[2] A. Sabalenka b. [16] E. Svitolina 4-6 6-1 7-6(7)
“Mi piace il gelato a stracciatella, pistacchio e vaniglia“, ha detto in conferenza stampa Aryna Sabalenka, che non ha mai mascherato la sua passione per il cibo italiano. Ma evidentemente le piace anche andare al luna park, e specialmente sull’attrazione delle montagne russe. Si può infatti riassumere così la sua vittoria contro Elina Svitolina negli ottavi di finale degli Internazionali d’Italia. L’ultima partita a concludersi della giornata di lunedì, che ha però in realtà oltrepassato il confine terminando martedì 14 maggio.
In campo si è vista una bielorussa non al suo meglio, molto fallosa e non sempre incisiva con il servizio. Sicuramente avranno pesato anche i vari trattamenti fisici subiti alla schiena a partire dal secondo set, manifesto di una condizione tutt’altro che ottimale, e che lascia qualche dubbio. Ma l’aver alla fine portato a casa l’incontro, anche con la collaborazione di una Svitolina da piena insuffienza, capace di reggere i ritmi dello scambio per bene solo nel primo set, riaccende una fiammella verde speranza. Mentalmente di certo vanno sottolineati i tre match point annullati, giocati di tutto braccio e cuore, quasi senza pensare. Certo, pesano gli errori dell’ucraina (soprattutto sul primo, una palla giocata in avanzamento a campo aperto finita in reta), ma Aryna rimane aggrappata al match quando davvero tutto sembrava perduto. Con il rovescio divenuto insperato protagonista nel finale a un passo dal crollo.
E così, con una vittoria che può far solo che bene al morale, la n.2 al mondo torna due anni dopo la semifinale in quarti a Roma, dove affronterà Jelena Ostapenko.
[24] V. Azarenka b. [5] M. Sakkari 6-4 6-1 (di Paolo Pinto)
Torna nei quarti a Roma Viktoria Azarenka e lo fa con grande grinta e merito battendo Maria Sakkari in 1ora e 18’ con il punteggio severo ma giusto di 6-4 6-1. La trentaquattrenne bielorussa mancava dal 2020 all’appuntamento con i quarti di finale, sconfitta poi da Garbine Muguruza. Domina in un lungo e in largo una gara nella quale ha subito un piccolo passaggio a vuoto in avvio di primo set, per poi dilagare nel secondo parziale.
Gara a senso unico in cui è Azarenka a dettare il ritmo e a dominare la greca molto fallosa, spesso in ritardo nell’approccio ai colpi da eseguire. Vika chiude con il 79% di prime palle messe in campo, mentre la n. 8 del mondo si ferma al 49% di prime e una resa del 29% con la seconda di servizio. Davvero troppo poco per poter pensare di impensierire l’ex numero 1 al mondo che ha impresso alla gara un ritmo incessante. Delusione per Sakkari che non è mai riuscita a entrare in partita. L’avvio è totalmente di marca Azarenka, con la bielorussa che domina i primi tre game e si trova avanti sul 3-0 con doppio break di vantaggio. Qui c’è la reazione di Sakkari agevolata soprattutto dal fatto che la sua avversaria smarrisca la prima. Sulla seconda si appoggiano bene i colpi dell’ellenica che recupera rapidamente i due break di svantaggio: 3-3 Immediata però la reazione di Azarenka che torna a spingere con il rovescio costringendo a una serie di gratuiti Sakkari. E’ il break che decide il primo set che si chiude 6-4 senza patemi.
C’è uno spicchio di luna a guardare dall’alto le due tenniste protagoniste sul “Grand Stand”. A esaltarsi ci pensa Azarenka che continua nel suo forcing: è rapida con i piedi e spinge bene i colpi muovendo molto bene l’avversaria. I gratuiti della greca sono davvero tanti e spalancano le porte del primo break del secondo set in favore della bielorussa. Sakkari si tiene in vita nel terzo game, ma poi arriva un parziale di quattro giochi a zero che consegna ai quarti di finale Azarenka. La prima di servizio della n. 8 del mondo si smarrisce e la seconda va troppo piano per poter sperare in un epilogo diverso del match. Azarenka fila dritto con tanta determinazione, non disdegna corse a rete dove, invece, Sakkari pasticcia parecchio. La concentrazione della bielorussa è notevole, mentre non c’è un’idea di come venir a capo della situazione da parte della testa di serie n. 5. Il suo allenatore la invita a pensare positivo, ma il fine corsa è nei paraggi e si materializza al terzo match point, dopo che aveva cancellato i primi due con altrettante prime efficaci. Ma è troppo tardi. Azarenka sfiderà Danielle Collins per un quarto di finale davvero di livello.
[13] D. Collins b. C-I. Begu 6-0 6-3 (di Michelangelo Sottili)
La n. 13 del seeding Danielle Collins conferma la sua straordinaria (e ultima) stagione travolgendo Irina-Camelia Begu, n. 161 WTA con un best ranking da 22^ nel 2016. 6-0 6-3 in sessantasette minuti per Collins, che nel primo parziale in pratica ha fatto punto ogni volta che toccava la palla, certo avvantaggiata da una prima di servizio latitante dell’avversaria, mentre lei ne metteva tre su quattro. Di fronte a tale furia, Begu sbagliava anche i pochi punti facili che riusciva a costruirsi, mettendone complessivamente a referto appena otto.
La seconda partita iniziava riproponendo esattamente lo stesso copione, con Danimal che sfondava già dalla risposta. Sul 3-0, finalmente Irina si iscrive a referto piantando l’ace e, in verità, da quel momento la sfida è un semplice inseguire il solo break di svantaggio, fino a che si accende sul 5-3, quando la rumena tiene la battuta dopo 14 punti e tre match point annullati. Ne annulla altri tre, consecutivi, nel successivo game – per Danielle un doppio fallo, uno scambio “già vinto” e invece, un gratuito di rovescio accompagnato da un’espressione che la dice tutta, a dimostrazione di quanto sia spesso difficile chiudere anche incontri senza storia. C’è profumo di dramma nell’aria, ma la seconda rischiata è seguita da un gran vincente bimane; poi la prima alla T che non torna e Collins può tirare un sospiro di sollievo, raggiungendo Viktoria Azarenka ai quarti di finale.