Sul cemento di Cary (North Carolina, Challenger 100) Mattia Bellucci conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, di aver pienamente superato le incertezze dell’ultimo periodo. Anzi forse sarebbe meglio dire del penultimo periodo perché dall’inizio dell’estate, più precisamente dal Roland Garros, non ha più sbagliato un colpo. Comprese alcune brillanti incursioni al piano di sopra come la conquista del tabellone principale a Parigi e Londra e i quarti di finale all’ATP 250 di Atlanta, con alcuni scalpi prestigiosi come Goffin e Mannarino. E qui in North Carolina, partito dalle qualificazioni, non ha certo scherzato superando gente come Elias Ymer, Federico Agustin Gomez (il vincitore di Milano), Mikhail Kukushkin e Gabriel Diallo. La stessa finale, davanti a spalti gremiti, contro la prima testa di serie Roman Safiullin (n.66 ATP, ma n.36 in gennaio dopo la semifinale di Brisbane) l’ha cominciata con le marce alte ottenendo subito un doppio break. Sul 4-1 il breve momento di panico che porta il russo a palla break viene superato da Bellucci con il suo primo ace. Passata la paura ecco che l’azzurro strappa ancora il servizio all’avversario e porta a casa un primo set di autentico dominio, col punteggio di 6-1, davanti ad un soddisfattissimo coach Fabio Chiappini.
Inevitabile a questo punto il toilet break di Safiullin, di una durata talmente imbarazzante (sei minuti) da indurre il sospetto che fosse volto unicamente a spezzare il ritmo del suo avversario. Una strategia che sembra avere successo con Bellucci che si ritrova in un attimo sotto 0-40. Ma l’azzurro oggi sembra superiore a questi mezzucci e annulla le tre palle break portando a casa il servizio per poi andare in fuga fino al 4-1. I problemi cominciano ad arrivare nel settimo game quando Bellucci fa un paio di fuorigiri e perde il servizio. Il sorriso quasi incredulo di Safiullin racconta bene la sua consapevolezza dello scampato pericolo. E’ un brutto colpo per il nostro giocatore che però, va detto a suo onore, non si perde d’animo rimuginando sull’occasione persa. Però è anche vero che da questo momento inizia un altro match dove il russo se la gioca finalmente alla pari e l’azzurro alterna con sempre maggiore frequenza colpi meravigliosi ad inaspettati errori. Comunque sia nel decimo gioco l’italiano ha due match point sui quali il russo si salva un po’ per bravura, un po’, sul secondo, con la collaborazione di Bellucci. E nel game successivo la nemesi del tennista, che come sappiamo è sempre in agguato, colpisce il nostro tennista che con un sanguinoso doppio fallo cede la battuta e manda l’avversario a servire per il set. Safiullin non rifiuta il regalo e, pur con qualche difficoltà, si riporta in parità.
Il russo è chiaramente cresciuto ma Bellucci non si è certo arreso. Anche se per lui il break subito nel game di apertura del terzo set non è sicuramente un bel segnale. Break che viene difeso fino al 5-4 quando il russo va a servire per il match e si porta avanti 40-15 con due match point sulla racchetta. Ma Bellucci costringe l’avversario a quattro errori consecutivi, dimostrando come si possa essere allo stesso tempo spreconi e resilienti. Peccato che sul 5-5 il tennista bustocco mandi poi in campo la sua versione sciagurata, perda il servizio e sul 5-6 debba fronteggiare altri due match point. Che riesce ad annullare per poi trovarsi a gestire una palla break. Anche se gestire è una parola grossa, infatti Bellucci spara lunghissima una risposta non impossibile. Safiullin cerca di ricambiare il regalo e sull’ennesimo match point commette un doppio fallo che potrebbe riaprire i giochi.
Ma così non è perché Safiullin alla fine porta a casa il titolo col punteggio di 1-6 7-5 7-5 dopo quasi tre ore di un match pieno di pathos, infarcito di colpi splendidi ed errori clamorosi. Per il 27enne originario di Podolsk è il quinto titolo Challenger che gli permette di risalire alla posizione n.59 ATP. Bellucci da parte sua manca l’appuntamento con la sua quarta vittoria in carriera ma risale comunque in classifica al n.102 ATP, suo nuovo best ranking. E soprattutto conferma di aver pienamente recuperato quell’entusiasmo che nella seconda parte del 2022 lo aveva portato al grande salto di qualità. In ogni caso un buon viatico per i prossimi US Open dove il talento un po’ folle del tennista di Busto Arsizio cercherà di regalarsi un exploit che ha dimostrato essere alla sua portata.