Il titolo (bissato) a Wimbledon, le Olimpiadi (con medaglia d’argento) sulla terra battuta del Roland Garros, la prevedibile rinuncia al Masters 1000 di Toronto e la sconfitta all’esordio al Cincinnati Open per mano di Gael Monfils. Così, Carlos Alcaraz arriverà allo US Open con un solo incontro giocato sul duro nell’estate nordamericana. Un incontro disputato su due giorni e perso, con quello precedente sul cemento che risale ai quarti di finale di Miami lo scorso marzo.
In realtà, la chance di giocare ancora ci sarebbe stata: la prossima settimana è in programma l’ATP 250 di Winston-Salem a cui Carlos non è iscritto ma, nel momento in cui il suo match è terminato, gli organizzatori avevano ancora a disposizione una wild card da assegnare per il tabellone principale, dopo quelle andate a Francisco Cerundolo e Reilly Opelka.
È però durata poco più di un’ora questa possibilità, vale a dire fino all’annuncio del torneo: “Pablo Carreño Busta ha accettato la wild card. Due anni di pausa con una tendinite al gomito non potevano tenere Pablo fuori dai campi. All’inizio dell’estate, in un’intervista all’ATP, il trentatreenne aveva detto di non sapere se sarebbe stato in grado di giocare con il dolore che stava provando, ‘A volte ci ho pensato. Non volevo ritirarmi ma, quando ti fermi per un anno e mezzo, è normale pensare a diverse cose’”.
Qualche minuto dopo essersi accaparrati un ex top 10 e vincitore di Montreal 2022, per gli organizzatori è arrivata una rinuncia, quella Arthur Fils, che sarebbe stato il numero 2 del tabellone. Tornando invece ad Alcaraz, vedremo quanto influirà sulle sue prestazioni newyorchesi l’aver giocato un match sul cemento… in più rispetto a Novak Djokovic.