Connors difende Rublev: "Io, McEnroe, Gerulaitis e Nastase non saremmo mai andati avanti a Dubai"

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Connors difende Rublev: “Io, McEnroe, Gerulaitis e Nastase non saremmo mai andati avanti a Dubai”

“Che male c’è se un giocatore in campo si scalda?” si chiede Jimmy Connors. “C’è chi si rompe il c**o per tre ore e la partita viene decisa da uno che se ne esce dagli spalti”

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Andrey Rublev – Australian Open 2024 (foto via Twitter @AustralianOpen)
 

Manca sempre meno all’inizio del BNP Paribas Open, primo Masters1000 della stagione a livello maschile che si spera possa spazzare via tutte le polemiche dei giorni – con pochissimo tennis giocato – che lo hanno preceduto. A tenere banco è stato inevitabilmente il caso Rublev, con il russo squalificato dalla semifinale di Dubai contro Sascha Bublik.

Si è già detto tanto in proposito, da classifiche che avrebbero dovuto essere in un modo e alla fine sono state stravolte a premi in denaro prima tolti e poi restituiti. Merito senza dubbio del team legale di Andrey, che ha presentato ricorso all’ATP per restituire punti e prize money al proprio assistito, vincendolo.

In un secondo momento è poi arrivato anche un comunicato ufficiale da parte di Rublev, concluso con il solito “mi impegnerò per essere una persona migliore” ma senza il minimo accenno di scuse al giudice di linea coinvolto.

A ritornare sull’argomento, durante il suo podcast Advantage Connors, è stato proprio l’otto volte campione Slam statunitense. Che cosa c’è di male quando un giocatore si scalda? In quel momento sta lasciando sul campo tutto ciò che ha, cercando di vincere una partita di tennis dove, allo stesso tempo, affronti un avversario che sta cercando di prenderti a calci in c**o” – ha affermato Connors.

Il detentore del record per il maggior numero di titoli vinti nel circuito prosegue poi nella difesa di Rublev. “È stato squalificato senza neanche passare da un warning o da un penalty point, gli è semplicemente stato detto ‘è finita‘”. Connors pone particolare enfasi sul fatto che al russo sia stata tolta la voce, la possibilità di controbattere. O meglio, l’opportunità c’è anche stata, ma tra la parola di Rublev e quella del giudice di linea di madrelingua russa era inevitabile che a pesare di più fosse quella dell’ufficiale di gara.

“Gli hanno completamente tolto la possibilità di parlare. Quei ragazzi si rompono il c**o per tre ore, sono 6-5 al terzo e la partita viene decisa da qualcuno che se ne esce dagli spalti? Io, McEnroe, Nastase o Gerulaitis non saremmo mai andati avanti in quel torneo!” – ha concluso Connors.

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