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Una delle protagoniste del lunedì italiano in quel di Parigi è stata senza dubbio Elisabetta Cocciaretto. La tennista marchigiana, numero 51 del ranking WTA, ha tirato fuori un’altra grande prestazione a Bois de Boulogne eliminando in tre set la testa di serie numero 13 Beatriz Haddad Maia, semifinalista del 2023.
Cocciaretto nel 2023 si era spinta sino al terzo turno. Prima aveva eliminanto la testa di serie numero 10 Kvitova e poi la svizzera Waltert, prima di cedere a Bernarda Pera. Quest’anno ricomincia con un altro upset contro la mancina brasiliana.
Tanto entusiasmo dopo una vittoria sofferta arrivata al termine di un match durato oltre due ore e trenta minuti. Partita che ha visto Cocciaretto continuare a lottare e rimontare dopo un primo set complicato.
Vediamo le dichiarazioni di Elisabetta Cocciaretto al termine del match contro la brasiliana Haddad Maia.
Ubaldo Scanagatta, Ubitennis: Brava, ma te l’aspettavi dopo aver perso il primo set. Che cosa è cambiato?
Elisabetta Cocciaretto: “Quello che è cambiato, secondo me, è che sono andata in bagno e sono scoppiata a piangere per la prima volta nella mia vita. Ero nervosa e ci tenevo tantissimo, però non riuscivo a fare quello che volevo fare. Quindi come se mi fossi liberata un po’. Poi ho pensato ad andare un po’ più avanti, a giocare un po’ più aggressiva. Era la prima volta che mi succedeva una cosa del genere, quindi questo credo che mi abbia un po’ scaricato [la tensione, ndr].”
Ubaldo Scanagatta, Ubitennis: Hai pianto a lungo? Che cosa hai fatto?
Elisabetta Cocciaretto: “No, solo un minuto, il tempo di andare in bagno e poi sono tornata (dichiara ridendo, ndr)”.
Ubaldo Scanagatta, Ubitennis: Lo scorso anno ti abbiamo visto giocare qui contro Bernarda Pera. È stata una partita brutta nella quale si poteva fare di meglio. È cambiato qualcosa in quest’anno per te, in meglio o in peggio? Al di là della classifica, che a un certo punto era migliore di quella attuale, poi sei scesa più giù. Come ti senti?
Elisabetta Cocciaretto: “Hai tanta esperienza come giornalista, quindi credo che tu abbia visto che comunque è normale avere dei momenti in cui giochi meglio. Ci sono momenti in cui prendi tanti punti ma poi comunque bisogna mantenerli. Ti iniziano a conoscere, quindi sicuramente devi migliorare tanti aspetti. Tante volte ti appaghi un po’ e quindi non sei sul pezzo, motivata nei tuoi obiettivi e a migliorarti sempre di più. Quindi credo che faccia tutto un po’ parte del percorso. Sì, l’anno scorso avevo fatto terzo turno, avevo vinto una bella partita, il primo turno con Kvitova, ma poi il secondo turno anche. Al terzo turno, lei [Pera, ndr] ha giocato benissimo, io sono entrata tanto tesa e contratta. Ho avuto un problema. Ho avuto una ricaduta al ginocchio, quella è stata la cosa che mi ha preoccupato un po’ di più in quel momento. Comunque ho fatto tanta esperienza, sto cercando di migliorarmi, il mio allenatore mi sta molto addosso per stare sul pezzo. Sono una ragazza in crescita, quindi devo sempre comunque migliorarmi“.
Ubaldo Scanagatta, Ubitennis: “Bucsa [l’avversaria di secondo turno, ndr] non sembra un ostacolo impossibile, non so se la conosci già o ci hai già giocato?
Elisabetta Cocciaretto: “Ci ho giocato nel 2018, la prima finale in un 15.000. Però sai oggi dovevo perdere, qualcuno ha vinto che doveva vincere, qualcuno ha vinto che doveva perdere, qualcuno ha perso che doveva vincere. Lo sai meglio di tutti noi che il tennis è così”.
Ubaldo Scanagatta, Ubitennis: Che caratteristiche ha lei perché tu la possa impensierire?
Elisabetta Cocciaretto: “Secondo me il mio gioco, magari variare o star vicino la può mettere in difficoltà. Io cercherò sempre di dare il meglio, di dare il massimo. Nella mia mente il piano è quello di giocare e lottare su tutti i punti e poi dopo è tutta una conseguenza, il risultato o il miglioramento che ne deriva”.
D: “Però non sarà un caso che hai battuto Kvitova lo scorso anno, Haddad Maia quest’anno, le due giocatrici di classifica più altra che tu abbia mai battuto”
Elisabetta Cocciaretto: “Ma ti dico, è un sogno giocare qui. A parte che quando è uscito il tabellone io dovevo giocare il secondo turno a Rabat e Fausto [Scolari, il coach di Cocciaretto, ndr] mi prende da parte. Io non mi ricordavo del sorteggio, stavo pranzando e Fausto mi dice comunque a Parigi al primo turno, ti piace sempre giocare con le mancine? E io ho pensato Vondrousova, Bernarda Pera, dicendo no, un’altra volta no. Non mi era venuta in mente subito Haddad Maia e poi lui mi ha confermato che era lei. Ho pensato è tosta questa partita.
La cosa che mi ha aiutato tanto secondo me, a parte il pianto che era più per ridere insieme, è stato il fatto che Fausto mi abbia rimesso un po’ in riga due, tre giorni fa. Questo perché avevo perso un po’ di vista quelli che erano i miei obiettivi. Mi ha mi ha fatto capire quelli che erano i miei errori e quello che dovevo migliorare, se realmente volevo migliorarmi proprio a 360°. Invece c’è stato un momento in cui non era appagata, ci mancherebbe, ma ero un po’ piatta. Una cosa che non mi posso permettere è quella di essere piatta, perché una delle mie doti più caratteristiche è quella di lottare, la sofferenza, lo stare lì, il tirare fuori il meglio di me. Quindi credo che questo sia quello che in particolare mi abbia aiutato oggi”.
Paolo Di Lorito, Ubitennis: Quindi il prossimo step sarà entrare in campo con lo stesso atteggiamento con cui hai iniziato il secondo set? Da quel momento ti abbiamo visto super aggressiva pure in risposta.
Elisabetta Cocciaretto: “Esatto, perché comunque la sua seconda non andava fortissimo e saliva tanto. E se saliva tanto, io comunque sono bassa, quindi se la colpivo troppo in alto o la schiacciavo in rete o andava direttamente sui teloni, detto in parole povere. Io sto tanto dietro, però non ho neanche il fisico e la capacità fisica di stare appunto posizionata così dietro e quindi il mio punto di forza è quello di stare vicino e quindi di metterle pressione. Credo che questo abbia funzionato parecchio”.
Vanni Gibertini, Ubitennis: Tu sei sempre molto critica con te stessa dal punto di vista dell’approccio mentale, dici io non sono riuscita a rimuoverla da quella situazione, dovevo reagire meglio. E qui invece hai girato questa partita sostanzialmente di testa. Cosa pensi di aver imparato, a parte piangere magari prima della partita, così non si perde il primo set?
Elisabetta Cocciaretto: “In realtà io credo che la chiave sia stata l’accettare [le situazioni, ndr]. Tante volte mi sono persa in quest’anno perché non accettavo la situazione di far fatica o comunque che l’avversaria mi recuperasse. Invece devo entrare nell’ottica che comunque le partite sono tutte straequilibrate, giocate su pochi punti. Io sono lì per vincere, l’avversaria è lì per vincere, che sembra scontato, però tante volte in campo ci arrabbiamo o per i nostri sbagli o per un vincente dell’avversario. Però fa parte del gioco. Credo che soprattutto nei momenti di tensione uno debba accettare e debba dire che è bello avere questa tensione perché vuol dire che qualcosa conta, perché non tutti se la possono permettere, non tutti la vivono. Quindi oggi sono riuscita proprio ad accettare tutto, anzi sul 5 a zero mi sono detta, vabbè, ma la partita non è mica finita, può finire anche 7-6 al terzo. Tante volte, invece, e avevo sempre la fretta di chiudere. Oggi ho detto vai con calma. Pensa che comunque può durare ancora mezz’ora e questo mi ha aiutato un sacco”.
Paolo Di Lorito, Ubitennis: C’è un lavoro dietro con un mental coach o è stato un progresso avvenuto in maniera naturale.
Elisabetta Cocciaretto: “Sono anni che non sono seguita da un mental coach o da uno psicologo. Credo che in questo mi abbia aiutato tantissimo Fausto. Cioè è lui che mi ha formato da questo punto di vista e soprattutto fuori dal campo, per poi trasferirlo in campo. Quindi credo che migliorando a 360° poi in campo accetto di più, ragiono di più, sono più lucida, cosa che tante volte invece mi è mancato”.