Per gli azzurri inizia in chiaroscuro la stagione Challenger 2024

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Per gli azzurri inizia in chiaroscuro la stagione Challenger 2024

Buoni risultati per Gigante, Vavassori e Passaro, a fronte dei tonfi inaspettati di Nardi, Bellucci e Cecchinato

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Nardi Luca - Uff.Stampa Bergamo
 

Diciamo che non ci eravamo immaginati proprio così l’esordio stagionale di Luca Nardi. Forse suggestionati dal suo bel finale di 2023 (arricchito dalla partecipazione alla Next Gen ATP Finals), eravamo convinti che il tennista pesarese avrebbe percorso con passo sicuro i pochi gradini mancanti per l’ingresso in top 100 (ora è 118). Il primo turno del Challenger 125 di Canberra (cemento) ha invece riservato a tutti noi un brusco risveglio per mano dello sconosciuto 17enne australiano Pavle Marinkov che ha sfruttato al meglio la sua wild card, fermando l’azzurro con un secco 6-4 6-1. Ci sono giunte voci di problemi di salute (una caviglia abbottata e un virus intestinale) per Nardi sul finire di dicembre.

Vogliamo credere che questi guai abbiano contribuito all’inaspettata sconfitta, ma soprattutto siamo convinti che si debba dare tempo al talento pesarese per metabolizzare il lavoro appena iniziato con il nuovo staff della ‘Galimberti Tennis Academy’. Intanto il buon Marinkov non è riuscito a ripetere il miracolo col nostro Matteo Gigante che all’esordio aveva avuto la meglio 7-6(4) 4-6 6-3 sull’insidioso statunitense Emilio Nava. E contro il neofita australiano non ha nemmeno sporcato la maglietta, risolvendo la questione con un rapidissimo 6-1 6-0. Adesso gli tocca il canadese Gabriel Diallo (n.139 ATP), sì proprio il 22enne pivot (203 cm di altezza) nativo di Montreal che in Coppa Davis in quel di Bologna giocò un brutto tiro al nostro Musetti.

Chi sembra godere di ottima salute è Andrea Vavassori che, costretto a partire dalle qualificazioni, ha ottenuto vittorie convincenti sull’australiano Jeremy Jin (3-6 6-3 6-4) e poi sul giordano Abdullah Shelbayh (6-2 6-4), altro reduce dalle Next Gen ATP Finals. All’esordio in tabellone principale ha eliminato in recupero l’indiano Sumit Nagal col punteggio di 6-7(1) 6-4 7-5. Poi nel secondo turno l’asticella si è alzata troppo per il tennista torinese che è stato costretto alla resa dalla testa di serie n.1, il tedesco Dominik Koepfer (n.77 ATP) cui è bastato sfruttare due delle tredici palle break avute a disposizione. Mentre l’azzurro non ne ha mai avuta nemmeno una per provare a pareggiare i conti. Qualificazioni fatali invece per Francesco Maestrelli che cede 7-6(4) 4-6 6-3 al padrone di casa Matthew Dellavedova che dalla sua posizione di n.456 ATP sembrava cliente decisamente abbordabile.

In Nuova Caledonia (Challenger 100, cemento) avevamo Raul Brancaccio che difendeva il suo titolo, con scarso successo in realtà perché l’incrocio col francese Titouan Droguet (n.161 ATP) gli è stato fatale (6-3 0-6 6-4), come già lo fu agli US Open per il nostro Lorenzo Musetti.

Al Challenger 75 di Bangkok (cemento) fuori subito nelle qualificazioni Giovanni Fonio che ha perso al tie-break del terzo set dallo statunitense Langmo e Salvo Caruso stoppato sempre in tre set dal giapponese Noguchi. Il tabellone principale sembrava però ben presidiato dai tennisti azzurri che potevano vantare ben tre teste di serie: Mattia Bellucci, Stefano Travaglia e Marco Cecchinato. Illusione passeggera perché sono stati tutti eliminati al primo turno, Bellucci costretto al ritiro quando era sotto 4-1 nel terzo contro l’estone Mark Lajal. Travaglia ha perso al terzo con Laurent Lokoli (n.239 ATP) e Ceck si è fatto sorprendere dalla wild card thailandese Maximus Jones (n.642 ATP) col punteggio di 7-5 6-4. Ci si deve dunque aggrappare a Francesco Passaro che ci ha messo meno a finire la partita (6-3 6-2) che non a leggere il nome del suo avversario Wishaya Trongcharoenchaikul (n.846 ATP). Al secondo turno l’avversario era invece uno vero, il russo Ivan Gakhov, testa di serie n.4 del torneo e n.180 ATP. Il perugino ha vinto 7-6(10) 6-2, esibendo un’ottima difesa del servizio con una sola palla break concessa ed annullata, a fronte di due break ottenuti. Adesso la sfida con il monegasco Valentin Vacherot (n.280 ATP) appare del tutto abbordabile.

Al Challenger 50 di Oeiras (Portogallo, cemento indoor) splendida prestazione del bergamasco Samuel Vincent Ruggeri che, pur salendo di categoria, ha dato seguito al suo splendido finale di stagione quando aveva portato a casa gli ultimi due ITF M15 della stagione (sul cemento di Sharm) apparendo semplicemente ingiocabile. Qui in Portogallo è stato costretto a farsi largo nelle qualificazioni, cosa mai facile, a spese di Rodrigo Fernandez con un doppio 6-3 e poi di Federico Iannaccone col punteggio di 3-6 7-5 7-5. In tabellone ha poi trovato ad attenderlo il padrone di casa Joao Sousa che, nonostante i 34 anni e una carriera che si sta facendo sentire sul suo fisico, rimane giocatore di talento (n.249 ATP). Ed allora Samuel ha dovuto assaggiare il duro pane dei Challenger, ma in realtà senza mai sfigurare e rimanendo dentro allo scambio con autorità. Poi il punteggio (6-4 6-2) gli è stato sfavorevole, ma le impressioni rimangono molto positive. Ancora in corsa Lorenzo Giustino che all’esordio ha superato 7-5 4-6 6-4 il ceco Michael Vrebensky (n.300 ATP) e adesso se la deve vedere con lo statunitense Thai-Son Kwiatkowski (n.322 ATP).

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