ATP Finals, Djokovic: "Sono contento di aver messo al sicuro il n. 1. Ora tutto quello che arriva è un bonus"

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ATP Finals, Djokovic: “Sono contento di aver messo al sicuro il n. 1. Ora tutto quello che arriva è un bonus”

Le parole di Novak Djokovic a tarda notte dopo l’affermazione su Holger Rune che gli ha regalato la sicurezza di chiudere l’anno al primo posto del ranking

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Novak Djokovic - Nitto ATP Finals Torino 2023 (foto Twitter @SH_RolexMasters)
 

Mentre le lancette dell’orologio viaggiano spedite verso le due del mattino, Novak Djokovic arriva in conferenza stampa dopo la sua vittoria contro Holger Rune nel match d’esordio alle Nitto ATP Finals. La vittoria gli ha garantito la posizione n. 1 nel ranking ATP di fine anno per l’ottava volta nella sua carriera, oltre al superamento delle 400 settimane in testa alla classifica mondiale.

È un risultato enorme. Significa molto per me – dice il campione serbo appena giunto davanti ai microfoni – Sapevo che, arrivando al torneo qui, mi sarebbe bastata una sola vittoria per conquistare il numero 1 di fine anno. Volevo davvero che ciò accadesse già stasera. Non volevo la situazione e complicare in qualche modo questo particolare obiettivo. Sono davvero felice di esserci riuscito stasera. È sempre stato un mio grande obiettivo essere il numero 1 al mondo. A parte gli Slam, questo è ciò che conta di più. Concludere l’anno da numero 1 al mondo in questa fase della mia vita e della mia carriera è qualcosa di davvero straordinario.

Devo dire che all’inizio dell’anno non consideravo questa una priorità. Stavo dando priorità a più tornei del Grande Slam. Grazie agli ottimi risultati ottenuti, in particolare negli Slam, penso di essermi messo in un’ottima posizione per lottare per il numero 1 di fine anno. Vincere Parigi mi ha messo in un’ottima posizione, quindi ci ho provato davvero. Qualunque cosa accada da questo momento in poi in questo torneo è un bonus per me.

D. Qual è stato il momento più difficile di questa partita? Come riesci a spronarti in momenti come questi?

NOVAK DJOKOVIC: “Beh, ci sono stati molti momenti difficili. È stato molto impegnativo interpretare il gioco di Holger, che penso abbia giocato a un livello molto alto stasera. Aveva un piano di gioco molto chiaro. Si vedeva che era molto in palla, molto aggressivo fin dall’inizio, cogliendo ogni occasione che aveva per andare a rete. Ha servito in modo molto accurato, molto preciso, molto forte. È stato molto difficile trovare dei punti deboli nel suo gioco stasera. Ho dovuto davvero lavorare molto duramente e lottare per ottenere la vittoria. È durato più di tre ore. Penso che sia stata la partita più lunga che abbia mai giocato alle Finals. Sono molto contento di essere riuscito a superare questa sfida perché sentivo che Holger era vicino al suo meglio.

In qualche modo, ogni volta che ci affrontiamo, è sempre una partita molto equilibrata. Giochiamo con stili di tennis molto simili. Penso che probabilmente ci sia molto merito suo nel fatto che le partite sono sempre equilibrate.

C’era ulteriore tensione per me, nel sapere che la vittoria mi avrebbe assicurato il numero 1 dell’anno, quindi stasera mi sentivo a volte frustrato. Nei momenti importanti, però, ho trovato la soluzione giusta per vincere.”

D. L’una e 45 del mattino, il momento perfetto per una domanda tecnica. Vorrei chiederti dal punto di vista tecnico, quali sono i punti di forza di Jannik che Holger non ha? La tua prossima partita sarà contro Sinner. Dal punto di vista tecnico, quali saranno le difficoltà che dovrai affrontare?

NOVAK DJOKOVIC: “Jannik probabilmente ha un dritto migliore. Holger stasera ha giocato ad altissimo livello. Penso che l’Holger di stasera potrebbe vincere contro Sinner e contro chiunque si trovi ad affrontare in campo. Sarà molto interessante vedere come si comporterà con gli altri giocatori del gruppo.

Jannik ovviamente è in ottima forma. Quest’anno ha giocato la migliore stagione della sua carriera. Ovviamente giocare in casa con il pubblico italiano aiuta molto, aumenta la sua fiducia, gli dà in qualche modo la spinta per giocare il suo miglior tennis, cosa che ha fatto oggi. Ho visto un po’ della sua partita contro Tsitsipas. Ha giocato alla grande, molto solido, buoni servizi. Jannik è uno dei colpitori da fondo campo più veloci e forti che si sono visti sul circuito negli ultimi due anni. Conosco molto bene il suo gioco. Non ho mai perso contro di lui, ma abbiamo avuto degli incontri molto equilibrati. L’ultima volta abbiamo giocato le semifinali di Wimbledon.

Sì, ovviamente mi preparerò bene per la partita. So cosa aspettarmi. Posso aspettarmi il massimo da lui, ovviamente con il sostegno del pubblico. Penso che sarà bello per il torneo, noi uno di fronte all’altro. Credo che siamo entrambi in ottima forma. Vediamo cosa succede.”

D. Considerando ciò che hai ottenuto quest’anno, tre major, a un solo punto da un quarto, eguagliando il record di tutti i tempi di 24 major vinti, ora la fine dell’anno per l’ottava volta, 400 settimane alle porte, diresti che questo è l’anno migliore della tua carriera?

NOVAK DJOKOVIC: “Uno degli anni migliori. Non direi il migliore, ma uno dei migliori. Voglio dire, il fatto di aver vinto tre Slam su quattro e di aver giocato una finale il quarto e che non sia ancora l’anno migliore della mia vita, è piuttosto bello vivere questo tipo di situazione (sorride).

È sicuramente una delle stagioni migliori. Voglio dire, ho avuto un paio d’anni, credo tre volte, in cui ho vinto tre Slam su quattro in una stagione, come nel 2011, 2015. In quegli anni ho vinto più partite, ho giocato più tornei, mi sentivo davvero molto dominante durante il tour. Quest’anno le circostanze sono abbastanza diverse rispetto a tutti gli altri anni perché ho giocato, 10, 11 tornei. Ho giocato molto bene, meno di tutti. Sono riuscito a raggiungere il picco nei tornei giusti, al momento giusto. Questo è ciò che conta davvero per me.

Voglio dire, la stagione del Grande Slam, sicuramente una delle migliori. Nel complesso, soprattutto negli ultimi due mesi, non ho perso una partita da Wimbledon, quindi… mi sono sentito benissimo in campo e ho giocato davvero bene. Ma è difficile fare paragoni.”

D. Nell’ultima partita contro Holger, sembrava che si fosse stancato un po’ e tu sembravi che potessi continuare a giocare per sempre. Pensi di avere il vantaggio fisico contro Holger?

NOVAK DJOKOVIC: “Non lo so. Non sono sicuro che fosse davvero stanco. Ovviamente abbiamo avuto degli scambi estenuanti, partite fisicamente impegnative. Certo, in quei momenti ti stanchi. Ma penso che sia un giocatore molto in forma. Lavora molto duramente per poter giocare molte ore in campo. Penso che non sembrasse molto stanco alla fine della partita.

Ovviamente ho fatto un break nel terzo e ho finito con 6-3. Ma nel il break che ho realizzato sul 3-2 nel terzo, abbiamo avuto degli scambi molto lunghi. Altro lungo scambio al break point. Non avevo la sensazione che forse stesse facendo fatica fisicamente. Immagino che sia la competizione e la foga del momento, a volte ottieni il tipo di colpi che vuoi, a volte no. Credo di aver servito bene, soprattutto nell’ultimo game.

Ogni singola partita che giochiamo uno contro l’altro è una maratona adesso. È fantastico. È un giocatore incredibilmente dinamico, molto veloce, molto potente, molto aggressivo. Ha una delle migliori risposte che abbia mai affrontato, davvero straordinaria. Ha migliorato il suo servizio e il suo gioco in generale. Penso che si vedano i frutti dell’ultimo mese nel quale ha lavorato con Boris.”

D. Hai già parlato delle racchette rotte. Hai detto che è qualcosa di cui non essere orgogliosi. Da un punto di vista pragmatico, più che educativo, a volte è per un giocatore qualcosa che serve per resettare la situazione, per ripartire da capo?

NOVAK DJOKOVIC: “Alcune persone dicono che se si vule usare la parola ‘pragmatico’ nel mio caso perché così posso dare sfogo a qualunque tensione e frustrazione e ricominciare, forse è stato questo il caso stasera. Ma non incoraggerei nessuno a farlo. Né incoraggio me stesso. Non ne sono felice. Sicuramente non mi piace averlo fatto, ma l’ho fatto e basta e devo assumermi la responsabilità.

Sì, immagino che in alcuni casi sia successo in passato in cui dopo averlo fatto sono tornato a giocare più liberamente, immagino semplicemente lasciandomi andare. Esistono diversi modi, forse più intelligenti, per sfogare la frustrazione piuttosto che rompere una racchetta (sorride).

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