La stagione appena conclusa di Lorenzo Musetti è stata al di sotto delle aspettative accumulate a fine 2022. L’annata fin dal suo inizio si è rivelata abbastanza sottotono: si attendevano ben altri risultati sul rosso sudamericano, la situazione è poi leggermente migliorata in primavera grazie ad alcune ottime prestazioni sulla terra europea. Alla fine tuttavia in termini di classifica, nonostante le difficoltà incontrate, lo scarto rispetto all’anno passato è stato esiguo: solamente quattro posizioni perse. A tracciare comunque un bilancio del carrarino nel 2023, ci ha pensato ai microfoni dell’ATP – precisamente al podcast ufficiale della Radio dell’associazione giocatori – il suo coach Simone Tartarini che dal prossimo gennaio (Lollo ripartirà dal torneo di Hong Kong), e per un periodo di circa 12 settimane, vedrà affiancarsi stabilmente dal Davis-man del 1976 Corrado Barazzutti – particolarmente critico nei confronti della Federazione per come è stata gestita la cerimonia della squadra campione del mondo agli Awards di SuperTennis – nel ruolo di Super-Coach.
L’analisi del 2023 di Musetti
“Quest’anno non è stato facile per Lorenzo [Musetti, ndr], l’anno scorso chiuse benissimo giocando i quarti contro Novak [Djokovic, ndr] – a Parigi Bercy –, mentre quest’anno abbiamo cominciato male in Australia perdendo contro Harris. Nello swing sudamericano, poi, non ha giocato bene a causa delle diverse condizioni incontrate tra Buenos Aires, Rio e Santiago. A metà stagione, sulla terra battuta, abbiamo ottenuto buoni risultati tra Montecarlo, Roma e Parigi, arrivando sempre al terzo turno in sei tornei su otto disputati. Anche sull’erba non è andato affatto male, con i quarti di finale a Stoccarda e al Queen’s e il terzo turno a Wimbledon. Poi sono cambiate tante cose: dalla vita privata ad altri aspetti. L’anno prossimo diventerà papà e non sarà facile per lui, è molto giovane“.
La paternità può aiutare il tennis
“Lorenzo è felice e lo sono anch’io, ma non è facile controllare tutto, né per me, né per lui, né per i suoi genitori. C’erano tante cose da pianificare: la casa, la vita e forse non era concentrato sul tennis. Ogni persona è diversa. Anche Fritz e Khachanov sono diventati padre molto giovani. Per me Lorenzo è molto intelligente e la sua paternità è una bella notizia, ma in questo momento non è facile. L’anno prossimo, invece, non ci saranno problemi e si concentrerà solo sul tennis. Essere padre comporta nuove responsabilità e penso che lo possa aiutare anche sul campo da gioco“.
La costruzione di un Top 10 richiede ancora tre anni
“Oggi Lorenzo è ancora un giocatore in costruzione, è diverso da Jannik [Sinner, ndr], Holger [Rune, ndr] o Carlos [ALcaraz, ndr]: loro hanno una mentalità diversa. Mi piace quando riesce a giocare il suo tennis diversamente, ma non è sempre facile farlo. Penso che nel giro di due o tre anni potrà diventare uno dei primi dieci giocatori al mondo, ha il potenziale per riuscirci“.
L’innesto di Barazzutti: un valevole supporto d’esperienza
“Corrado Barazzutti sarà nella squadra accanto a me l’anno prossimo, sarà un nuovo membro. Ha allenato prima Francesca Schiavone e poi Fabio Fognini, è stato capitano in Davis per vent’anni. Penso che potrà essere un ottimo supporto per Lorenzo nella dodici settimane in cui sarà con noi. Non so in che modo la collaborazione potrà evolversi, ma ciò che certo è la grandissima esperienza di Corrado. Quindi, di sicuro, un grande valore aggiunto per Lorenzo. Ed è importante perché è ciò di cui ha bisogno in questo momento. Finora, Lorenzo è sempre stato con me ogni settimana. Perciò questo non potrà che fare del bene ad entrambi“.