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[4] A. Zverev b. [7] C. Ruud 2-6 6-2 6-4 6-2

Quattro anni dopo, Alexander Zverev è di nuovo in finale Slam. Affronterà Carlos Alcaraz, già battuto qui una volta. Ci è arrivato giocando un match in crescendo, che ha cambiato padrone fra primo e secondo set, e si è concluso tristemente per dei problemi allo stomaco che hanno condizionato vistosamente gli spostamenti e la reattività – dunque, il tennis – di Casper Ruud.
Tuttavia, Zverev, dopo un primo set disastroso forse soprattutto per i meriti del suo avversario (bravo a variare col diritto e con la palla corta) si era già ripreso a partire dal secondo, quando, più aggressivo e più incisivo con una delle sue armi migliori, il rovescio lungolinea, ha cominciato a mettere a segno molti vincenti sia con i fondamentali (54 a 34, un dato viziato probabilmente dalla scarsa mobilità del numero sette del mondo negli ultimi due set), sia al servizio (19). La percentuale dei punti vinti con la prima rimane molto alta per tutto il match a partire dal secondo set: l’86 per cento.
Infine, all’inizio del terzo set, quando la partita sembrava potersi accendere, Ruud ha cominciato a manifestare un mal di stomaco che in breve ne ha debilitato la forma fisica. Con il fairplay impeccabile che lo contraddistingue, e forse anche perché l’occasione era così importante, il norvegese è rimasto in campo fino alla scontata conclusione. Rimarrà il rimpianto di non aver potuto giocare al meglio la sua terza semifinale consecutiva a Parigi, la prima persa e la prima vinta la quale non si sarebbe trovato di fronte Djokovic o Nadal. Zverev fa invece un altro passo verso il suo primo titolo Slam, ottenendo finalmente il primo successivo al penultimo atto del Roland Garros dopo tre tentativi falliti, l’ultimo proprio contro Casper. Domenica, partirà sfavorito ma non battuto contro Carlitos Alcaraz.
Primo set: Ruud varia e conduce il gioco, Zverev arranca
Il pubblico che accoglie gli altri due semifinalisti di questa giornata al Roland Garros è decisamente meno numeroso di quello che aveva salutato i primi due, Jannik Sinner e Carlos Alcaraz. Lo sfidante dello spagnolo viene deciso ora, al tramonto, ed esce da una sfida fra due spiriti del desiderio e del nord: Casper Ruud è alla terza semifinale consecutiva qui, e nonostante abbia vinto entrambe le precedenti (l’ultima contro il suo avversario odierno, con il quale i confronti diretti sono in perfetta parità: 2-2) non è mai riuscito a sollevare il trofeo, fermato prima da Nadal e poi da Djokovic, due mica male. Quest’anno, però, Djokovic si è ritirato prima di scendere in campo proprio contro il norvegese; Nadal, invece, al crepuscolo della carriera è stato sconfitto al primo turno da Alexander Zverev. Sarà lui, che ha raccolto la fiaccola, ad accendere il braciere dello Chatrier domenica? A prendersi la rivincita sul destino, che già l’ha fermato a un passo dalla finale, nel 2022, in modo dolorosissimo?
I primi game della finale sembrano contraddire queste aspettative, nelle quali anche i bookmakers confidavano. All’ingresso in campo, Ruud si dimostra reattivo, concreto, preciso e, soprattutto, vario: le molte soluzioni col rovescio e soprattutto col diritto, supportate da alte percentuali al servizio, ed impreziosite da un inaspettato gioco di fino, gli consentono di prendere il controllo del gioco e del primo set. Dopo due game, Casper è già avanti di un break, ottenuto a zero grazie ai tanti errori gratuiti (già sei) del suo avversario, che non ha punti di riferimento e non sembra neanche particolarmente reattivo e rapido.
Dopo mezz’ora, il norvegese è avanti 5-2. Zverev continua a rimanere molto indietro durante lo scambio, e Ruud ha le chance di spingere e tenere in mano la partita, anche quando, partito molto lontano, è in grado nel giro di pochi colpi di riguadagnare il terreno perduto. Dopo l’ultimo errore di rovescio del tedesco, il numero 7 del mondo guadagna il primo set per sei giochi a due: ha messo in mostra un tennis bello e convincente, mentre Zverev appare fermo sulle gambe e mentalmente in confusione.
Secondo set: Zverev si affida al rovescio lungolinea e risale la china
Il secondo set inizia con un improvviso 0-30 per Zverev: testimonianza della nuova aggressività del tedesco, che cerca di – e riesce a – mettere maggior pesantezza nei colpi, a prendere più coraggio. Dei colpi, uno in particolare: il rovescio lungolinea. Dal momento in cui risponde improvvido ad un kick del suo avversario, quel suo efficace fondamentale sarà l’arma con cui Zverev riuscirà a riprendersi e a ritrovare il suo tennis.
Nonostante un piccolo spavento quando rischia di scivolare su di una riga rievocando memorie funeste, il numero 4 prende infatti in mano il set, andando prima vicino al 3-0 (guadagnatasi la palla break con un’ottima volee di rovescio, la dilapida con una sciagurata volee di diritto) e poi chiudendo con l’ennesimo rovescio lungolinea il game del 4-1. Adesso Ruud sbaglia anche le palle corte, che erano state la cifra del primo set. In trentanove minuti, questo secondo parziale è archiviato specularmente al primo: 6-2 per il tedesco. Inizia un due su tre, e Zverev appare in crescita.
Terzo set: problemi allo stomaco per Ruud, Zverev prende il controllo del match
La partita si è accesa insieme a Zverev: per qualche game si assiste a grande tennis. Un avvincente scambio nel primo game è concluso da un tentativo di tweener fallito da parte di Zverev; sull’1-1, va in scena probabilmente il game più bello del match: prima Ruud concede qualcosa; poi, al termine di un intensissimo scambio, colpisce una smorzata in nonchalance-andando all’indietro- di pregevolissima fattura. Il norvegese si salva, e tiene il vantaggio. Nei game successivi, però, la partita improvvisamente cambia: Ruud comincia a servire molto più piano, a muoversi meno, a faticare negli spostamenti e nell’avvicinamento alla palla.
Nel giro di qualche minuto, pur composto e sommesso, comincia a far trasparire qualche smorfia di dolore, e al cambio campo chiama il medical time out per un problema allo stomaco. Il norvegese prova dunque ad accorciare gli scambi, ma già sul 2-2 Zverev brekka il suo avversario e, nonostante qualche tentennamento nel momento di chiudere (due doppi falli consecutivi) chiude con un servizio vincente – anche in questo set si è comportato bene con questo fondamentale – un terzo set che da avvincente match di tennis si è trasformato in apprensione per le condizioni di Ruud, che ovviamente sceglie la strada degli spogliatoi per provare a riprendersi.
Quarto set: Ruud ci prova, ma Zverev rimane concentrato e chiude agevolmente
Tornato dalla pausa, Ruud sembra intenzionato a continuare la partita, nonostante le sue prime siano sempre a bassa velocità, il movimento appena accennato e il break subito in apertura naturale e inevitabile. Zverev, dal canto suo, non gli dà tregua, mettendo a segno un gran numero di ace (al secondo game è già a 15 nel match) e in generale tenendo alto il rendimento al servizio e al rovescio. Col passare del tempo, la condizione di Ruud migliora – perché il norvegese riesce, con qualche guizzo, a tenere i suoi turni di servizio, oltre che a raggiungere il 30-30 in risposta in occasione di un errore di valutazione del segno del suo avversario – ma non abbastanza
Nel finale, la partita è già decisa, e si avvia velocemente alla conclusione. Nel mezzo, qualche prodezza di Zverev (un vincente al di là del paletto); infine, con il diciannovesimo ace Zverev si prende la rivincita per le tre semifinali consecutive perse a Parigi: domenica affronterà Carlos Alcaraz con l’obiettivo di conquistare il suo primo titolo del Grande Slam. Nessuna stretta di mano, ma un abbraccio a Casper Ruud, chiaramente influenzato dal problema allo stomaco nel terzo e nel quarto set.