Si avvia alla fine l’edizione 2024 degli Internazionali BNL d’Italia che dopo aver incoronato Iga Swiatek come regina del torneo femminile, cerca di capire chi sarà il re di Roma di questa stagione.
A contendersi il titolo saranno il tedesco Alexander Zverev, numero 5 ATP e testa di serie numero 3 del torneo romano, e la sorpresa “made in Chile” Nicolas Jarry, numero 24 al mondo e numero 21 del seeding.
Una finale inattesa quella tra il ventisettenne tedesco e il ventottenne cileno e che si aggiungono all’elenco di coloro che hanno raggiunto una finale Masters 1000 in questo 2024. Roma è il quinto torneo Masters 1000 della stagione e finora nessuno è riuscito a raggiungere la finale due volte. Alcaraz e Medvedev si sono affrontati a Indian Wells, Sinner e Dimitirov a Miami, Tsitsipas e Ruud a Montecarlo e Rublev e Auger-Aliassime a Madrid.
Vediamo quindi come sono giunti a questo torneo e il percorso verso la finale dei due protagonisti.
Alexander Zverev
Sono state due settimane ricche di sorprese a Roma ma chi ha dimostrato sempre la giusta solidità è stato Alexander Zverev. Il tedesco ha tremato solo in semifinale contro Alejandro Tabilo, giocatore on fire sulla terra capitolina. L’inesperienza nel giocare match di questo livello è costata cara al cileno, permettendo a Zverev di vincere il tie-break del secondo set e poi veleggiare senza problemi verso la finale.
Prima della semifinale Zverev non aveva perso un set. Liberatosi facilmente all’esordio dell’australiano Vukic (6-0 6-4), ha poi regolato un ottimo Darderi (7-6 6-2). Ha fatto seguito la vittoria con Borges (6-2 7-5) per poi non lasciare nessuna speranza ai quarti al malcapitato Fritz (6-4 6-3).
Per Zverev questo torneo di Roma potrebbe rappresentare una prima rinascita dal brutto infortunio subito al Roland Garros 2022. Da quella data il tedesco ha dovuto ripartire da zero e non aveva mai giocato una finale di un torneo così importante. Lo scorso anno ha comunque conquistato due titoli che hanno arricchito il palmares: Amburgo (ATP 500, luglio 2023) e Chengdu (ATP 250, settembre 2023).
Questa è la prima finale complessiva del 2024 (se si esclude quella di doppio persa a Montecarlo in coppia con Marcelo Melo). Zverev a Roma andrà a caccia del titolo numero 22 della sua carriera, e il sesto Masters 1000 (al momento il bilancio è di 5 finali vinte e altrettante perse).
Un successo a Roma gli permetterebbe di eguagliare Medvedev alla posizione numero 9 per numero di Masters 1000 vinti (ricordiamo che questa categoria di tornei è stata istituita nel 1990). Con la vittoria diventerebbe, in coabitazione col russo, il tennista nato dal 1990 in poi con più titoli in questa categoria di tornei.
Avendo già vinto Roma nel 2017 (all’età di 20 anni), Zverev punta ad entrare nell’elenco dei tennisti che hanno vinto più di una volta, nell’era Open, al Foro Italico. Guida questa lista Nadal con 10, segue Djokovic a 6, Muster a 3, Nastase, Borg, Gerulaitis, Andres Gomez, Lendl e Courier a quota 2.
Zverev a Roma ha perso solo una volta con un tennista fuori dalla top 5: Matteo Berrettini nel 2019. In caso di successo guadagnerebbe un posto nel ranking ATP salendo alla posizione numero 4, scavalcando il russo Daniil Medvedev.
Nicolas Jarry
Per Nicolas Jarry sarà una trasferta romana difficile da dimenticare, soprattutto considerando le premesse. Il cileno arrivava agli Internazionali d’Italia con una striscia aperta di 4 sconfitte, con tre eliminazioni al primo turno nei tre tornei sul rosso disputati prima di Roma. Sconfitto in due set da Etcheverry a Montecarlo, a cui è seguita la brutta sconfitta con Trungellitti a Barcelona, e poi out in tre set a Madrid contro Flavio Cobolli.
Era pertanto difficile immaginare il nome di Jarry come protagonista della domenica conclusiva del torneo.
Jarry ha iniziato il torneo come ammazza italiani, sul GrandStand, prima Arnaldi e poi una dura lotta con Napolitano. Il cileno poi ha regolato Muller, giustiziere di Rublev. Il vero capolavoro Jarry lo ha dipinto nei quarti, vincendo in rimonta contro Stefanos Tsitsipas. Nella semifinale da cartone animato di “Hanna&Barbera“, Jarry è riuscito a scappare dalle grinfie di Tom(my) Paul. Lo statunitense sotto di un break nel secondo set era stato bravo a portare la sfida al terzo. Il cileno, tuttavia, non si è disunito per conquistare la sua prima finale a livello Masters 1000.
Jarry è il primo cileno a raggiungere la finale di un Masters 1000 da Fernando Gonzalez, che fu protagonista dell’ultimo atto del torneo di Roma nel 2007. L’obiettivo è diventare il secondo cileno della storia a vincere un torneo di questo calibro dopo Marcelo Rios, unico tennista del paese sudamericano a trionfare in un Masters 1000. Per riscrivere la storia tennistica del suo paese, Jarry dovrà riuscire in qualcosa che non hai mai fatto, ossia battere due top10 nello stesso torneo.
In caso di successo Jarry sarebbe il primo giocatore fuori dalla top 20 a vincere a Roma dal 2003. In quell’occasione lo spagnolo Felix Mantilla, da numero 47 al mondo, sconfisse Roger Federer. Inoltre potrebbe diventare il primo tennista sudamericano a vincere un ATP Masters 1000 da Juan Martin del Potro (2018 Indian Wells) e il primo su terra da Guillermo Coria, trionfatore nel 2004 a MonteCarlo.
Il cileno Jarry ha vinto sinora 3 titoli. I successi sono stati tutti ottenuti su terra battuta e tutti a livello ATP 250 così come le altre finale perse. Il primo titolo è arrivato a Bastad nel 2019. Poi una pausa di quasi quattro anni, prima della doppietta del 2023. Prima la festa davanti al suo pubblico in quel di Santiago del Cile, a cui è seguito il titolo di Ginevra.
Jarry da lunedì migliorerà il suo best ranking. Con la finale raggiunta si è assicurato la posizione numero 17. In caso di titolo salirebbe alla posizione numero 15, una posizione dietro rispetto al best ranking del nonno Jaime FIllol.
I precedenti
Quella di Roma sarà la settima sfida tra Zverev e Jarry. Il bilancio degli incontri disputati vede 4 vittorie di Zverev e 2 di Jarry. Se consideriamo i match disputati su terra rossa il bilancio torna in equilibrio con 2 vittorie a testa. Zverev nel 2019 la finale del torneo di Ginevra, al tie-break del terzo set, e ad Amburgo, sempre nello stesso anno. Jarry si aggiudicò la prima sfida tra i due, sempre nel 2019, al tie-break del terzo set, in quel di Barcelona e poi lo scorso anno si prese la sua vendetta in quel di Ginevra contro il tedesco. Jarry vinse in due set la semifinale per poi festeggiare il giorno successivo il suo terzo titolo ATP.
I due precedenti più recenti, invece, sono stati disputati su altre superfici. Sull’erba di Halle, vittoria in due set per il tedesco. Sui campi in hard Outdoor di Pechino sono, invece, stati necessari tre set.
Cosa attendersi dalla finale
L’esperienza e l’emozione potrebbe sicuramente fare la differenza. Per Zverev quella di Roma è l’undicesima finale Masters 1000. Nella sua carriera il tedesco vanta anche una finale Slam (US Open, 2020) mentre per Jarry si tratta di una prima volta assoluta a questi livelli.
Se guardiamo alle caratteristiche dei due tennisti non possiamo non partire da un dettaglio fisico: 1, 98 metri Zverev, 2,01 Jarry, quindi si tratterà di una sfida tra giganti. Come dichiarato dallo stesso Jarry, il servizio sarà la chiave per il cileno. Fondamentale per lui sarà proseguire con lo stile di gioco aggressivo che lo ha premiato questa settimana. Servire bene, essere consistente con la prima, e cercare di manovrare la palla col dritto, il suo miglior colpo.
Il servizio, però, è una freccia presente anche nella faretra di Sascha Zverev, con lo stesso tedesco che sottolinea come Nicolas sia uno dei giocatori più aggressivi del circuito.
Zverev dal canto suo dovrà cercare di mantenere il suo ritmo, far muovere l’avversario e puntare sul rovescio, colpo debole del cileno, solida arma per il tedesco.
Per i bookmaker il favorito è il tedesco Zverev, per palmares, prestazioni in campo, esperienza e classifica. Jarry ha già ribaltato i pronostici dei bookies in questa settimana contro Arnaldi all’esordio e poi soprattutto contro Tsitsipas e Tommy Paul. Non ci resta che vedere se il cileno sarà in grado di piazzare l’ultima zampata.