Massimo Sartori, il primo coach di Jannik Sinner, nel corso di un’intervista concessa alla trasmissione radiofonica “Radio anch’io sport” su Rai Radio 1, ha analizzato la finale persa dall’altoatesino con Novak Djokovic alle Nitto ATP Finals di Torino: “Nole ha disputato un match praticamente perfetto, queste sono le sue partite, è sembrato subito tranquillo fin dal primo punto, completamente in controllo del gioco: nelle finali il serbo diventa ancora più difficile da battere, la verità è che più si va avanti nel torneo, più rappresenta un pericolo per gli avversari. Jannik era un po’ stanco e forse un po’ teso, in fondo si trattava del match più importante della sua giovane carriera”.
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Lo storico coach di Andreas Seppi ha raccontato il suo primo impatto col giovane Sinner: “Quando l’ho visto per la prima volta aveva circa 13 anni, eravamo a Ortisei: mi colpì l’armoniosità dei suoi movimenti, in particolare del rovescio. Aveva una particolare dinamica del servizio, serviva a piedi uniti quasi ad imitare Gael Monfils. Era evidente che avesse la stoffa per diventare un giocatore vero. Col suo fisico, in realtà, sarebbe potuto diventare fortissimo in qualsiasi sport. Infatti ad esempio sciava molto bene, anche se alla fine poi ha scelto il tennis”.
Dopo la finale al Masters nel 2024 l’obiettivo sarà quello di arrivare fino in fondo ad un torneo dello slam (Sinner fino ad ora ha raggiunto la semifinale a Wimbledon, proprio quest’anno): “Penso sia pronto per vincere un torneo dello slam” dice Sartori.
“Il lavoro del suo team sta andando nella direzione giusta, Jannik è migliorato moltissimo dal punto di vista fisico, la sensazione è che adesso possa finalmente reggere lo sforzo di match lunghi e faticosi contro i migliori tennisti del mondo. E nel corso del 2023 è riuscito a rimanere competitivo nell’arco di tutta la stagione, dall’inizio alla fine, sintomo di un lavoro eccellente dello staff che lo segue quotidianamente”.