Ufficiale, le Next Gen ATP Finals all'Arabia Saudita: il torneo va da Milano a Gedda

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Ufficiale, le Next Gen ATP Finals all’Arabia Saudita: il torneo va da Milano a Gedda

Cinque anni di Next Gen in Arabia. Era proprio necessario che l’ATP attingesse ai milioni sauditi?
Il direttore Scanagatta disapprova apertamente la decisione che consente lo sportswashing all’Arabia Saudita in spregio ai diritti umani calpestati

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L’Arabia Saudita ce l’ha fatta ancora una volta. Nel senso che ha messo a segno un’altra vittoria sul suo percorso di (presunto, ci mancherebbe) sportswashing. Ubitennis aveva già anticipato in esclusiva la scelta della città di Gedda (Jeddah) per le prossime cinque edizioni delle Next Gen ATP Finals, il torneo che vede affrontarsi i migliori otto under 21 della stagione, salvo eventuali rinunce di quelli che si sono guadagnati anche le ATP Finals.

I colloqui positivi del management dell’ATP con le autorità saudite sono quindi sfociati nell’accordo che le due parti auspicavano e l’Arabia Saudita pianta un’altra radice nel tennis dopo la Diriyah Tennis Cup e nello sport in generale dove, secondo l’ultimo rapporto di Grant Liberty, la spesa totale fino al 2023 per quello che l’organizzazione non profit definisce sportswashing ammonterebbe a quasi 51 miliardi di dollari, contro i circa 2 miliardi spesi fino al 2020.

Nel pomeriggio di giovedì 24 agosto è stato pubblicato l’annuncio ufficiale sul sito atptour.com. Secondo quanto riportato, l’asta è stata lanciata lo scorso marzo con il sostegno del Deloitte’s Sport Business Group. Il procedimento di scelta ha valutato città ospitanti da diverse regioni anche sulla base dell’impianto, collegamenti internazionali e potenziale di crescita del tennis professionistico in un nuovo mercato.

Il “masterino” si terrà dunque nello stadio Città dello sport Re Abd Allah (King Abdullah Sports City) dal 28 novembre al 2 dicembre. La Race to somewhere diventa così to Jeddah e al momento vede saldamente al comando Carlos Alcaraz, che sarà impegnato al “vero Masters” dall’11 al 19 novembre e che avrebbe verosimilmente partecipato volentieri se l’appuntamento arabo fosse stato collocato un po’ più avanti, quando si comincia con qualche esibizione dopo le vacanze e i carichi di lavoro tipici della off-season, ma lo stesso impianto ospiterà la ventesima edizione della Coppa del mondo per club FIFA dal 12 al 20 dicembre. Nulla è comunque ancora deciso riguardo ai partecipanti e, al momento, gli altri candidati sono, nell’ordine Holger Rune, Lorenzo Musetti, Arthur Fils, Ben Shelton, Luca Van Assche, Alex Michelsen e Arthur Cazaux. Qui potete trovare l’ultima classifica U21 completa.

L’albo d’oro della manifestazione, svoltasi a Milano dal 2017 al 2022 con “pausa pandemica” nel 2020, vede i nomi di Hyeon Chung, Stefanos Tsitsipas, Jannik Sinner, Carlos Alcaraz e Brandon Nakashima.

Si tratta del primo evento ufficiale in Arabia Saudita per quanto riguarda il tennis pro, informa l’ATP, sgombrando (in subordine) il campo da eventuali dubbi sull’ufficialità di un torneo che non distribuisce né punti né titoli contabilizzabili ma vale per gli scontri diretti. E accresce, leggiamo ancora sul sito dell’associazione, una presenza ultra-trentennale del Tour in Medio Oriente.

Il presidente del Board Andrea Gaudenzi, che due giorni fa commentava l’interessante programma a sostegno dei tennisti chiamato Baseline, ha detto: “Il Tour ATP è davvero globale ed esplorare nuovi mercati è centrale per la crescita del gioco. Portare le Next Gen ATP Finals a Gedda è la nostra occasione di ispirare nuovi fan, in una zona con un’ampia fascia di popolazione giovane, e di unire gli spettatori attorno al tennis”.

Dal canto suo, il presidente della federtennis saudita Arij Mutabagani si è detto orgoglioso della scelta da parte dell’ATP e che l’evento “incarna la filosofia della nostra Federazione, quella di ispirare i giovani talenti a raggiungere i più alti livelli dello sport”.

Come racconta nel video presente in questa pagina, il direttore di Ubitennis Ubaldo Scanagatta si dice contrario a questa decisione da parte dell’ATP. “A pensare male ci fa peccato, ma spesso ci si azzecca – sono le sue parole -. Secondo me si tratta di sportswashing, ossia il tentativo di questi paesi di ricostruirsi un’immagine attraverso lo sport cercando di rimediare al fatto che la loro reputazione è compromessa per la bassa tutela dei diritti umani che assicurano. Alcuni soldi secondo me non si dovrebbero prendere, come fece Roger Federer quando rifiutò un milione per giocare un’esibizione in Arabia Saudita e prima di lui John McEnroe”.

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