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Quale futuro per Mirra Andreeva?

Grande sorpresa al torneo di Madrid 2023, a distanza di dodici mesi la giovane tennista russa si è nuovamente messa in luce nel WTA 1000 spagnolo

Last updated: 08/05/2024 23:14
By AGF Published 07/05/2024
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19 Min Read
Mirra Andreeva – WTA Madrid 2024 (foto via Twitter @MutuaMadridOpen)


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Quello che sinora ha sorpreso di più della sua carriera è come sia riuscita subito ad ottenere risultati di rilievo nel circuito WTA, nel giro di appena dodici mesi. Nell’aprile 2023 aveva vinto consecutivamente due tornei ITF W60 in Svizzera (sulla terra di Chiasso e Bellinzona), battendo giocatrici come Nadia Podoroska e Fiona Ferro. Ma il vero salto l’ha compiuto subito dopo, quando ha ricevuto una wild card per il WTA 1000 di Madrid 2023. Pronti via, aveva liquidato in due set avversarie come Fernandez, Haddad Maia e Linette. Proprio come quest’anno, per fermarla in Spagna c’era voluta Aryna Sabalenka (che avrebbe poi vinto il titolo).

Dopo Madrid 2023 Andreeva ha raccolto i migliori risultati in occasione degli eventi più importanti: passando dalle qualificazioni ha raggiunto il terzo turno al Roland Garros e il quarto turno a Wimbledon. Risultati che le hanno permesso di scalare rapidamente la classifica: da numero 1200 a numero 46 (fine 2023) nel giro di due stagioni.

Nel 2024 di nuovo quarto turno all’Australian Open e infine la recentissima impresa di Madrid. Tornei nei quali ha sconfitto, tra le altre giocatrici come Jabeur, Krejcikova e Samsonova. In un anno esatto (da Madrid 2023 a Madrid 2024) è stata capace di avvicinare la Top 30 e di guadagnare oltre un milione e 300 mila dollari di premi. E ricordo che per le regole WTA le giovanissime hanno la possibilità di partecipare a un numero di tornei limitato, proporzionale all’età. Sul piano tecnico, paradossalmente, ha raccolto meno negli impegni di livello inferiore come i WTA 250 di Losanna, Cleveland, Hong Kong, dove non è andata oltre il secondo turno. Contro le Top 20 sinora ha un bilancio positivo: 8 vittorie e 7 sconfitte.

Dopo tutti questi dati e risultati, veniamo alla questione più interessante: come gioca e che futuro può avere Andreeva. Cominciamo dagli aspetti positivi. Dovessi identificare cosa mi ha colpito più favorevolmente del suo tennis direi la capacità di interpretare il gioco; difficilmente sbaglia la scelta del colpo da utilizzare. In sostanza, pur essendo così giovane dimostra di possedere una superiore capacità tattico-strategica.

Nella costruzione dello scambio è piuttosto sofisticata, visto che non si limita a variare la direzione dei colpi (desta/sinistra, incrociato/lungolinea), ma è anche capace di lavorare sulla profondità delle parabole e sulla loro altezza. Significa proporre alle avversarie situazioni continuamente differenti, che tendono a metterle a disagio, evitando di farle “entrare in palla”. In più Andreeva sbaglia raramente: sono pochi i punti gratuiti che regala durante i match.

Del resto Mirra possiede una mobilità molto buona e un arsenale tecnico abbastanza completo. Per praticare il suo tennis si basa sulla sicurezza di dritto e rovescio in topspin, ma anche sulle varianti slice e sulla sensibilità nella palla corta. E, se capita, se la cava a rete. Dovessi scegliere un solo colpo del suo repertorio, sceglierei il passante di rovescio lungolinea: fluido, pulito, lo sbaglia difficilmente.

Per tutte queste ragioni ho già scritto che come impostazione di tennis mi ricorda Martina Hingis. Un paragone non particolarmente originale, visto che in molti l’hanno sostenuto, al punto che dopo il terzo turno dell’ultimo Australian Open le hanno chiesto se si ritrova nella somiglianza. Ecco come ha risposto in conferenza stampa:

Di questa risposta sottolineerei due cose: la prima è che conosce e ha visionato partite di una giocatrice che in singolare si è ritirata nello stesso anno in cui Mirra è nata. Non è proprio scontato che una giovane tennista dedichi una parte del suo tempo a studiare match del passato. La seconda è che si sente meno aggressiva di Martina perché non cerca con la stessa insistenza la conclusione a rete. E questo concetto ci porta verso gli elementi meno positivi del suo gioco.

La tendenza a non spingere più di tanto durante lo scambio potrebbe diventare un problema nel tennis attuale, in cui l’aggressività e la pesantezza di palla sono diventate quasi imprescindibili. Del resto lo stesso paragone con Martina Hingis suggerisce il rischio che Mirra finisca per proporre un tennis un po’ anacronistico. Ricordo che dopo una prima parte di carriera folgorante, Hingis aveva cominciato a raccogliere meno successi proprio con l’avvento del cosiddetto “power tennis”, rappresentato da giocatrici come Lindsay Davenport e, soprattutto, le sorelle Williams: tenniste capaci di imprimere alla palla velocità superiori.

Ecco, il mio timore è che contro le migliori giocatrici contemporanee anche Andreeva possa pagare un certo deficit di potenza. E questo non significa soltanto una generica difficoltà a ottenere vincenti, ma anche andare incontro a problemi nella costruzione stessa dello scambio, che pure, come detto, è forse la miglior dote di Mirra. Siccome non sono sicuro che il concetto sia chiaro, provo a spiegarlo con un riferimento più concreto: l’ultimo match affrontato a Madrid contro Aryna Sabalenka (perso 6-1, 6-4).

a pagina 3: Il match di Madrid contro Sabalenka

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TAGGED:aryna sabalenkafeaturedMartina HingisMirra Andreevawta madrid 2024
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