Sono passati già due anni da quella commovente notte di Laver Cup che segnava la fine dell’era Roger Federer nel mondo del tennis. Il 20 volte campione slam ha parlato con l’autrice americana Mona Kosar Abdi in occasione del Tribeca Film Festival 2024 dov’è andata in scena la première del suo docufilm intitolato “Federer: Twelve Final Days”, che ripercorre gli ultimi dodici giorni della leggendaria carriera del tennista svizzero, in uscita il 20 giugno su Prime Video in oltre 240 Paesi. Federer lo racconta come un film molto personale, una sorta di terapia dov’è uscito allo scoperto davanti al mondo intero. Paradossalmente Federer parla di una “fortunata sfortuna” quando menziona il problema al ginocchio: “Stava peggiorando sempre di più – spiega il classe 1981 – quindi penso di aver avuto una sensazione e un assaggio di come sarebbe stata la vita una volta che sarei andato in pensione dato che sono dovuto stare a lungo a casa”. A proposito, King Roger ha dato una lezione importante: “Ho sempre pensato che la mia carriera potesse finire con un infortunio, alla fine è solo tennis. Ogni volta che vincevo una partita o un torneo sapevo che sarebbe potuto essere l’ultimo dunque cercavo di godermelo sempre di più, dato che un giorno mi sarei inevitabilmente ritirato”.
In linea più generale, l’otto volte campione a Wimbledon dedica una parentesi alla sua famiglia e alla sua vita al di fuori di palline e racchette: “Sono stato molto felice, ho due gemelli di 10 anni e due gemelle di 14 oltre che mia moglie. Abbiamo viaggiato in giro per il mondo, aiutandoli con la scuola e con tanti progetti, ma pur sempre divertendoci”. Facendo un passo indietro, alla domanda di Mona sul cosa direbbe al giovanissimo Federer raccattapalle, Roger risponde così: “Preparati per una vita fantastica e un viaggio molto divertente, con tante pressioni sia in campo che in conferenza stampa. Ma soprattutto ricorderei che per quanto sarà tutto divertentissimo, c’è sempre una fine. In definitiva, è stata una carriera da sogno e non potrei essere più felice”. A renderla così gioiosa, è stata sicuramente anche la presenza di sua moglie Mirka: “Abbiamo iniziato a frequentarci quando avevamo 19 anni, per questo abbiamo trascorso praticamente tutta la vita insieme. Ora molte cose sono cambiate, ma dopo il ritiro siamo tornati ad avere una routine migliore e di questo siamo felici. I ragazzi ci tengono molto occupato e noi cerchiamo di aiutarli il più possibile”:
Sul tennis del presente, Federer rivela di vedere ancora le partite e che adora guardare qualsiasi torneo. Di certo non sono mancati i complimenti a Carlos Alcaraz, fresco vincitore del Roland Garros: “È stata una vittoria straordinaria in una fantastica finale, Carlos ha già avuto una carriera brillante. Il tour è in buone mani con tutti questi giovani”. Federer ha concluso con un’inevitabile domanda sul passato: “A dire il vero non mi soffermo molto sul passato, anche perché la mia carriera è stata migliore di quanto avessi preventivato. Sarei stato felice anche solo con una presenza sul campo centrale, figuriamoci di vincere Wimbledon. Ho raggiunto molto più di quanto avrei pensato dunque mi sento di dire di non avere rimpianti”.
Christian Attanasio