Daniela Hantuchova: "Tenniste un po' viziate, non si alzano alle 4 per andare in miniera"

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Daniela Hantuchova: “Tenniste un po’ viziate, non si alzano alle 4 per andare in miniera”

Il vero problema del sistema tennis per Daniela Hantuchova è il dover costantemente viaggiare: “Uno dei motivi per cui ho deciso di smettere, non volevo compromettere la mia salute”

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Ubaldo Scanagatta e Daniela Hantuchova - Australian Open 2018, Legends (@RDO foto)
 

Nei primi anni del nuovo millennio, Daniela Hantuchova è stata la migliore tennista slovacca raggiungendo il proprio best ranking al n. 5 della classifica WTA nel 2003. Oltre all’ottima carriera da singolarista, dove spicca la semifinale all’Australian Open nel 2008 e il doppio successo ad Indian Wells – nel 2002 battendo in finale Martina Hingis mentre nel 2007 superando Svetlana Kuznetsova – l’attuale 40enne di Podrad è stata anche protagonista di un’attività da doppista assolutamente di primo piano con tre finali Major disputate e ben 4 titoli Slam nella disciplina del doppio misto.

Di fatto la sua carriera da professionista è terminata nel 2015, tuttavia l’annuncio ufficiale arrivò solamente due anni dopo in occasione del torneo di Wimbledon. Dopo aver appeso la racchetta al chiodo, Daniela ha intrapreso una nuova avventura professionale entrando a far parte della squadra di commentatori della piattaforma streaming Amazon Prime. Proprio in questa veste è intervenuta al podcast Livesport Daily, dove si è soffermata sulla condizione – a suo dire – privilegiata del tennis femminile e sull’inasprire di certe lamentele da parte delle dirette interessate, eccessive in relazione al loro status.

I tennisti criticano eccessivamente le loro condizioni

Il mondo del tennis oggigiorno appare viziato. In particolar modo il circuito femminile, dove il montepremi è conseguenza del circuito maschile. Lo devono sostanzialmente ai loro colleghi dell’ATP. Poi, sicuramente le ragazze non si devono alzare alle quattro del mattino per andare a lavorare da qualche parte in una miniera. Era dura anche ai miei tempi, ma io e le mie ex colleghe non ci siamo mai permesse di criticare perché eravamo consce che gli assegni che percepivamo dipendevano esclusivamente dal torneo“.

Il continuo viaggiare logora

Sono invece d’accordo con le giocatrici per quanto concerne le loro lamentele in merito all’organizzazione logistica, al dover viaggiare costantemente e ai problemi che scaturiscono nelle varie destinazioni in cui si giocano i tornei WTA. Da questo punto di vista, il tennis è lo sport più impegnativo che ci sia. Personalmente, ad esempio, il doversi spostare da un luogo all’altro del mondo anche in settimane consecutive è stato uno dei motivi principali per cui ho deciso di smettere. Il mio corpo non riusciva più a sostenere le differenze di fuso orario, continuavo a svegliarmi al di fuori del normale ritmo per cui era divenuto non salutare. Mi sono detta che i soldi non valevano il rischio di compromettere la mia salute, volevo stare bene a 60 anni. Oramai si era superato il limite“.

Sui match notturni

Posso assolutamente comprendere la portata gigantesca dell’aspetto organizzativo che si prefigura per un grande torneo. Gli organizzatori hanno come obiettivo quello di far sì che si abbia il maggior numero di spettatori sugli spalti durante i match. A Madrid, per esempio, nessuno va a vedere il tennis prima delle 21.30 e soprattutto prima di aver degustato il jamón“.

La favorita delle WTA Finals?

Saranno in gara giocatrici di assoluto livello, ma se devo scegliere una favorita dico Coco Gauff. Ha vinto l’ultimo Slam, le piacciono molto i campi in cemento ed è una grande combattente. Aspetto che ha in comune con la migliore versione di Serena. Ama inoltre i grandi palcoscenici e quando tutti gli occhi sono puntati su di lei, ed è proprio per queste motivazioni che la reputo la favorita numero uno al titolo di Maestra 2023“.

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