[1] N. Djokovic b. [4] J. Sinner 6-3 6-3
Nessuna buona azione resterà impunita. All’ultimo atto delle Nitto ATP Finals, Jannik Sinner non riesce a replicare la prestazione stellare di martedì scorso, la prima vinta dall’azzurro contro il fenomeno di Belgrado, e si arrende in due set, 6-3 6-3, a Novak Djokovic in grandissimo spolvero. In quello che è stato il loro quinto confronto diretto, Djokovic riporta allora a tre il vantaggio su Jannik – primo italiano a disputare l’incontro valido per il titolo nel Campionato di Fine Anno dell’ATP – in virtù di una prestazione ai limiti della perfezione per un set e mezzo, lasciando per strada appena due punti in battuta nel primo parziale, piantando complessivamente 13 ace (91% di punti sulla prima, 5 persi sulla seconda ed entrabe le palle break salvate. Tre volte ha invece strappato la battuta al Rosso di Sesto Pusteria, colui che aveva tenuto 56 turni su 58 in questa settimana.
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Non sbagliare è certo parte importante del gioco, ma non serva a molto se l’altro ti sommerge di vincenti; Djokovic, tuttavia, ha anche tenuto grande profondità e mosso benissimo la palla con impressionante costanza, rendendo molto, troppo complicato per Sinner uscire efficacemente dagli scambi; e, considerando che Nole è stato dominante in quelli medi e lunghi (su quelli brevi, le statistiche citate sopra parlano da sole), le occasioni per vincere punti sono state ridottissime.
Qualcosa è finalmente cambiato a partire dalla metà del secondo parziale, con due game in ribattuta nei quali Jannik è finalmente riuscito a prendere il controllo degli scambi, cercando di tirare fuori tutto il possibile e anche approfittando della comparsa di alcuni errori serbi. Risposte imprecise e un altro paio di errori vistosi si sono rivelati però fatali e un match sul punto di riaprisi si è addirittura concluso con un game di anticipo sul doppio fallo azzurro.
6-3 6-3 il punteggio quando il cronometro segnava un’ora e quarantatré minuti di gioco. Nole mette le mani sull’edizione 2023, la terza senza alcun rappresentante della Lost Generation (quella di Dominic Thiem), che gli vale il primato in solitaria per numero di titoli, sette, staccando Roger Federer. È anche il 98° titolo, portandosi a meno cinque da Federer
Per la quarta volta nella storia delle Finals, un giocatore ha giocato due match nella stessa settimana contro Novak senza riuscire nell’impresa di batterlo in entrambe le occasioni. Nel 2008 Davydenko aveva rimediato due sconfitte, nel 2015 Federer ci aveva vinto nel girone per poi perdere in finale, mentre tre anni dopo Zverev non si dev’essere lamentato troppo della sconfitta nel round robin grazie alle coppa alzata la domenica successiva.
Le parole di Novak Djokovic dopo aver alzato il trofeo: “Credo che iniziamo in italiano, proviamo almeno. Grazie di tutte le parole, Jannik. Congratulazioni anche a te, al tuo team, la tua famiglia, per la bellissima settimana. Puoi essere orgoglioso per tutto l’anno. Sei molto vicino per vincere Slam ed essere n.1 del mondo, ti auguro questo. Devo dire qualche parola al mio team, che passa momenti buoni ma anche difficili, 24 ore con me ogni giorno. Pensano come aiutarmi per vincere le più grandi coppe del nostro sport. A 36 anni le cose sono un po’ differenti, ma devo dire che il lavoro che mettiamo, che dà frutti, mi rende orgoglioso. Sono grato a tutto il team, alla mia famiglia e i miei bambini, che mi danno forza e gioia. Poi devo dire una cosa bellissima: Jannik ha giocato qui a Torino come italiano, però anche quanto supporto questo sport ha in questo Paese è incredibile. Grazie per la vostra presenza, sia a Roma che qui. Questo torneo è sempre uno spettacolo, tanta attenzione per venire a vedere i migliori giocatori del mondo. E in quanto tale mi sento onorato a venire qui e giocare davanti a voi. Grazie a tutte le persone che non parlano italiano, per avermi seguito in questa lunga stagione, una delle più piene di successi della mia carriera. Grande sforzo per fare ciò, abbiamo la stagione più lunga di tutti gli sport, fino a dicembre. Fantastico vedere persone da tutto il mondo per venire a vedere questo sport meraviglioso“.
Le parole di Sinner al momento della premiazione: “Grazie a tutti. Nole, con te posso parlare in italiano…congratulazioni per questa settimana e non solo. Hai iniziato la stagione vincendo, la chiudi vincendo, hai vinto tanti tornei. Sei un’ispirazione non solo per tutti quelli che stanno guardando, ma per i giocatori. Fai vedere, come il tuo team, che la professionalità che hai, che stai dando, è pazzesca. Volevo ringraziare il mio team, abbiamo fatto gli ultimi due tre mesi tante partite, ci siamo migliorati durante tutta la stagione, abbiamo avuto la fortuna di giocare contro i migliori. Possiamo ancora migliorare tanto, e ci dà un punto di riferimento importante. Ma possiamo guardare tutte le cose positive che abbiamo dato questa stagione. Siamo partiti che ero un giocatore, ora sono un altro, grazie a voi che mi fate capire tante cose. Voglio ringraziare la Federazione: nel 2019 ho giocato le Next Gen grazie a una wild card, non avrei mai pensato in qualche anno di essere qua a Torino per il torneo più bello dell’anno. Tutti gli sponsor che fanno questo evento, giudici di linea, raccattapalle, e soprattutto grazie a voi. Mi avete raccolto come un piccolo bambino, mi avete dato forza soprattutto nei momenti difficili, anche fuori dal campo. Abbiamo ancora la Davis, speriamo di far bene anche lì“
Vediamo nel dettaglio com’è andata cercando e poi torniamo a parlare dell’elefante, più che nella stanza, in campo sulle spalle di Jannik.
Primo set – Nole non sbaglia mai, Jannik non chiede un challenge e subisce il break
Djokovic scegli di iniziare in battuta che tiene a zero con un paio di ace, arrivando così a quota 40 nel torneo. Tocca a Sinner (primo con 45 ace) e c’è subito uno scambio che Nole perde sbagliando il 18° colpo, ma solo dopo aver stupito con un recupero su un dritto azzurro molto stretto. Primo game con la battuta in difficoltà sul 2-1, quando Sinner viene raggiunto sulla parità, punito da un lob per la volée rovescio troppo morbida a cui segue un errore. Djokovic sembra prendersela almeno con lo sguardo con qualcuno del pubblico, Aurelie Tourte sulla sedia resta in silenzio nonostante passi più di un minuto e mezzo dalla conclusione dell’ultimo punto; Sinner sbaglia nello scambio successivo (in realtà, la grafica mostra la palla toccare la riga di fondo, ma il nostro non ha chiesto la verifica) e di nuovo il dritto lo tradisce nel punto che manda avanti l’avversario.
Nessun problema da parte di Djokovic a consolidare il vantaggio né a salire 5-2, mentre Sinner fa il suo. Due punti persi nei propri turni di battuta (peraltro sulla prima) dal ventiquattro volte campione Slam al momento di servire per assicurarsi il set e due sono anche i suoi gratuiti: numeri che non cambiano in virtù del terzo game in bianco e 6-3. Otto vincenti per Nole di cui sette ace, ma non è che ci sia un gran bisogno di cercare il winner nello scambio se non sbagli per primo e non permetti all’altro di entrare.
Secondo set – Sinner subito sotto, poi cambia qualcosa ma l’azzurro non ne approfitta
Jannik comincia cedendo il servizio a zero, piuttosto inevitabile quando l’avversario risponde sempre e recupera l’impossibile quando è costretto a farlo (neanche spesso, invero). L’azzurro rischia lo 0-3 pesante, ma tre volte da sinistra si salva – due con la battuta, una grazie al dritto serbo che non si prende margine sufficiente per il passante di dritto a Sinner pressoché battuto.
Al sesto gioco arriva finalmente un passaggio a vuoto del trentaseienne di Belgrado, Sinner approfitta di qualche seconda di troppo per guadagnarsi due palle consecutive per il 3 pari, ma non riesce a tenere in campo la risposta, con più di un rimpianto sulla seconda opportunità. Nonostante la chance sfumata, il match è cambiato
Djokovic al volo commette un errore (non il primo) da corso adulti, si è interrotto il circolo (per lui) virtuoso fondato su tranquillità e precisione, forse anche perché sente il traguardo sempre più vicino. 0-30, ma la risposta sbagliata sulla seconda è un colpo al cuore per i tifosi azzurri. Djokovic ne approfitta e vola a chiudere prendendosi un altro break sul doppio fallo di Jannik.
Valeva la pena ‘eliminare’ Djokovic prima?
Dopo aver battuto Djokovic nel girone, Sinner ha avuto la possibilità di eliminarlo al turno successivo non battendo Holger Rune – in pratica, fare in due rate quello che sarebbe successo in un torneo dal formato classico. Come del resto potrebbe aver fatto Medvedev, preferendo (chiaramente è una supposizione) sia evitare Djokovic in semifinale, sia avere tra gli ultimi quattro Alcaraz, crollato dopo la semifinale allo US Open, invece di Zverev, ben più pericoloso in queste condizioni in un’eventuale giornata di estrema fiducia sull’onda di una prima di servizio ingiocabile. Il che, da parte di Sinner, non si sarebbe affatto risolto in una prestazione scadente, visto che affrontava il numero 8 del mondo Rune e non un 2.3.
La storia si ripete se non si impara dagli errori, propri o di altri. Simona Halep nel 2014 era stata tanto gentile da offrire l’esempio da non seguire quando, sconfitta Serena Williams nel girone, non approfittò della possibilità di escluderla dal torneo e – come nelle unanimi previsioni dell’epoca – venne asfaltata in finale (6-3 6-0) dalla stessa Serena. Asfaltare non sarà un verbo corretto ma è quello giusto. Scorrendo l’albo d’oro delle WTA Finals, in corrispondenza dell’anno 2014 si legge solamente il nome della vincitrice, senza alcuna postilla con lodi per Simona. Anche Jannik, pur potendo, non ha realizzato quello che è lo scopo nei tornei di tennis, ovvero eliminare l’avversario, che in questo caso – come tutti sapevano fin dall’inizio a partire dai bookmaker – era Novak Djokovic. Così, le Nitto ATP Finals 2023 vanno in archivio con il nome del serbo inciso sulla coppa.
Resta in ogni caso il grande torneo di uno Jannik in crescita letteralmente esponenziale durante questa stagione, non solo per il primo trofeo Masters 1000 a Toronto (e quello sostanzialmente anche più pesante di Pechino) o per il numero 4 (quattro!) del mondo raggiunto partendo da quel 15° posto invero risultato di qualche guaio fisico di troppo nel 2022, ma anche di palpabili miglioramenti dal punto vista tecnico, tattico e mentale che hanno portato a quei traguardi. Otto vittorie consecutive contro top 10 prima di questa finale, tra le quali spiccano i successi “inediti” contro Medvedev (addirittura tre vittorie), Djokovic e, ovviamente, Rune, colui che probabilmente riceverebbe la maggioranza dei voti in un ipotetico sondaggio tra i top 100 ATP: chi preferiresti affrontare in finale, Holger o Novak?
La prossima settimana, in Coppa Davis a Malaga, superando i rispettivi quarti di finale Serbia e Italia potranno incontrarsi in semifinale e in quel caso ci sarà già un nuovo capitolo della sfida tra Jannik e Novak.