Quanto vale la vittoria della Coppa Davis per Sinner & Co?

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Quanto vale la vittoria della Coppa Davis per Sinner & Co?

Un montepremi di tutto rispetto è appannaggio dei vincitori dell’Insalatiera, ma le prestazioni in campo di Jannik Sinner potrebbero valergli anche di più

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Jannik Sinner - Coppa Davis 2023 (foto Marta Magni)
Jannik Sinner - Coppa Davis 2023 (foto Marta Magni)
 

Non solo gloria. Domenica scorsa, la squadra azzurra capitanata da Filippo Volandri si è imposta sull’Australia per 2-0 grazie alle vittorie in singolare di Matteo Arnaldi e Jannik Sinner, iscrivendo così nell’albo d’oro della Coppa Davis il nome Italia: è la seconda volta nella storia della competizione, dopo quella del 1976, celebrata per 47 anni e che ora potrà essere lasciata magari non proprio in pace, ma almeno riposare un po’ gli occhi con qualche riflettore in meno puntato addosso ogni settimana (quattro all’anno) in cui si compete per l’Insalatiera.

Non solo gloria, però, si diceva. Come ogni evento sportivo che desti l’attenzione di milioni di appassionati, la partecipazione e, ça va sans dire, ancor più le vittorie portano in dote un montepremi tutt’altro che trascurabile per i professionisti della racchetta. Ciò a dispetto del fallimento dell’accordo fantamiliardario con Kosmos, che dal favolistico quarto di secolo originale non è sopravvissuto al quarto anno (“di disastri” per usare le parole di Lleyton Hewitt di qualche mese fa).

L’ITF per adesso ha tenuto botta, arrivando addirittura a innalzare il montepremi della omologa manifestazione femminile, la Billie Jean King Cup, ora uguale a quello maschile. Vediamo allora quello che incamerano le nazionali (intese come giocatori, ulteriore denaro è destinato alle relative federazioni).

Le squadre non sono uscite dalla fase a gironi riceveranno 514.000 dollari, mentre alle perdenti ai quarti ne sono destinati 1.100.000. Alle semifinaliste – Serbia e Finlandia – spettano 1.300.000 dollari.

Veniamo a chi ha perso in finale, vale a dire gli australiani – gli unici a non aver strappato un rubber all’Italia, quindi non degli… aussie duri, dopotutto (la pronuncia in realtà è òsi, ma la battuta avrebbe meno effetto).

L’assegno per il gruppo del citato capitan Hewitt è di 1.500.000. Un balzo e si arriva all’assegno destinato ai campioni del mondo, 2.100.000 dollari, poco più di 1.900.000 euro. Non sappiamo come saranno divisi tra Sinner, Sonego, Musetti, Arnaldi e Bolelli: in parti uguali, oppure con una quota fissa più un contributo in proporzione agli incontri giocati, a quelli vinti o in altro modo? Nella prima ipotesi, parliamo di 380.000 euro a testa e lo scriviamo solo per il (dubbio) gusto di dare una cifra, perché non è ragionevole immaginare che possa essere così.

Si potrebbe infatti sostenere senza timore di smentita (ma eventualmente ben accolta se arrivasse in via ufficiale dalla FITP) che il contributo in campo di Jannik che ha sempre vinto è stato superiore a quello di Simone che a Malaga non ha mai giocato (d’altra parte, e parliamo in generale, se chiami un solo giocatore per fare un doppio, qualcosa forse non hai capito) e ciò fa sempre la differenza. Anche il ranking dei tennisti potrebbe essere un parametro, come accade in United Cup e come vale per la squadra finlandese, inattesa tra le ultime quattro a Malaga, secondo quanto spiegato da Teemu Purho, boss della Tennisliitto. Il quale ha specificato che, in mancanza di un accordo sulla spartizione, ci si rifà alle linee guida dell’ITF.

Possiamo comunque dare per plausibile che Sinner si accaparrerà (giustamente) una grossa fetta di quel montepremi, andando così ad incrementare i circa 8.300.000 dollari delle sue vincite stagionali nei tornei del Tour. E in altra sede parleremo dei bonus pool di fine anno offerti dall’ATP.

Per Jannik, il valore della vittoria della Coppa Davis in termini di ritorno di immagine e quindi economico, va certamente oltre il prize money, sia per aver riportato l’Insalatiera in Italia dopo quasi mezzo secolo, sia per averlo fatto battendo Djokovic. E non semplicemente battendolo: annullandogli tre match point consecutivi e ripetendosi in doppio poco dopo, in quello che è diventato il quarto confronto in dodici giorni con il fenomeno di Belgrado, dando se possibile (e sì, è possibile) ancora più risalto all’impresa. Non va per questo dimenticato il determinante contributo di Sonego nel doppio decisivo, senza tuttavia fingere che giocare al fianco di Jannik non sia più ben facile che farlo dallo stesso lato della rete con Nole – un ulteriore merito al Rosso di Sesto Pusteria.

Un ritorno di immagine che è dunque facile ipotizzare enorme per colui che è l’unico italiano nella top 100 degli atleti più “vendibili” sul piano commerciale, nonché con all’attivo contratti di sponsorizzazione con aziende di grande spessore per (presunti) 20 milioni nel solo 2023. E pensare che, per difendere ciecamente il rifiuto di Jannik davanti alla convocazione alla fase a gironi delle Finali a Bologna, c’era chi sosteneva che “tanto la Davis non vale nulla”.

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