Se mettiamo in fila tutti questi avvenimenti, si capisce quanto sia stato fondamentale essere nata in una nazione di vertice per il tennis femminile: stessa città di Novotna, stessa nazione di Siniakova, e poi la possibilità di allenarsi con tante colleghe forti ed esperte nel periodo della pandemia.
È il momento della svolta. Difficile dire se il “clic” che scatta sia solo mentale o se questo periodo di allenamenti collegiali abbia contribuito a farla crescere anche sul piano fisico-tecnico. Fatto sta che, alla ripresa del tennis WTA, è una giocatrice trasformata. Formalmente è ancora numero 118 del ranking, ma ormai vale ben di più. E lo si capisce immediatamente.
Siamo nell’agosto del 2020. Grazie a una wild card, partecipa al torneo International di Praga. Al secondo turno incrocia Simona Halep, e per quasi tutto il match gioca alla pari con la allora numero 2 del mondo: perderà 3-6, 7-5, 6-2, mettendo in mostra un gioco molto vario, tecnico e creativo. In settembre/ottobre raggiunge il quarto turno nell’edizione autunnale del Roland Garros (recupero di quella rinviata per pandemia). Insieme ad altri buoni tornei, il risultato le permette di entrare per la prima volta in Top 100, poi fra le prime 70.
Infine nel 2021 l’ultimo salto di qualità: finale nel 1000 di Dubai e vittoria al Roland Garros. A Parigi si afferma in singolare ma anche in doppio (sempre in coppia con Siniakova). Due titoli Slam nel giro di qualche ora. Comincia il suo periodo migliore, che la porterà a raggiungere il numero 2 del ranking nel febbraio 2022. Il 28 febbraio la classifica recita: n. 1 Barty, n. 2 Krejcikova, 3 Sabalenka, 4 Swiatek, 5 Kontaveit.
Dalla ripresa post-Covid, tra singolare e doppio Krejcikova ha vissuto 18 mesi intensissimi. Ma un problema al gomito la obbliga a fermarsi. Deve saltare Indian Wells e Miami 2022. Nel frattempo nel Sunshine Double trionfa Swiatek, e questi successi sommati all’improvviso ritiro di Barty definiscono la nuova numero 1 del mondo. Se per caso Ashleigh avesse comunicato qualche settimana prima l’intenzione di ritirarsi (visto che era scesa in campo per l’ultima volta all’Australian Open), in cima alla classifica avrebbe potuto esserci proprio Barbora.
L’infortunata Krejcikova rientra alle competizioni in occasione del Roland Garros, dove è campionessa in carica: perde al primo turno dalla giovanissima francese Diane Parry. In termini di continuità (ma anche di solidità fisica), non rivedremo più la giocatrice dei mesi precedenti, capace di ottenere ottimi risultati in serie, tanto da arrivare fra le prime 3 del ranking: si presenterà quasi sempre una versione discontinua, capace di notevoli picchi di gioco ma anche di giornate negative, nelle quali può perdere quasi da chiunque.
Un esempio in positivo e uno in negativo: la vittoria al 500 di Ostrava 2022 in finale su Iga Swiatek per 5-7, 7-6(4), 6-3, in quella che è stata considerata quasi unanimemente la più bella partita di quell’anno. E la sconfitta al primo turno del Roland Garros 2023 contro Tsurenko (6-2, 6-4) chiusa con un saldo di -18 tra vincenti/errori non forzati (15/33).
Dopo il picco del 2021-2022, dal 2023 si faticherà a rivedere la miglior Krejcikova, soprattutto negli Slam. Quattro finali a livello WTA (Dubai, Birmingham, San Diego, Zhengzhou) di cui due vinte, ma un solo quarto di finale nei Major (Australian Open 2024). Sicuramente ci sono motivazioni legate agli infortuni, ma penso contino anche le caratteristiche tecniche.
Ragionando con il senno di poi, dopo averla seguita in un certo numero di partite, mi sono reso conto che il suo tennis è probabilmente più difficile di quanto non appaia a prima vista. Questo perché, anche se a volte dà l’impressione di non colpire a tutta, il suo gioco funziona quando riesce a utilizzare con regolarità parabole molto profonde; e questo vale sia per le esecuzioni topspin che per quelle slice.
Per riassumere la questione tecnica: è vero che Barbora possiede un repertorio completissimo, e che può anche condurre uno scambio sempre in difesa, magari a colpi di slice e di chop. Ma non penso sia questo il tipo di tennis più adatto alle sue caratteristiche, anche perché sul piano della mobilità non è agilissima. No, penso invece che dia il meglio quando comanda il gioco. Quindi: efficacia al servizio con prime discretamente potenti e seconde profonde, e soprattutto conduzione dello scambio con parabole particolarmente lunghe. Se riesce a collocarsi con i piedi vicini al campo e indirizzare a destra e a sinistra a ridosso delle linee, ecco che diventa letale.
Ma, come detto, praticare un tennis del genere è difficile e rischioso, perché i fuori misura possono essere frequenti. Per “flirtare” sistematicamente con la linea di fondo occorre un controllo assoluto, che si possiede solo nei momenti di grande forma. Anche così si spiegano i periodi in cui trova il campo con difficoltà. Ma quando invece arrivano gli equilibri giusti, ecco che ci troviamo di fronte a una giocatrice che vale le prime del mondo e può mettere in difficoltà chiunque. Non per niente è in parità negli scontri diretti con Iga Swiatek.
a pagina 3: Punti deboli e punti forti del tennis di Krejcikova