
Jarry24Cile2
McDonald39USA4
Popyrin40Australia18
Purcell47Australia23
Van Assche65Francia3
Watanuki88Giappone2
Acosta93Argentina1

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Asian Games, l’ossessione dei tennisti sudcoreani: Kwon distrugge la racchetta e si rifiuta di stringere la mano all’avversario

I retroscena della più importante competizione tennistica asiatica: racchette distrutte e strette di mano negate, quando l’oro vale più di una medaglia

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L’Asia da prestazione. Che gli Asian Games siano per i tennisti orientali la competizione più sentita è fuori di dubbio: le migliori racchette cinesi hanno saltato i tornei della settimana per essere presenti a Hangzhou e, ancora più emblematico, vincendo l’oro i sudcoreani hanno diritto a saltare la leva militare (Son Heung-min, attaccante del Tottenham, ne sa qualcosa). Sumit Nagal – recentemente critico per le scarse finanze dei tennisti di bassa fascia – li preferisce ai tornei ATP 250 e 500: “È tutto magnifico qui, se non fosse per il cibo… (sorride, ndr). Tutti ne parlano, e non solo per il tennis giocato: ecco il fuoriprogramma che ha finito per diventare virale.

Dopo aver perso al secondo turno in un intenso testa a testa (3-6 7-5 3-6) con il tailandese Kasidit Samrej (n.636 del ranking), il giocatore della nazionale coreana Kwon Soon-woo (n.112) dapprima si è rifiutato di stringere la mano all’avversario e poi ha iniziato a sbattere violentemente a terra la sua racchetta, continuando a fracassarla fino a distruggerla mentre si dirigeva verso la sedia a bordo cambio. Nell’imbarazzo generale, il giocatore tailandese si è inchinato davanti agli spalti, ma – come ogni pubblico che si rispetti – l’attenzione in quel momento era tutta sul colpo di scena. Non ha tardato ad arrivare una fitta pioggia di critiche da parte dei media coreani: “Kwon dovrebbe essere penalizzato”, scrivono in molti.

La Korea Tennis Association prova a mettere una pezza, riferendo poco dopo le scuse del tennista: “Ha visitato il ritiro della Thailandia e ha chiesto scusa a Samrej aggiungendo parole di incoraggiamento per il prossimo match”. Ci riesce: niente ostracismo per Kwon, che gareggerà ora per la medaglia d’oro nel doppio maschile insieme a Hong Seong-chan. Se da una parte sembra che il tennista tailandese abbia accettato le sue scuse, la controversia in patria si spegne con più difficoltà: “Mi scuso sinceramente con tutti coloro che hanno sostenuto la competizione della loro squadra nazionale e con coloro che erano sugli spalti”, afferma Kwon. Parole che possono bastare per le scuse, meno per far riporre meno amaramente a una nazione intera la speranza di vittoria: due titoli ATP, un terzo turno al Roland Garros nel 2021 e posizione numero 52 del ranking mondiale nello stesso anno. Difficile da digerire.

 

Contro pronostico anche l’uscita al secondo turno del tandem indiano guidato da Rohan Bopanna – favorito per la medaglia d’oro –, battuto insieme a Yuki Bhambri dalla coppia uzbeka composta da Sergey Fomin e Khumoyun Sultanov. L’ex numero 3 di specialità si consola con una vittoria facile in doppio misto con Rutuja Bhosale. Almeno lui l’ha digerita meglio.

Tra le donne citiamo la bella prestazione della 18enne filippina Alex Eala, lo scorso anno vincitrice allo US Open junior. La numero 190 del mondo è alla quinta settimana consecutiva in campo nel tour ed è in semifinale agli Asian Games nel tabellone di singolare.

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Ljudmila Samsonova: “Una parte di me è sempre italiana” [ESCLUSIVA]

Da speranza azzurra ad allieva di Pizzorno e finalista Mille con (senza) bandiera russa: Ljudmila “Ljuda” Samsonova è già stata molte cose, e questo, forse, è solo l’inizio

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Samsonova - Roland Garros 2023 (foto Roberto dell'Olivo)

Essere chiamati al doppio turno nella giornata conclusiva di un 1000 è certo un avvenimento quantomeno inusuale: e infatti a Montreal, uscita vincitrice da un match combattuto con la testa di serie numero tre, Elena Rybakina, Ljudmila Samsonova, russa, ventiquattro anni, è costretta ad arrendersi poche ore dopo a Jessica Pegula, racimolando un solo game alla sua prima finale 1000 (“fa male rendersi conto che agli organizzatori non importi nulla di noi tennisti”, ha dichiarato a margine dell’incontro).

Un torneo in cui, in fila, “Ljuda” aveva eliminato la testa di serie numero due (Sabalenka), la dodici (Bencic), e la tre (appunto Rybakina) prima di arrendersi alla quarta forza del seeding. Il lunedì 14 agosto, Ljudmila si “accontenta” della posizione numero dodici, suo best ranking. Una classifica costruita nel tempo, da quel 2013 in cui, per la prima volta, scese in campo da professionista.

Probabilmente, il momento della svolta è stata l’estate scorsa, quella del 2022: fra Washington e Tokyo, passando per Cleveland, Samsonova si porta a casa tre tornei, due 500 e un 250. Se diamo uno sguardo alle sue principali affermazioni, è facile notare una particolare predilezione per il nord America. “Entrambe le volte che sono arrivata negli Stati Uniti in quel periodo avevo la testa libera: ho come resettato da zero il periodo precedente. È forse per la mia leggerezza in quel periodo che sono venuti fuori i risultati migliori.”  

 

Samsonova, che mentre scriviamo è numero ventidue del mondo, si trova ora a dover confermare i risultati raggiunti, iniziando dalla difesa del titolo di Tokyo. Ora, però, riavvolgiamo un po’ il nastro.

A casa non puoi non praticare un minimo di sport” sorride Ljuda: Samsonova proviene da Olenegorsk, una cittadina della Russia europea settentrionale, dell’Oblast di Murmansk. Insomma, il polo nord non è poi così distante. Tuttavia, lo sport è arrivato fin lassù, peraltro con ottimi risultati: il padre è stato campione europeo di Ping-pong, il nonno uno sciatore. “Penso di essere stata comunque fortunata ad essere una bambina dotata per lo sport; la mia famiglia mi ha trasmesso tanto anche in quest’ambito.”

Ljudmila, però, ci risponde in italiano fluente. Fa un certo effetto apprendere come Samsonova abbia vissuto diciotto anni in Italia, e si sia sentita, in tutta la sua giovinezza, una tennista azzurra. Al compimento dei diciotto anni, avrebbe dovuto ricevere il passaporto italiano. Ciò, tuttavia, non è avvenuto, ed oggi gareggia per la Russia (o meglio, gareggiava, ora è tennisticamente “apolide” a causa della guerra in Ucraina). A quanto pare, l’ostacolo sarebbe stato la mancanza di un “reddito certo”, carenza che avrebbe impedito alla Federazione di assegnarle il passaporto. Ljudmila, insomma, avrebbe dovuto trovarsi un altro lavoro: una condizione spesso non richiesta da molte altre federazioni nel mondo. Da quel 2017 sono passati sei anni, e Ljudmila oggi si sente “metà e metà: ho una parte di me a cui l’Italia, quando sono via, mancherà sempre, e un’altra che è invece molto legata alle origini; essendo cresciuta in una famiglia che ha sempre tenuto molto a mantenere le tradizioni e la lingua mi sento di far parte anche di quel mondo.”

La carriera di Samsonova ha dunque preso davvero il via da quel momento; solamente due anni fa, tuttavia (era il luglio 2021) Ljuda era appena entrata in top 100, e ancora non si delineava l’exploit che l’avrebbe portata alle vette della classifica mondiale. “È stato il coraggio a permettermi di fare il decisivo salto in avanti. Il coraggio che ho avuto nel fare determinate scelte, a credere sempre in me stessa nonostante prendessi batoste in continuazione, anche da parte di chi mi fidavo: è stata la mia determinazione a farmi arrivare qui, più di tutto il resto.”

Un forte legame con l’Italia Ljudmila l’ha, comunque, indubbiamente preservato: il suo coach è Danilo Pizzorno, torinese che ha acquisito una grande importanza nel panorama italiano e internazionale per il suo utilizzo metodico e “scientifico” della videoanalisi. “Penso che Danilo, oltre ad essere il miglior coach WTA, sia anche e soprattutto una bellissima persona; dopo le esperienze che ho vissuto, cerco di guardare prima al lato umano e poi a quello professionale.”

Un circuito, quello WTA, che solo recentemente sembra incamminarsi verso una sorta di stabilità ai vertici, con il dominio di Iga Swiatek (interrotto ora da Aryna Sabalenka). Nel confronto con quello maschile, che ha vissuto di un triumvirato (ad eccezione, forse, di un effimero quadrumviro) per oltre vent’anni, non tutti vedono l’incertezza femminile come un qualcosa di positivo per la WTA. “Io invece credo che sia un bene – ci dice Ljudmila -. In questo modo c’è posto per più giocatrici: il livello si è alzato e chiunque può ambire a fare grandi cose.”

L’incertezza non è solamente tennistica: dal febbraio 2022, la guerra fredda, le cui fiamme pensavamo definitivamente spente da anni, si è riaccesa e porta con sé il pericolo di scatenare un grande incendio. Il primo focolare si è acceso in Ucraina, a causa dell’invasione russa. Come sempre, lo sport non può considerarsi del tutto scisso dalla realtà che lo circonda. È forse per quella chiamata di Hitler che il barone Von Cramm perse quella finale di Wimbledon. Riguardo a quale sia il suo ruolo in certi contesti, comunque, il dibattito è aperto e certo di non facile risoluzione.

La situazione è indubbiamente controversa: le atlete russe e bielorusse non possono più giocare sotto la loro bandiera, le loro nazionali non possono più partecipare alle competizioni internazionali. “Lo sport può mandare certi messaggi –  dice Ljuda, che oltre ad essere russa è vissuta, lo ricordiamo, diciotto anni in Italia –, ma non credo possa avere un vero impatto, cambiare ciò che avviene nel mondo.”

Ljudmila ha solo ventiquattro anni; eppure ha già vissuto molto, fra l’Italia, il Polo nord e il tennis professionistico. Forse, però, il meglio deve ancora arrivare. “Il mio desiderio per il futuro è essere una persona felice e realizzata: nessun premio o classifica può essere tanto importante quanto lo stare veramente bene con sé stessi.”

Di Ljudmila “Ljuda” Samsonova, nativa di Olenegorsk, il cuore diviso fra Russia e Italia, sentiremo – non c’è dubbio – ancora parlare.

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Djokovic contro i bassi salari dei colleghi: “È un fallimento per il mondo del tennis”

Il giocatore più vincente di sempre scende dal trono per abbracciare per primo la causa comune dei tennisti oltre la top 100: l’attacco di Nole ai bassi salari

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Novak Djokovic - US Open 2023 (Twitter @usopen)
Novak Djokovic - US Open 2023 (Twitter @usopen)

Il lavoro nobilita l’uomo. Il tennis professionistico è un lavoro. Il tennis professionistico nobilita l’uomo. Siamo sicuri? Novak Djokovic non sarebbe d’accordo. Da sempre attento ai diritti del mondo della racchetta, il campione serbo tuona sulla situazione dei salari per i colleghi al di fuori della top 100. E sì, perché né lui né Carlitos né tantomeno il nostro caro Jannik rischiano di restare con le tasche vuote: oneri e onori di aver scalato l’Olimpo del tennis e sedere sulla cima. Ma tutti gli altri?

“Sono stato al posto di tutti quei tennisti che ora hanno gravi difficoltà economiche. Capisco la loro fatica e le loro difficoltà, so i problemi che hanno nel dover pagare le trasferte, gli allenatori e i fisioterapisti”, dichiara Nole in un’intervista. “Alla fine, se non hai il sostegno di una federazione forte, avrai sempre grossi problemi. Io vengo dalla Serbia e non avevo aiuti. Ora ho una certa influenza e voglio utilizzarla per migliorare le condizioni degli altri“, asserisce convinto. Insieme al canadese Vasek Pospisil, il campione serbo è attualmente il principale esponente – oltre che fondatore – della PTPA (Professional Tennis Players Association), nata nel 2020 tra non poche critiche di divisionismo: tra le altre, quelle di un certo Roger Federer e di un altro che si chiama Rafael Nadal. Ma non roviniamo il panegirico a Djokovic, chiusa parentesi.

“Solitamente si parla di tennisti che partecipano allo US Open e che guadagnano tanto, degli altri nessuna traccia”. Ma ci sono, e sono tanti: molti di più di quelli (più) conosciuti, tifati e pagati. “Ci sono tantissimi tennisti che non riescono a guadagnarsi da vivere con il tennis: maschile, femminile o doppio. Solo quattrocento giocatori tra tutti riescono a vivere di tennis, il resto no. È una cifra bassissima per uno sport mondiale come il nostro, un vero fallimento per il mondo del tennis”, prosegue Nole. A mettere il dito nella piaga ci pensa Ons Jabeur che – coinvolta anch’ella nei progetti PTPA – sottolinea: “Prima nessuno mi prestava attenzione, ora che sono in top 10 tutti ascoltano quello che dicono. Questo non è affatto bello”. E neanche nobile, per rispondere alla domanda su.

 

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