Non hanno ancora annunciato il loro ritiro in maniera ufficiale, eppure, de facto, Garbiñe Muguruza ed Ernests Gulbis appaiono oramai fuori dal giro (tennistico) che conta. Sia l’ex trionfatrice di Wimbledon (2017) che il semifinalista del Roland Garros del 2014, infatti, hanno visto scadere i loro punti nei rispettivi ranking di riferimento. Una decadenza annunciata, certo. Ma anche e soprattutto un vero e proprio peccato mortale per due (ex?) Artisti della racchetta. Del talento e delle potenzialità – non espresse completamente – di Garbiñe Muguruza è stato già detto (e scritto) di tutto. Forte, veloce, impeccabile su quasi tutte le superfici, è un’atleta che ha raccolto decisamente meno di quel che ci si aspettava da lei in carriera. Complici alcuni infortuni, senza dubbio. Ma anche un carattere non proprio incline alle pressioni che, giocoforza, bisogna affrontare in un mondo così competitivo e stressante come quello del circuito WTA. Lo stesso discorso, naturalmente, va esteso pure al caro, vecchio Ernests. Il “visionario”, Ernests. Genio e sregolatezza. Come definireste, altrimenti, uno capace di arrivare in semifinale al sopraccitato Roland Garros – con una nonchalance, tra l’altro, che neanche un impiegato mentre timbra col proprio badge aziendale – e di affogare il dolore della sconfitta – subita dal “nemico” di sempre, Djokovic – in un Casinò? Oggi viene un po’ di malinconia a pensare che l’esordio ATP di Gulbis risalga al 2004. Magari non ce ne siamo accorti per tempo, ma con i punti scaduti di Garbiñe Muguruza ed Ernests Gulbis, probabilmente, si è chiusa un’era.
Francesco De Salvin