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Coppa DavisEditoriali del DirettoreFlashItaliani

Coppa Davis: Se io fossi il capitano, proverei Lorenzo Musetti… E non do Sinner per battuto con Djokovic. Ha più chance qui che a Torino

Alle ATP Finals Djokovic si è avvalso di una superficie più veloce per fargli 33 ace in 5 set. Con Alcaraz ne aveva fatti solo 2. Kecmanovic ha perso 2 partite su 2 con Musetti

Last updated: 25/11/2023 11:48
By Ubaldo Scanagatta Published 24/11/2023
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8 Min Read
Filippo Volandri speaks to Matteo Arnaldi of Italy during the Quarter-Final match against Botic van de Zandschulp of the Netherlands in the Davis Cup Final at Palacio de Deportes Jose Maria Martin Carpena on November 23, 2023 in Malaga, Spain. (Photo by Clive Brunskill/Getty Images for ITF)

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Lettori di Ubitennis mi chiedono: “Ma se tu, Ubaldo, fossi il capitano di Coppa Davis, chi faresti scendere in campo per primo nel singolare importantissimo fra i numeri due?”

Premesso che io a differenza di Filippo Volandri non ho avuto la possibilità di vedere alcun allenamento e la condizione fisica oltre che quella tecnica di adattabilità alla superficie, né la possibilità di parlare a lungo con Lorenzo Musetti e Matteo Arnaldi per “tastare” il loro stato mentale, la loro serenità, credo che “rischierei” Lorenzo Musetti.

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Quando virgoletto e dico “rischierei” è perché a) penso che non sia il caso di far giocare due partite di fila a Lorenzo Sonego se fino all’altro giorno non era considerato in grado di giocare il singolare e gli è stato preferito un semi-esordiente come Arnaldi. b) fra Musetti in crisi di risultati (ma in vantaggio 2-0 nei confronti diretti con Kecmanovic che probabilmente verrà riconfermato alla luce dell’ottimo match giocato senza concedere alcuna pallabreak a un buon Draper) e Arnaldi che non può essere molto più in fiducia di Musetti dopo i 15-20 gg in cui – lo ha detto lui – non ha potuto giocare e soprattutto dopo la dolorosa sconfitta con Van de Zandschulp.

Solo se Musetti mi dicesse di non sentirsela non lo manderei in campo. Convinto di poter vincere deve essere per primo il giocatore. Un Musetti abbastanza sicuro di sé ha certamente le armi per battere Kecmanovic.

Lo ha già dimostrato, anche se è vero che a Montecarlo 2022 (7-6,6-0) si è giocato sulla terra battuta e che a Napoli 2022 (6-3,6-4) si giocava su un campo strano e in condizioni particolari. Resta il fatto che Kecmanovic non ha vinto un set su 4 con Musetti e questo un giocatore, qualunque giocatore, se lo ricorda.

Difficilmente Arnaldi può essere uscito dalla sconfitta con il n.2 olandese VDZ come se non fosse accaduta. Anche se gli è andata bene che la gente potrà dimenticarla grazie all’exploit abbastanza inatteso della coppia Sinner-Sonego. E anche se quando Arnaldi è venuto in conferenza stampa è sembrato non essersi reso troppo conto della bassa qualità del match (anche dell’avversario) e della sua partita, al punto che è apparso inconsuetamente e sorprendentemente perfino un tantino arrogante nelle sue risposte: “Mi hai fatto 4 domande… non le ricordo!”, mi ha detto, quando chi vuole rivedere il video potrà rendersi conto che le domande erano state solo due, per nulla polemiche o provocatorie, e neppure troppo complicate da ricordare.

Quelle risposte un po’ scontrose, quando peraltro il suo nervosismo era giustificato e dalla sconfitta che in quel momento pareva catastrofica e dal fatto che nessuno poteva immaginarsi che Sinner e Sonego ci avrebbero messo una pezza, testimoniavano però una ferita fresca abbastanza seria nella sua psiche.

Per tutte queste ragioni, ripeto, e senza nessuna certezza di essere nel giusto, rispondo a chi mi chiede chi schiererei, e  fatte salve le doverose premesse di cui sopra, che non “rischierei” né Sonego né Arnaldi, ma “rischierei” Musetti sapendo che se Lorenzo gioca come sa la partita la porta a casa. Non penso che Lorenzo abbia disimparato a giocare. La sua è stata una crisi psicologica. Caricato al punto giusto da un mental coach come si deve, spronato da Volandri nel modo più giusti, reagirà.

Lui sa, e questo può aggiungere pressione sulle sue spalle – ma in tante occasioni, come in Slovacchia, ha dimostrato di spaerla sopportare – è importante che la porti a casa, perché sul conto del duello Sinner-Djokovic beh… onestamente e purtroppo il favorito resta il n.1 del mondo.

Nel dire ciò però non mi do per arreso, così come sono sicuro che Jannik nello scendere in campo per la terza sfida in due settimane non si considera certo vinto.

Dopo le tre partite perse più indietro nel tempo, delle ultime due Jannik ha certamente giocato meglio la prima nel round robin a Torino e Novak peggio.

Però, attenzione: la partita del round robin mi è parsa tutto sommato più vera di quella vista in finale quando Djokovic gli ha concesso solo due punti nei suoi turni di servizio nel primo set e fino alle fasi finali della partita ha sempre tenuto il servizio più che agevolmente. Sinner era logorato da una settimana di grandi risultati, di grandi attenzioni, di grande pressione. Era la sua prima grande finale. Quella di questo sabato non lo è. E’ importante, certo, ma non è una finale. Non ha granché da perdere. Perdesse tutti lo considererebbe cosa normale. Invece a Torino c’erano tanti che quasi non la consideravano tale.

Qua il campo, pur veloce, è meno veloce che a Torino. E per come ho visto rispondere questo giovedì Jannik in doppio, sono convinto che il “nostro” risponderà più e meglio che a Torino.

C’è anche da capire, inoltre, perché a Torino Djokovic abbia messo a segno 20 ace nel primo match (di tre set) e 13 nel secondo (di due set non lunghissimi). Perché ne ha fatti 33 a Sinner quando contro Alcaraz in due set ne ha fatti solo 2, contro Hurkacz in 3 set solo 6, contro Rune in 3 set solo 10?

E’ una posizione troppo arretrata di Sinner che ha permesso a Djokovic, soprattutto con traiettorie esterne sulle quali Sinner non riusciva a “tagliare” l’angolo, di fare tutti quegli ace?

Se questo tipo di analisi fosse stato fatto dal team di Sinner, sono certo che questa volta Djokovic farebbe meno ace. Vedremo.

Sinner è sfavorito, ma quando c’è equilibrio, può fare male anche a un Djokovic che fosse appena un 10% sotto al suo miglior livello. Djokovic ci tiene da matti ad assicurare alla sua Serbia questa Coppa Davis. Se le cose gli si mettessero anche un pochino male qui non avrebbe Ivanisevic da… insultare.

Riconfermo quanto scritto ieri. Penso che chi vincerà fra Italia e Serbia vincerà la Coppa Davis. Intanto partirà con un vantaggio di 1-0 nella sfida tra i numeri uno. De Minaur non vincerà con Sinner con il quale ha perso 5 volte su 5 mentre con Djokovic ha perso 6-1,6-2,6-2 nell’unica occasione in cui lo ha incontrato. Nelle altre due partite, quella fra i numeri due e il doppio, si giocherà ad armi pari. Per il calcolo delle probabilità, assunzione semplicistica, forse una la si vincerà. Mi auguro che tocchi all’Italia. Dal 1998 non abbiamo più giocato finali. Sono passati 25 anni. Un quarto di secolo. Forse è arrivata l’ora.


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TAGGED:coppa davis 2023featuredFilippo Volandrijannik sinnerLorenzo MusettiNovak Djokovic
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