Australian Open – Perché credo che questo Sinner batterà questo incerto Djokovic. Ma non al quinto set

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Australian Open – Perché credo che questo Sinner batterà questo incerto Djokovic. Ma non al quinto set

Le difficoltà di Djokovic, 3 set perduti (e quasi 6), 3 ore in più in campo, 15 breakpoint mancati…tutto casuale? Da fondocampo Sinner ormai lo vale. Fra Alcaraz, Zverev e Medvedev per Sinner temo più duri il tedesco e il russo

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Jannik Sinner - Australian Open 2024 (foto Twitter @AustralianOpen)
 

Giocare cinque volte contro un tennista come Andrey Rublev, e batterlo tutte le sante volte, vincendoci 11 set e lasciandogliene uno solo la dice lunga sulla netta superiorità di Jannik Sinner nei confronti del tennista russo oggi n.5 del mondo, dal novembre 2022 mai sceso sotto il n.8, dall’ottobre 2020 top-ten fisso (fatta eccezione per una sola settimana da n.12).

Tuttavia quella odierna è la prima vittoria di Jannik Sinner su un top-5 in uno Slam. Quando sembrava che potesse perderci un set, sul 5-1 nel tiebreak del secondo set, Jannik è uscito fuori dalla buca con 6 punti consecutivi. Alla grande. Quei punti li ha fatti lui, non glieli ha regalati Rublev con errori gratuiti.

E quando Rublev, soprattutto con le sue terribili bombarde di dritto, è riuscito a procurarsi 8 palle break, non ne ha potuto trasformare neppure una.

Ne ha avute nel primo set 2 di fila per il 3-1; nel secondo set 2 per il 3-1, 1 per il 4-2, 1 per il 5-3; nel terzo set 2 per il 2-1.

Jannik non ha fatto una piega, non si è per nulla scomposto, ma con la tranquilla serenità del vero campione gliele ha annullato tutte, trovando quasi tutte le volte i suoi migliori servizi: 2 ace e 3 servizi vincenti, 7 “prime” e una sola “seconda” se non mi sono confuso.

Jannik non ha perso neppure un set in tutto il torneo e in 5 incontri ha perso solo due volte il servizio. Ha dovuto fronteggiare 28 pallebreak, ne ha salvate 26.

Avevo scritto l’altro giorno che avrebbe dovuto servire meglio che contro Khachanov e Jannik lo ha fatto, anche se già con l’altro russo Jannik nei “pressure-point”, i punti importanti, era passato a battere da sotto il 50% a percentuali vicine all’80%.

In toto contro Rublev ha comunque servito il 10% in più di prime palle rispetto al match con Khachanov, 64% invece del 54%. E, a riprova di quanto dicevo sui punti importanti, Sinner ha chiuso con un ace finale ben 5 game di servizio. E anche gli altri 5 ace li ha quasi sempre fatti nei punti finali e più importanti dei vari game.

Se si pensa a quanto si è letto e scritto per anni sulla fragilità del servizio di Jannik, beh non si può non riconoscere che il lavoro fatto con Vagnozzi e Cahill è stato assolutamente straordinario. E, chiaramente, non solo con il servizio.

Non ho mai avuto dubbi sul fatto che ormai Sinner fosse diventato tennista troppo più completo di Rublev, capace di troppe più variazoni tattiche e tecniche. E mi pare di averlo scritto a chiare note nei giorni scorsi anche se tanti lettori sottolineavano nei loro commenti l’eccellente stato di forma di Rublev ancora imbattuto nel 2024 e fresco vincitore di un titolo n.15 (contro i 10 di Jannik).

Adesso però l’asticella sale ancora. Jannik si deve misurare contro quel mostro sacro – in Australia, a “casa Djokovic” più …feroce che altrove – di Novak Djokovic che a Melbourne non perde dal 2018 (Chung) e che dopo 32 vittorie consecutive disputerà la sua semifinale n.11 (nonchè la n.48 negli Slam; nessuno più di lui, 46 Federer e 44 Nadal) avendo vinto tutte le 10 precedenti prima di trionfare poi anche in 10 Australian Open. Le vince e prosegue vincendo anche le finali. NOT TOO BAD, direi proprio.

Non è stato però sempre un Djokovic super convincente fin qui: ha perso un set con Prizmic, con Popyrin, con Fritz, ha rischiato di perdere un secondo set con tutti e tre.

Però alla fine ne è sempre uscito da…Djokovic, alla grande. Senza mai farsi trascinare al quinto, 6-4 a Prizmic, 6-2 a Popyrin, 6-2, 6-3 a Fritz negli ultimi due set. Come a dire: “Vecchi sarete voi! Io alla fine sono imbattibile…”. Per questo penso che Jannik, paradossalmente, contro il vecchio campione possa vincere con più probabilità in 3 e in 4 set anziché in 5.

Ma Djokovic è davvero ancora imbattibile? Un giorno o l’altro non lo sarà più. Ma quel giorno è già arrivato oppure no? “Quando non sarò più in grado di competere per vincere uno Slam smetterò di giocare…”.

Per ora Nole resta ancora sicuramente super-competitivoDi Slam ne vincerà ancora. Se questo, però, non lo so. Secondo me Jannik può batterlo senza destare eccessivo stupore. Più difficile che lo batta sull’erba e sulla terra battuta che sul cemento, per ora. E secondo me, fallibilissimo “appassionato”.

Incredibilmente, nonostante i suoi 36 anni e 8 mesi, ancor più sulla distanza dei tre set su cinque che su quella dei due set su 3, che è quella che ha visto Jannik prevalere in due occasioni delle ultime tre Jannik contro Nole fra Torino e Malaga, Djokovic  può giocare tutte le sue carte da fenomeno.

Però per quanto l’uomo di caucciù della Serbia sia un fenomeno di longevità e di resistenza, qualche crepa potrebbe essersi anche prodotta anche nel suo fisico formidabile perché i set persi  (3 che potevano essere 6) e anche i 3 tiebreak vinti lo hanno costretto a stare in campo molto più di Sinner15 ore e 18 minuti Djoko, 11 ore e 48 Jannik. Esattamente 3 ore  e mezzo di più, quanto un match duro in più. Spesso sono sforzi che si pagano e gli “anziani” li pagano più nei primi set, quando i muscoli sono ingrippati e sofferenti, che quando si sciolgono.

I campioni non più giovani soffrono poi, quando esseri normali quali Djokovic non è, più nel recupero fra un match e l’altro che nel corso di un match.

Vero, peraltro, che Nole ha finito di giocare diverse ore prima di Jannik e che poi stavolta ci sono due giorni e non uno di riposo rigenerante. Una mano della buona sorte, questa. Se  gli organizzatori avessero scelto di far cominciare l’Australian Open prima ai giocatori della metà bassa del tabellone maschile non sarebbe successo.

Molti mi hanno chiesto se esiste una regola che stabilisca che venerdì debba toccare a Sinner e Djokovic giocare per primi, quindi – ahinoi – in mezzo alla notte italiana, mentre i tennisti che hanno giocato e vinto per ultimi i loro match di quarti dovrebbero giocare al mattino italiano di venerdì.

Per fairplay dovrebbe essere proprio così. E sarà quasi certamente così. Ore 4,30 del mattino in Italia. Ma spesso sono state le tv più importanti, quella nazionale di uno Slam e magari quella americana se era quella che aveva pagato di più per i diritti, a influenzare la decisione in base al rispettivo prime time. La prima semifinale si gioca di venerdì pomeriggio Down Under, ore 14,30 in un orario in cui ci sarà a Melbourne chi ancora lavora…sebbene io mi sia accorto in tanti anni di trasferte australiane che il venerdì pomeriggio è forse (e sottolineo il forse) più la gente che fa festa che quella che resta negli uffici. Magari se ci fosse stato l’americano Fritz o l’aussie de Minaur in semifinale avrebbe potuto accadere più facilmente anche una programmazione soprendente. Alle 14,30 forse potrebbe fare molto caldo e potrebbe essere un vantaggio per Sinner. Il meteo però preannuncia un calo delle temperature di 8-10 gradi.

Tornando a Djokovic-Sinner, allora, ha fatto effetto l’inedita  circostanza di Djoko che non è riuscito a trasformare le prime 15 pallebreak. Si è detto: ma allora forse non è più il ribattitore più forte del mondo. E si dice che la cosa dovrebbe infondere fiducia supplementare in Sinner e in quanti credono in lui.

Però va anche detto che Fritz è davvero uno dei migliori battitori del circuito. Di Sinner abbiamo descritto e sottolineato i progressi, ma non batte ancora come Fritz.

Semmai, anche se ribadisco che la proprietà transitiva nel tennis non esiste, rispetto a Fritz Sinner è molto più solido da fondocampo. Mentre Fritz  era costretto a cercare di fare il punto nei primissimi scambi, perché sui lunghi palleggi era quasi sempre Djoko ad avere la meglio, fra Djokovic e Sinner oggi come oggi sugli scambi lunghi e forsennati credo si possa immaginare un sostanziale equilibrio.

Non ho certezze assolute riguardo al meteo che mi dicono quanto ho accennato sopra, ma se invece in mezzo al pomeriggio australiano di venerdì facesse

ancora molto caldo venerdì, potrebbe essere un fattore importante, almeno nei primi set e a favore di Jannik. Sempre che Jannik non abbia bleffato su quel dolorino addominale comparso a metà partita e che mi ha fatto preoccupare tantissimo. “Cibo indigesto, aria nello stomaco” ha detto lui che, in effetti nella fasi finali non si è più toccato quella che era la parte dolorante sulla destra dell’addome e ha sempre servito le “prime” sopra i 200 km orari. Spero ci abbia raccontato il vero e non abbia invece fatto pretattica per non incoraggiare il clan avversario.

Sono curioso di vedere le quote dei bookmaker, e mi piacerebbe vedere anche quanto sono diverse fra i bookies che agiscono in Italia, dove ci sarà maggior tendenza ad aver fede in Sinner, e in Australia dove invece si crederà maggiormente in Djokovic. I bookies devono vincere sempre, quindi calibrano le quote in modo che le due fazioni siano economicamente in equilibrio.

Ma quali che siano noi possiamo soltanto addurre sensazioni e credere più – fideisticamente – in una soluzione favorevole a Sinner oppure a Djokovic.

 Giocare tre su cinque sul cemento non è come giocare sull’erba di Wimbledon, cioè i due duelli vinti da Djokovic contro Sinner nel 2022 (cinque set perdendo i primi due ma dominando letteralmente gli ultimi 3) e nel 2023 (tre set a zero in semifinale ma con due setpoint mancati nel terzo set da Sinner che a me pareva in grado di far soffrire pesantemente un Djokovic in difficoltà).

Sull’erba il miglior Djokovic ha ancora margine su Sinner, che ha giocato troppo poco sui lawns inglesi per essere davvero super-competitivo.

Il cemento è invece la miglior superficie per Jannik e quel che non si sa è se Djokovic è davvero ancora il miglior Djokovic o non potrebbe invece aver perso qualche colpo, come – suvvia – sarebbe normale che accadesse.

A me ha colpito oggi il modo con cui Jannik ha gestito tutte le situazioni, anche quelle – come quella dall’1-5 nel tiebreak – sembravano complicatissime.

Si fosse trovato in quelle Djokovic…avrebbe dato di fuori di matto, se la sarebbe presa con Ivanisevic e soci. Però non ne avrebbe risentito. Troppe volte lo abbiamo visto sclerare e poi vincere alla fine.

Jannik era calmo e tranquillo, proprio sereno, come se la cosa non lo riguardasse. Bravissimo, fenomenale, formidabile. Io ho fiducia che possa vincere il torneo. Sì, perché anche se chiaramente mi posso sbagliare – e ci mancherebbe! Mica sono l’infallibile Mago Ubaldo – io penso che possa davvero battere questo Djokovic che non è il miglior Djokovic. E se supera l’ostacolo serbo e si dovesse trovare di fronte ad Alcaraz credo che batterà anche lui.

Lo spagnolo ha giocato fin qui certamente meglio di Medvedev – un paio di volte vicino ad andare a casa –  però Sinner non soffriva il suo tennis pur straordinario (come quando arrivò al matchpoint dell’US Open poi vinto da Carlitos) quando non aveva fatto ancora tutti i progressi  fatti e palesati recentemente.

Jannik soffriva molto di più – e per ben sei volte prima delle ultime tre – il tennis di Medvedev che a me fa ancora paura (anche se è apparso meno determinato di una volta).

Già, sarà una sensazione sbagliata, ma per certi versi – fermo restando che Djokovic è l’ostacolo n.1 – sento come ostacolo n.2 più Medvedev e/o il miglior Zverev che a Sinner ha sempre dato fastidio perfino sulla diagonale dei rovesci, piuttosto che Alcaraz. Ciò paradossalmente a dispetto del fatto che Medvedev è arrivato ai quarti per il rotto della cuffia e Zverev ha rischiato come e più di lui. Non ho parlato di Hurkacz. Vero. Ma a immaginarmi il polacco vincitore dello Slam australiano faccio una fatica enorme. Ok, sto facendo anch’io un po’ discorsi da bar di circoli tennis. Non intendo prendermi troppo sul serio. Esprimo sensazioni, corroborate in parte – e non in assoluto – da qualche conoscenza.

Ma quando farli questi discorsi da circolo tennis se non in queste occasioni in cui tutti parlano di tennis e chiedono e magari straparlano di Sinner, anche persone che di tennis non hanno mai saputo e seguito nulla? Dai, almeno ho buttato un sasso nello stagno, anche per farvi discutere. Lasciatemi divertire.

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