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Dopo la bella vittoria al primo turno contro Borna Coric, il Roland Garros di Richard Gasquet si è inevitabilmente frenato contro Jannik Sinner, che pur non essendo ancora al 100% è oggi un giocatore troppo superiore al francese. Nella conferenza stampa post partita non sono certo mancati i complimenti di Richard a Jannik, così come poco prima, nell’intervista in campo, erano arrivati quelli dell’azzurro nei confronti del suo avversario. Di seguito le dichiarazioni principali di Gasquet in conferenza.
D: C’è una grande probabilità che Sinner diventi numero 1 al mondo. Com’è giocare contro di lui con la pesantezza di palla che ha?
Richard Gasquet: “Jannik gioca molto rapidamente, è raro vedere una cosa del genere. A parte Djokovic, lui è uno dei pochi a colpire sia un dritto che un rovescio molto potenti. Lo stesso fa con il servizio. Lui e Alcaraz penso saranno i numeri 1 e 2 del mondo per parecchi anni a venire, perché sono entrambi giocatori fantastici. Sinner è un grande ambasciatore di questo sport ed è anche un bravo ragazzo. Il suo timing sulla palla è straordinario”.
D: Il Roland Garros di quest’anno ti fa venire voglia di tornare anche l’anno prossimo?
Richard Gasquet: “Non ho risposte a questa domanda. Penso mese per mese. È difficile sapere quando si smetterà. Io ci provo sempre e vedo se riesco a salire in classifica, nei primi 100 almeno, e non so se ci riuscirò quest’anno o magari il prossimo. Chiaramente più si va avanti più il ritiro si avvicina. Vincere match come quello del primo turno (contro Coric, ndr) è buono per me, soprattutto guardando a ciò che verrà nel prossimo periodo. Ovviamente però non si è mai sicuri di come si giocherà, si potrebbe anche essere infortunati. Tutto è possibile. Per adesso, però, continuerò a giocare“.
D: Puoi spiegare cos’hai cambiato nella tua routine, nei tuoi allenamenti, che ti permette di reggere fisicamente?
Richard Gasquet: “Cerco di spingermi sempre al limite, con allenamenti molto fisici. Continuerò a comportarmi e ad allenarmi come sempre. Giocare su campi come il Lenglen e lo Chatrier è favoloso, il pubblico è spettacolare. Non sai mai che cosa verrà dopo, se sarà Bercy oppure di nuovo qui il prossimo anno: è difficile conoscere me stesso. Quando perdi 2/3 partite di fila ti dici che smetterai una settimana dopo, poi vinci una partita e ti viene voglia di continuare ancora. Non ho più 25 anni, ma non mi sento così male!”.