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Ovunque ci si giri, ormai, al Roland Garros si vede Italia. Evidentemente non bastavano le semifinali nei quattro tabelloni più importanti (una di queste già tramutatasi in finale dopo la vittoria di Bolelli e Vavassori) perché ne è arrivata una quinta. La firma è del classe 2006 Lorenzo Carboni che ha battuto nei quarti il numero 1 del mondo junior – nonché prima testa di serie del tabellone – Rei Sakamoto. Il giapponese puntava al bis dopo aver conquistato l’Australian Open a gennaio, ma il diciottenne di Alghero lo ha superato in tre set con il punteggio di 4-6 6-1 6-4. Tra lui e la finale c’è adesso il polacco Berkieta.
“Sicuramente è una gioia incredibile perché è la prima volta che gioco al Roland Garros ed essere in semifinale è fantastico. Provo tante emozioni positive. Questo mi spinge anche a giocare meglio le prossime partite” le parole di Lorenzo a fine partita.
Carboni ha poi raccontato brevemente la sua storia, partendo dalla sua amata Sardegna fino ai primi allenamenti con Jannik Sinner. “Vengo dalla Sardegna, precisamente da Alghero. È una terra meravigliosa, abbiamo un mare stupendo. Per me è molto importante diventare un giocatore professionista soprattutto per la Sardegna, perché mi farebbe molto piacere che un ragazzo sardo arrivasse in cima alla classifica. Sono un ragazzo abbastanza solare. Ho iniziato vedendo mio padre giocare a racchettoni in spiaggia. Ho preso in mano la racchetta io per provare e mi è subito piaciuto. I primi colpi a tennis li ho dati al Tennis Club Alghero, all’inizio con la maestra Barbara Galletto, e poi è arrivato Giancarlo Di Meo e diciamo che lui mi ha spinto ad andare da Riccardo Piatti, al Piatti Tennis Center. Ormai sono lì da 5 anni. Mi piace il mio percorso”.
“Quando sono arrivato a Bordighera c’era ancora Sinner e mi sono allenato spesso con lui. Sono grandi emozioni, soprattutto vederlo adesso numero 1 del mondo. Mi fa molto piacere. L’ho visto qui nei giorni scorsi e ci siamo salutati velocemente”.
Infine, la chiacchierata termina con un paio di informazioni tennisticamente rilevanti: altezza e colpi preferiti: “Sono alto 1.76, 1.77 più o meno. Il mio colpo migliore direi che è il rovescio ma anche col servizio sono migliorato molto e riesco a fare molto più gioco”.

Lorenzo aveva già compiuto un grande percorso in questo Roland Garros visto che, da unseeded, aveva già eliminato il numero 8 Mrva e i francesi Faut e Malige. Il giocatore seguito da Gianluigi Quinzi – campione di Wimbledon junior undici anni fa – non si è però accontentato e ha raggiunto un traguardo che per l’Italia al Roland Garros mancava dal 2007. Prima di oggi, infatti, era quella l’ultima edizione in cui c’era stato un giovane azzurro tra i semifinalisti del tabellone junior: si trattava di Matteo Trevisan, allora numero uno del mondo nella categoria under 18, che poi perse contro l’australiano Greg Jones. A questo punto vale la pena ricordare che gli unici italiani capaci di vincere il Roland Garros nella sua versione riservata ai giovanissimi sono stati Barazzutti nel 1971 e Gaudenzi nel ’90.
Le buone notizie per i nostri colori non finiscono qui perché il 2007 Federico Cinà è ancora in corsa nel tabellone di doppio. L’azzurro, insieme proprio a Sakamoto, ha sfruttato il forfait degli avversari di giornata Frydrych e Rottgering e disputerà quindi anche lui una semifinale a Bois de Boulogne.