L'astuto Tabilo balza in testa alla Race degli under 30 (più un classe 1987 che non è Djokovic)

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L’astuto Tabilo balza in testa alla Race degli under 30 (più un classe 1987 che non è Djokovic)

Mentre i top player aspettano la ripartenza del Tour, c’è un gruppo che già sta correndo verso le Finals di Torino… 2024. E somiglia molto a quello degli otto (nove…) che le hanno appena giocate

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Fabio Fognini – ATP Challenger Valencia 2023 (foto via Facebook @Copa Faulcombridge Ciudad de Valencia)
 

Diversamente dal Ranking ATP, che ordina i giocatori sulla base dei punti conquistati nelle 52 settimane precedenti, la Race è la classifica “stagionale”, quella in cui a inizio anno tutti partono da zero e “corrono” verso la città sede delle Finals (Torino, nelle ultime tre e almeno due prossime edizioni), il traguardo che taglieranno in otto, definiti però sulla base del Ranking, secondo il regolamento ATP che non menziona mai la Race. In pratica, tuttavia, non c’è alcuna differenza, dal momento che, tranne rarissime eccezioni (le recenti classifiche pandemiche), le due finiscono naturalmente per coincidere quando i punti conquistati alle ATP Finals dell’anno precedente vengono scalati subito prima che inizi la nuova edizione.

Pur snobbata dal Rulebook, la Race rimane uno strumento utilissimo dopo lo US Open per capire al volo la situazione dei candidati al “Masters” senza andare a calcolare quanti punti difende chi, ma anche nei mesi precedenti per “ricordarsi” rapidamente di come stia andando l’annata dei tennisti un po’ meno sotto i riflettori.

Un’altra precisazione riguarda quel “a inizio anno” menzionato come momento in cui parte la corsa – e non perché in realtà il Tour comincia già a fine dicembre. Infatti, esaurita la propria utilità una volta identificati e ordinati coloro che si contenderanno il titolo di Maestro, la Race si dissolve ma solo per rinascere istantaneamente, di nascosto, mentre l’attenzione di tutti è rapita dalle gesta dei magnifici otto. Insomma, mentre a Torino si battagliava a colpi di racchette, qualcuno era già uscito dai blocchi in direzione… sempre Torino, ma quella futura, del novembre 2024.

Dunque, lo scorso lunedì 20, grazie al titolo di Montevideo nel torneo di categoria Challenger 100, così chiamata perché assegna 100 punti al vincitore (puntualizzazione necessaria perché qualcuno ha dimostrato di non comprendere all’istante lo spirito del gioco), Facundo Diaz Acosta ha potuto vantare il primo posto nella Race. Che non varrà quanto l’oro vinto ai Giochi Panamericani né quanto l’ingresso diretto nel tabellone all’Australian Open ormai assicurato proprio in virtù di quei cento punti, però magari si è fatto uno screenshot come ricordo.

Passando invece alla “classifica stagionale” di questa settimana, Alejandro Tabilo ha scalzato l’argentino balzando in vetta dopo aver sollevato il trofeo a Brasilia (anzi, prima di sollevarlo, giacché la Race è aggiornata in tempo reale). Una prima posizione in solitaria perché l’astuto mancino cileno ha vinto il Challenger 100 brasiliano partendo dalle qualificazioni, impresa che gli ha portato in dote cinque ulteriori punti. Non tutta questa impresa, potrebbe argomentare qualcuno, perché ha dovuto giocare solo un turno e contro il n. 440, ma se costui si chiama Statham un po’ di timore lo incute.

Lasciando da parte ma non troppo Tabilo e gettando uno sguardo d’insieme alla versione dell’ultimo lunedì della protagonista del presente articolo, non si possono non notare similitudini sospette con la Race pre-Finals, che a questo punto possiamo definire “classifica stagionata”.

Confrontando i primi otto di entrambe, scopriamo che la somma delle età dei tennisti è di 203 anni in quella 2024 e di 202 in quella 2023. Quasi identiche, per una media che differisce di appena 0,12.

Race del 27 novembre 2023

Race dell’11 novembre 2023

Nel dettaglio, colpisce che in entrambe compaia un classe 1987 (con la differenza che domenica scorsa Fabio Fognini ha vinto una coppa e Novak Djokovic no) accerchiato da under 30, ma non solo: a eccezione di Marterer, che per sette mesi non rientra tra i “primi nextgen” e sottrae l’ottavo posto al venticinquenne Watanuki a pari punti, non ci sono rappresentanti della Lost Generation (quella di Thiem e Dimitrov, per dire).

Così, mentre Fabio è vicinissimo al suo 60° main draw in uno Slam, possiamo concludere: sette tennisti nei loro vent’anni e un “anziano” hanno giocato giocato a Torino due settimane fa e lo stesso si può dire del gruppo che adesso sarebbe qualificato per le Finals 2024. C’è chi le chiama coincidenze.

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