Jannik Sinner con la conquista dell’Australian Open 2024, si è aperto un interessante spiraglio per insinuarsi in un ristretto cerchio d’élite che comprende tutti quei campioni in grado di realizzare la doppietta formata dall’Open d’Australia e da Indian Wells.
Difatti, dovesse riuscire a trionfare in California il n. 3 del mondo diverrebbe ‘solamente’ il settimo giocatore della storia ad essere capace di vincere nella stessa stagione, e sostanzialmente consecutivamente visto che si disputano nel giro di poche settimane di distanza l’uno dall’altro – al massimo può trascorrere un mese e mezzo dall’estate australiana al deserto californiano -, sia il primo Slam dell’anno sia il primo Masters 1000.
Uno scenario che porrebbe il 22enne azzurro al pari di sei autentiche leggende di tutti i tempi. I cavalieri prescelti dalla tavola tennistica per far parte di questo consiglio di “saggi” baciati dal Dio del tennis e sospinti verso l’accoppiata Melbourne – BNP Paribas Open sono, in doveroso ordine cronologico del materializzarsi della loro impresa: Jim Courier, Pete Sampras, Andre Agassi, Roger Federer, Novak Djokovic e Rafael Nadal.
In testa alla speciale classifica, che vede questi sei mostri sacri aver centrato il duplice trionfo in ben 11 diverse circostanze, figurano Nole Djokovic a quota 4 doppi successi e subito dopo in seconda fila Federer che è riuscito nell’improbo compito in 3 occasioni. Il cannibale serbo è anche l’unico ad aver conquistato la doppietta AO-IW in back to back, nel biennio 2015-2016.
Jim Courier – 1993
Da numero 1 al mondo Big Jim conferma il titolo conquistato in Australia un anno prima (nel 1992 batté in finale Stefan Edberg per 6-3 3-6 6-4 6-2) perdendo un solo set in tutto il torneo proprio nel remake dello scontro con lo svedese: nuovamente sconfitto nel match conclusivo di Melbourne, ancora in quattro parziali e sempre vedendosi scippare il terzo. Successivamente nell’intermezzo che divide il Major Down Under dalla California, il quattro volte campione Slam trionfa anche a Memphis superando Todd Martin nella finalissima dell’evento statunitense per poi invece venire sorpreso al primo turno di Philadelphia dal n.° 91 ATP Derrick Rostagno. Dulcis in fundo, l’accoppiata è realtà grazie ad un altro appuntamento del circuito letteralmente dominato da Courier, nel frangente di stagione analizzato: nella cornice di Tennis Paradise lascia per strada una frazione nei quarti contro lo svizzero Marc Rosset, prima di abbattere senza ulteriori sbavature il campione uscente Michael Chang e il sudafricano Wayne Ferreira.
Pete Sampras – 1994
Trascorrono appena 360 giorni ed ecco che ci risiamo: ancora una volta è il n.°1 ATP di quel momento ad essere in grado di vincere l’Happy Slam e IW nella medesima annata tennistica. Stiamo parlando di Pete Sampras. Pistol Pete non comincia per nulla bene l’annata ’94, poiché viene fatto immediatamente fuori all’esordio a Doha dal marocchino Karim Alami. Tuttavia, il 14 volte vincitore di una prova Major riesce a riscattarsi in men che non si dica conquistando in successione Sydney (superato Lendl in finale) e l’Australian Open con un cammino però molto più lastricato di sofferenze rispetto a quello affrontato dal connazionale che realizzò la doppietta nel ’93. Nel primo torneo del Grande Slam targato 30 anni fa, infatti, Sampras rischiò tremendamente di essere eliminato già al 2°T per mano del russo Yevgeny Kafelnikov arresosi soltanto 9-7 al quinto. Dopodiché mise in fila (vincendo sempre per 3 set a 0) gli scalpi del Terminator ceco agli ottavi, di Big Jim laureatosi campione nell’edizione precedente in semifinale ed infine nella finalissima si mostrò nettamente superiore a Todd Martin. In Pennsylvania, nella patria di Rocky Balboa, Sampras tira un attimo il fiato ed esce subito dal torneo sotto i colpi dell’olandese Jacco Eltingh (al tempo n. 89 ATP), intervistato a Rotterdam dal Direttore Scanagatta. Ricaricatosi a pieno regime, Pete torna in versione schiacciasassi: il deserto della California è suo, nonostante in finale debba scontrarsi con un super Petr Korda che lo costringe alla quinta frazione dove però il nativo di Potomac domina per 6-2.
Andre Agassi – 2001
Per ammirare il terzo tennista capace di mettere a segno l’accoppiata perno di questo articolo, bisogna aspettare 7 anni: è il 2001 quando un 30enne di Las Vegas, al secolo il KID Andre Agassi, iniziando direttamente la stagione da Melbourne Park – come Sinner nel 2024 – vince l’Happy Slam battendo dapprima in una grande battaglia Pat Rafter 6-3 al quinto e decisivo parziale nella semi e poi maramaldeggiando (6-4 6-2 6-2) agevolmente nel confronto in finale su Arnaud Clement. In mezzo prima di scendere in campo all’IW Tennis Garden, due KO consecutivi a San José contro Greg Rusedski e al round iniziale del torneo di Scottsdale in Arizona per mano dello spagnolo Francisco Clavet. Un paio di sconfitte comunque in dolore, visto che in seguito Andre disputa un BNP Paribas Open da urlo: soprattutto nelle fasi finali, sbattendo fuori dai binari della corsa al titolo le teste coronate n.6 e n.3, rispettivamente Lleyton Hewitt per 6-4 3-6 6-4 e Pete Sampras 7-6(5) 7-5 6-1 (le finali dei ‘mille’ si giocavano ancora sulla lunga distanza).
Rafa Nadal – 2009
8 stagioni dopo, la prestigiosa firma sulla celeberrima doppietta è quella di Rafa Nadal. Sconfitto nei quarti di Doha, che dal 2025 diventerà un ‘500’, il maiorchino ha la fortuna di ritrovarsi in uno spicchio di tabellone estremamente in discesa sino alle semifinali. Qui però va in scena una maratona sfiancante passata agli albori come un incontro iconico, il Re della terra rossa impiega addirittura la bellezza di 5ore e 10minuti per piegare 6-4 al quinto la resistenza di Fernando Verdasco. A fine partita, il 14 volte campione del Roland Garros fatica a reggersi in piedi: ma come leggenda vuole, e come ha dimostrato a più riprese nella sua straordinaria carriera, è autore di un recupero fisico che ha del miracoloso. Ancora parziale decisivo, e ancora una volta è Rafa ad uscire vittorioso dal campo: Roger Federer si arrende 6-2 al quinto, per la prima volta l’Open d’Australia viaggia in direzione Manacor. direzione In seguito, in uno dei suoi tre trionfi californiani in carriera, Nadal supera 6-1 6-2 nella finale del torneo Andy Murray.
Roger Federer – 2004, 2006, 2017
Il primo sigillo Federiano nella nostra speciale graduatoria di stelle in grado di far doppiette AO-IW, giunge cinque anni prima dell’unico Nadaliano. Roger vincendo Melbourne in finale contro Marat Safin, non solo si intasca il suo secondo Slam dopo Wimbledon 2003 ma conquista contemporaneamente per la prima volta anche la prima piazza del ranking ATP. Così, da nuovo numero 1 mondiale dà manforte alla Svizzera nel tie di Davis contro la Romania portando a casa entrambi i singolari. Successivamente perde da Tim Henman nei quarti di Rotterdam, prima persino di far tripletta con il ‘cinquecento’ di Dubai (battuto Feliciano Lopez in finale) e Indian Wells superando nell’arco di tre settimane per la seconda volta consecutiva l’attuale noto volto di Eurosport (il britannico esce sconfitto con un duplice 6-3).
Nel 2006, dopo appena due anni, The King concede il Bis: l’elvetico è reduce dall’infortunio al piede che ne aveva compresso la performance nella finale delle ATP Finals di Shanghai 2005 – rimontato da un vantaggio di 2 set a 0 da David Nalbandian, che vinse (4)6-7 (11)6-7 6-2 6-1 7-6(3). Tuttavia nuovo anno, vecchio dominio: ritorna un ossesso indomabile. Trionfa a Doha senza perdere set, si ripete in Australia e stavolta è lui a ribaltate un iniziale svantaggio ai danni del cipriota Marcos Baghdatis che era avanti un set e un break: 7-5 2-0 e perfino 2 palle break per il 3-0 “pesante”. Federer è semplicemente un rullo compressore contro cui non soltanto non vinci ma neppure giochi, fa finale anche a Dubai e solo un irreale assatanato come Nadal può impedirgli di vincere il terzo torneo dell’anno che comunque arriva poco dopo: Indian Wells rimette infatti tutti nel suo ordine naturale, distanza abissale tra Roger e il resto della compagnia. James Blake non può nulla in finale.
Ma senza ombra di dubbio, la più bella, la più immaginifica della triade a bollino rossocrociato è l’ultimissima ad essere stata realizzata in assoluto: era il 2017, e l’emozione per l’impresa è maggiore rispetto al passato perché il protagonista non è più un 24enne nel pieno della sua epopea sportiva bensì un 35enne che rinfiamma ad 11 anni di distanza dalla seconda volta. L’Australian Open di quell’anno è storia: Berdych al terzo turno, e poi la contemplazione del quinto set. Battuti alla frazione finale Nishikori in ottavi e Wawrinka in semi. La finale con Nadal, in cui recupera un break nel set decisivo, è un ricordo indelebile che nessun appassionato potrà mai dimenticare. Dopo la sublime cavalcata melbourniana, il nativo di Basilea rifiata inciampando in uno dei grandi classici del suo ventiquattrennio: perde a Dubai con 3 match point a favore contro il russo Evgeny Donskoy. In California però riapproda centrato mentalmente e l’accoppiata è servita: batte di nuovo Rafa, agli ottavi, e poi Stan The Man nel derby consumatosi per contendersi il titolo.
Novak Djokovic – 2008, 2011, 2015, 2016
Nole la sua “prima” se la regala nel 2008, quando da terza forza della classifica ATP comincia l’anno andando a trionfare nel primo dei suoi 24 Majors in bacheca: nella semifinale sconfigge proprio il poc’anzi citato Federer e dopodiché annichilisce Tsonga in quattro set. A questo punto, si materializzano tre sconfitte consecutive: Davydenko in Coppa Davis, Simon a Marsiglia e Roddick in semifinale a Dubai. Ma Robo-Belgrado ci mette pochissimo a ritrovar la magia perduta: sul cemento californiano batte Seppi all’esordio, Wawrinka nei quarti, Nadal in semi e Mardy Fish in finale.
Ritocca al campione serbo nel 2011: una delle stagioni più impressionati della carriera di Djokovic, nella prima parte dell’anno è essenzialmente sovraumano. Giunge al Roland Garros avendo vinto tutte e 41 le partite giocate, 0 sconfitte, che diventando 43 considerando le ultime due del 2010. Inanella tre successi consecutivi su Federer che viene battuto senza perdere set nella semifinale di Melbourne, poi ancora in finale a Dubai e nuovamente nel penultimo atto ad Indian Wells. Nelle due finali più importanti sconfigge Murray sulla Rod Laver Arena – casa sua – e Nadal in California. Il tris arriva invece nel 2015: in questo frangente di stagione perde a Doha dall’appena compianto “tennisticamente” Ivo Karlovic, ma vince l’Open d’Australia per la quinta volta dopo aver superato Wawrinka in semifinale rifilandogli un bagel nel quinto e di nuovo Murray in finale. A quattro anni di distanza, Roger si prende la rivincita: stavolta è infatti lui a spuntarla nella finale di Dubai. Ma la felicità svizzera dura poco poiché Novak sconfigge gli ultimi due avversari affrontati nell’Australian Open del 2011, ad ordine ribaltato anche ad Indian Wells 2015: Murray in semi e Federer in finale, costretti ad arrendersi allo strapotere balcanico.
Infine il suggello definitivo nel 2016, che ha posto Djokovic sopra tutti come l‘unico a realizzare due volte la doppietta Australia-California in back to back. E per gradire vince anche Doha battendo Nadal in finale, mentre perde da Feliciano Lopez a Dubai ma sempre in finale. A Melbourne, pedissequamente a quanto accaduto nel 2011 sconfigge Federer e Murray negli ultimi due turni dello Slam australiano. In California a fargli da co-protagonista perdente nella finale del torneo è Milos Raonic.