Matteo Berrettini: "Io e Melissa Satta non stiamo più insieme. Niente Indian Wells, torno a Phoenix e Miami. Sinner mi sta aiutando tanto"

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Matteo Berrettini: “Io e Melissa Satta non stiamo più insieme. Niente Indian Wells, torno a Phoenix e Miami. Sinner mi sta aiutando tanto”

“A Jannik ruberei la risposta, è impressionante” – ha detto Matteo Berrettini in una conferenza stampa fiume. “Credevo di essere pronto per l’Australia, ma non volevo tornare infortunato”

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Come annunciato qualche giorno fa, oggi Matteo Berrettini ha tenuto una conferenza stampa inuna riunione Zoom con oltre 100 giornalisti collegati. Moderata da Riccardo Vittanza di Parole & Dintorni, responsabile comunicazione del tennista romano, la conferenza è durata oltre mezz’ora.

“Grazie a tutti per essere qui e per la pazienza e il rispetto che mi avete riservato in questi mesi in cui non ho giocato e in cui mi sono fatto sentire un po’ meno” – ha esordito Berrettini. “Il rientro in campo sarà a breve, mi sto allenando bene e mi sono preso il tempo necessario per rientrare al massimo. Voglio fare una bella annata, voglio divertirmi e mi sto concentrando come non mai nella mia carriera per tornare al top”

D: Come stai?

Matteo Berrettini: “Sono stati mesi complicati, in cui non sono riuscito a fare ciò che più amo, cioè giocare a tennis e competere. Questo mi ha fatto soffrire parecchio, rispetto al passato ho accettato un po’ meno questa cosa qui. Mi impegnavo sempre di più, ma non riuscivo ad ottenere risultati e a sentirmi giocatore. È stato un momento difficile, ma sento di averlo superato. Mi sento bene mentalmente e fisicamente, le due cose vanno di pari passo. Non vedo l’ora di sentirmi di nuovo giocatore e di iscrivermi ad altri tornei”

D: Come ti trovi con Roig, che tipo di lavoro state facendo?

Matteo Berrettini: Mi sto trovando molto bene con Francisco, ha un metodo in cui crede molto. È un allenatore molto tecnico, stiamo lavorando tanto anche su come colpire la palla. Non c’è un’area su cui ci stiamo concentrando in particolare, ma cerchiamo di curare tutti i dettagli. Non è solo servizio, dritto o rovescio, ma un lavoro più generale. È un nuovo stimolo, mi sento ancora abbastanza giovane e ho grande energia. Il nuovo team mi ha fatto tantissimi test per capire se ci fossero problemi alla base. Il tennis è uno degli sport più stressanti in assoluto. Fortunatamente non sono usciti tanti deficit, anche se è emerso che ho una scoliosi molto forte da quando sono piccolo. Stiamo lavorando molto da un punto di vista posturale”.

D: Ciò che ti ha fermato in questi mesi è stato più un problema fisico o magari mentale, avendo paura di farti male?

Matteo Berrettini: “È sempre partito tutto dal corpo, mi sono sentito stanco di dover superare tutti questi problemi fisici. È come se avessi esaurito il serbatoio di energia che mi faceva tornare più forte di prima. Non potevo aggrapparmi all’energia fisica perché non stavo bene, né a quella mentale. Adesso che invece sto meglio, anche a livello mentale, mi viene più facile anche superare i piccoli acciacchi.

D: Qual è stata la cosa più bella di questo periodo difficile?

Matteo Berrettini: “Forse il momento più bello è stata la settimana di Wimbledon 2023. Sono arrivato praticamente senza allenamento, ma la mia sola voglia di stare lì mi ha fatto capire quanto io stia bene in quell’ambiente e in quei tornei grandi. Poi ovviamente c’è l’affetto dei tifosi, che mi hanno mostrato tantissimo affetto anche durante la Davis, pur non avendo giocato”.

D: In questo tuo ritorno ci sarà ancora Melissa Satta al tuo fianco? State ancora insieme o c’è stata una rottura?

Matteo Berrettini: “Mi aspettavo questa domanda. Io e Melissa non stiamo più insieme, abbiamo avuto un rapporto bellissimo, intenso e abbiamo grande stima l’uno per l’altro. Non mi piace condividere troppo la mia vita privata, non è successo niente di particolare e devo ringraziarla per questo bellissimo periodo insieme.

D: Dove ti rivedremo nuovamente in campo? E a quale livello?

Matteo Berrettini: “Io credo che chi è stato n°6 del mondo possa sempre avere quel livello lì. Non so se tornerò ad essere 6, 7, 10 o 25 in classifica, in questo momento il ranking mi interessa meno. La cosa principale è tornare ad essere competitivo, so di poterlo essere. Non giocherò Indian Wells, ma Phoenix e Miami e tutta la stagione su terra. Non saranno un paio di settimane a cambiare le cose”.

D: Che cosa provi a vedere Sinner così in alto?

Matteo Berrettini: Provo tanta stima per Jannik, l’ho detto e lo ridico senza problemi. Mi ero accorto che il ragazzo era speciale fin dalla prima volta che ci ho giocato a Montecarlo. Sta facendo cose pazzesche, ci scriviamo spesso e siamo in contatto. Mi sta dando una grandissima mano, stare insieme anche durante la Davis è stato molto importante. Sto cercando di prendere qualcosa da lui, dalle sue routine e dal suo approccio. Non so se duelleremo per un torneo importante, ma vedere un italiano che si allena con me e che sta lassù fa venire voglia anche a me di raggiungere quel livello.

D: Qual è stato il momento più difficile?

Matteo Berrettini: “L’infortunio più difficile è stato dopo lo US Open. Per la prima volta nella mia vita facevo fatica a fare fisioterapia, mettermi sul lettino e tutte queste cose, era uno sforzo più grande di me. Mi trascinavo fuori di casa, ma mancavano proprio le energie mentali. Ho cercato di pormi le domande giuste anche insieme a Vincenzo, che allora era ancora il mio allenatore, e ci siamo resi conto che sia io che lui avevamo bisogno di stimoli diversi. C’era bisogno di un cambio di rotta: non è che non andasse bene, ma alcune volte nella vita bisogna sterzare di colpo. Rincorrerò il mio sogno di tornare a giocare a Roma, sono due anni che manco e ho tanta voglia di tornarci. Il sogno è ancora quello di alzare un trofeo importante, ma so che bisogna partire dal basso”.

D: A questo punto della storia, hai dei rimpianti? Faresti tutto allo stesso modo se potessi tornare in dietro?

Matteo Berrettini: Se guardo indietro alla mia carriera io sorrido. Guardando da dove sono partito per me è tutta una vittoria. Quella finale a WImbledon potevo vincerla, se avessi giocato il Masters, ma con i se e con i ma non si va da nessuna parte. Determinati test potevano essere fatti prima, forse sì, ma io no, non cambierei nulla. Sono felice del giocatore che sono e di quello che ho fatto nella mia vita”.

D: Sono sufficienti quattro mesi per tornare al top e presentarsi a Wimbledon tra i favoriti? Jannik sarà pronto per vincere anche lì?

Matteo Berrettini: Firmerei col sangue per uno Slam, ma il 2024 non è l’anno per tornare a rincorrere gli Slam. Ovviamente Sinner è uno dei favoriti, n°1 della race, non ha ancora perso. Se non è lui tra i favoriti, non so chi altro potrebbe esserlo”

D: C’è qualche sportivo che hai cercato, con cui ti è capitato di parlare e magari ti ha aiutato con la sua esperienza?

Matteo Berrettini: “Sì, ce ne sono stati vari. Sono circondato da un sacco di sportivi forti che mi hanno aiutato, uno di questi è Paolo Maldini. Mi ha dato molta fiducia parlare con lui, mi ha fatto capire che la carriera è ancora lunga e che le emozioni continuano ad esserci allo stesso modo anche col passare degli anni. Sentire esperienze di sport diversi è molto molto utile”.

D: Hai pensato di fare ricordo al ranking protetto? Che cos’è successo in Australia?

Matteo Berrettini: Il ranking protetto è una cosa che è venuta nel tempo, è andata di pari passo col mio rientro, che era fissato per marzo. Poi ci siamo accorti che il periodo coincideva con quello giusto per il ranking protetto. In Australia mi sentivo pronto per giocare, mi ero allenato non tantissimo ma bene. Una volta lì però, forse per le condizioni, mi sono accorto di non essere ancora pronto per performare al meglio. La priorità che ci eravamo dati era non tornare dall’Australia infortunati, quindi ci siamo fermati e abbiamo ripreso a costruire. Dallo US Open non sono riuscito ad allenarmi un mese di fila con continuità”.

D: Ubaldo Scanagatta, Ubitennis: Sono contento di rivederti. Nadal ha detto che un grande atleta ha sempre grandi dubbi, qual è il tuo dubbio più grande oggi? A Sinner piacerebbe avere il tuo servizio, a te cosa piacerebbe avere da Jannik?

Matteo Berrettini: “Ne avessi solo uno di dubbio… Per un periodo ho dubitato se fossi riuscito a tornare a giocare e a divertirmi, ma per fortuna ora quel dubbio non c’è più. Certo se guardo il mio ranking adesso e ripenso a quello che era un po’ mi dà fastidio, però ho capito l’importanza di avere questi dubbi, altrimenti non avrei più stimoli. Jannik direi che sta servendo abbastanza bene! A lui credo che ruberei la risposta, a Malaga l’ho visto in azione dal vivo ed è stato un qualcosa di impressionante”.

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