Missione ottavi, guida Sinner. Alcaraz già fuori (Roland Giammò, Il Corriere dello Sport)
[…] Carlos Alcaraz, n.3 del mondo vincitore a New York due anni fa e campione in questa stagione sia a Parigi che a Wimbledon, è stato battuto in tre set dall’olandese n.74 del ranking Botic Van de Zandschulp che mai prima d’ora in carriera aveva vinto contro un top10 in uno Slam e che in avvio di stagione aveva confessato di essere stato addirittura accarezzato dall’idea del ritiro. LOTTA INTERIORE. Tanto netto il risultato (6-1, 7-5, 6-4) quanto inattese le spiegazioni fornite dallo spagnolo: «La sfida in campo è stata una lotta contro me stesso – ha dichiarato l’argento olimpico di Parigi 2024. Non riuscivo a controllare le mie emozioni e mi abbattevo sui punti persi. Non posso essere così se voglio pensare a fare grandi cose. Devo imparare. Mentalmente non sono a posto, non sono forte». Nell’immediato, le conseguenze della sua sconfitta si tradurranno in quasi 700 punti persi in classifica con il rischio, a fine torneo, di ritrovarsi in quarta posizione, scavalcato da Novak Djokovic e dal tedesco Alexander Zverev. Nel medio termine invece, la sua eliminazione sgombra la parte alta del tabellone da un insidioso pretendente che Jannik Sinner avrebbe potuto incrociare in semifinale. Per arrivarci però, il numero uno del mondo dovrà giocare altre tre partite, la prima delle quali oggi contro l’australiano O’Connell (secondo match dalle 18), per poi vedersela presumibilmente agli ottavi contro Tommy Paul e ai quarti contro Daniil Medvedev, vincitore dell’ultimo confronto giocato dai due a Wimbledon. Un aiuto, Sinner potrebbe riceverlo da Flavio Cobolli, prossimo rivale del russo in un match che l’azzurro ha dichiarato di voler giocare “a viso aperto, senza paura di lui e della sua forza”. Vincitore in quattro set ottavi, eguagliando così quanto fatto a Flushing Meadows l’anno scorso, le ha anche Matteo
Arnaldi. Cresciuto in condizione nel corso del torneo, e a suo agio sul cemento americano, il ligure dopo la bella vittoria in tre set contro il russo Safiullin è chiamato alla conferma contro l’australiano Thompson, giocatore che sin qui non ha perso un set e carnefice di Hurkacz al secondo turno. DONNE. Nel tabellone femminile saranno invece Jasmine
Paolinì e Sara Errani ad andare a caccia di una vittoria per scavallare la seconda settimana del torneo. La numero uno azzurra, dopo aver giocato tre soli punti contro la ceca Pliskova, è attesa ora dalla kazaka Putintseva mentre la veterana bolognese, che non gioca un ottavo a New York dal 2014, chiederà strada alla n.18 del mondo Diana Shnaider
Alcaraz si butta via, Sinner con fiducia (Daniele Azzolini, Tuttosport)
E’ un mondo a parte, quello dei molto forti. […]. Anche nelle sconfitte le differenze si fanno sentire. È il fracasso a distinguere quelle dei più forti. Quasi il risultato negativo si annunciasse con una frana di piatti che vanno in mille pezzi. Un rumore che viaggia più veloce di internet. Tutti lo sentono, tutti se ne dicono scossi, e tutti sono pronti a dire la loro tre secondi dopo che il frastuono abbia smesso di risuonare nelle orecchie. Non è vero che una sconfitta renda più umani i primi della classe. […]. La sconfitta di Carlos Alcaraz, rientra nella categoria degli eventi che si accolgono tappandosi le orecchie. “Ha sbagliato tutto” è il commento che
pesco tra i primi a girare per i social, mentre l’ultima pallata di Botic van de Zandschulp ancora rimbalza sul cemento dell’Arthur Ashe. Sintetico ma impeccabile, lo appoggio in pieno, sebbene credo che si riferisca in particolare a un match che lo spagnolo ha cominciato male e finito peggio. Lo prendo in prestito per rivestirlo di una valenza più ampia, ma la frase non cambia. Alcaraz, dalla vittoria a Wimbledon, ha davvero sbagliato tutto, e non è la prima volta che gli capita. Non è riuscito a confermarsi sulla terra olimpica del Roland Garros, dove un mese prima aveva vinto il suo terzo Slam. Si è fatto soggiogare come un bambinetto da un Djokovic pronto a giocare il tutto per tutto. Ha programmato una settimana di ferie, quando gliene sarebbero servite di più e appena sbarcato in America si è giocato malissimo la carta delle polemiche intorno a Sinner; preferendo una posa distaccata e poche parole di convenienza buone solo a non scontentare la fazione dei critici e degli scontenti. Avrebbe potuto dire ciò che pensa, mostrandosi però solidale con l’amico, pescando almeno una parola di conforto tra le tante che avrebbe potuto dire. Non lo ha fatto, e Sinner se l’è legata al dito. Poi, è vero, ha sbagliato tutto con l’olandese, che lo ha rimbalzato sul campo, facendolo correre e rantolare qui e là, senza dargli il tempo di organizzare una contromossa. Ha sbagliato il momento e il modo, per addossarsi una sconfitta del genere. Avrà di che pentirsene e non poco Alcaraz, che aveva da poco eletto a obiettivo primario di questo suo 2024
da due Slam, la riconquista del numero uno. Lo scivolone produce un salasso da 670 punti e blocca Carlitos a quota 6990, duemila e cinquecento novanta punti sotto Sinner, che però è ancora in gioco (oggi affronta l’australiano O’Connell) e potrà aumentare in modo consistente
la sua rendita. Fino a un vantaggio di 4490 punti nel caso Jannik vinca a Corona Park. Non è in discussione la presenza alle Finals, con due Slam vinti Alcaraz è di fatto tra gli otto che saranno a Torino. E la sua voglia di rimonta che mal si accorda con i punteggi dettati dalla classifica. Dovrebbe vincere tutto quel che resta, sperando che Sinner incappi in una serie malaugurata di capitomboli e passo falsi. Intanto, Zverev è già salito al secondo posto e intende restarci. E Djokovic ha azionato la freccia per il prossimo sorpasso. Così, Alcaraz si ritroverebbe quarto alla fine di questi US Open. Se non quinto, dietro Medvedev. Più difficile indagare su quali saranno i futuri rapporti tra Sinner e Alcaraz, che dopo il Roland Garros avevo già riunito in una nuova ditta (tipo i Fedal), i SinAl… L’opa lanciata dallo spagnolo è affondata subito, e Sinner non potrà che esserne felice. Non si prevedono imminenti ricambi al vertice aziendale. Ma i due erano in buoni rapporti, e nonostante Sinner assicuri che lui le cose meno belle tenda a dimenticarle, temo che il voltafaccia di Alcaraz in un momento così difficile per il numero uno, finirà per raffreddare non poco i loro rapporti. Anche se c’è sempre la
via del chiarimento, da percorrere, strada che Alcaraz farebbe bene a imboccare appena gli sarà concessa udienza. Ma non voglio dimenticare Botic l’olandese, che per un breve periodo si è sentito forte (era a un passo dai primi venti), e poi ha dovuto fare i conti con i troppi che lo prendevano a pallate. Aveva pensato addirittura a farsi da parte l’olandese, anticipando il pensionamento. Alcaraz lo ha rilanciato. Ora,
Botic è il primo olandese a battere uno dei primi tre del mondo dai tempi di Richard Krajicek, che nel 1996 superò Sampras a Wimbledon prendendo lo slancio per vincere il suo unico Slam. Che vi riesca Botic, oggi numero 74, sembra davvero troppo. «Ma ha giocato benissimo», si complimenta Alcaraz, «non mi ha permesso di esprimere il mio tennis. Ha meritato, poco da dire». Botic trova ora Draper, ma la sua impresa ormai l’ha firmata, e potrà raccontarla a figli e nipoti. Alcaraz, già apparso nervosissimo a Cincinnati, quando aveva distrutto una racchetta, si preoccupa del suo stato mentale. «Ho cercato di lottare anche contro me stesso, contro la mia mente, non solo contro l’avversario. Avevo le montagne russe in testa. Forse non sono così forte come pensavo». A lui la risposta. Intanto, per la prima volta nel Duemila, la Spagna è fuori al terzo turno degli US Open. E non è poco.
Il giorno di Arnaldi e Cobolli (Gianluca Strocchi, Tuttosport)
[…]. Prosegue nel segno dei record il 2024 e di conseguenza la spedizione italiana nella Grande Mela, tanto più considerando che nel singolo femminile sono in lizza Errani e Paolini, così da portare a 6 il totale degli azzurri ai sedicesimi nelle competizioni individuali. Stracciato il maggior numero di presenze al secondo turno uomini (6 quest’anno rispetto ai 4 raggiunti otto volte, a partire dal 1992), l’Italtennis ha fatto dunque meglio dei tre giocatori approdati al 3° turno a Flushing Meadows, come peraltro soltanto nel 2021 e nel 2022: nel primo caso per merito di Andreas Seppi, Jannik Sinner e Matteo Berrettini, due anni fa grazie a Lorenzo Musetti, Matteo Berrettini e Jannik Sinner. In quasi un secolo dalla prima partecipazione nel torneo, 14 volte un tennista italiano è stato capace di superare il taglio della prima settimana, ovvero centrare gli ottavi. E’ accaduto nel 1977 a Corrado Barazzutti, l’anno seguente ad Adriano Panatta, nel 1994 a Gianluca Pozzi, nel 2005 a Davide Sanguinetti, nel 2015 a Fabio Fognini, nel 2017 a Paolo Lorenzi poi in quattro occasioni a Matteo Benettini (2019, 2020, 2021 e 2022), tre a Jannik Sinner (2021, 2022 e 2023) e dodici mesi fa a Matteo Arnaldi. Proprio Arnaldi si è rilanciato in grande stile con la recente semifinale a Montreal, la prima in un 1000. «Non vedevo l’ora di arrivare sul cemento dopo le prestazioni non brillanti sulla terra ad Amburgo e Umago – ha spiegato il 23enne di Sanremo, approdato al n.30 Atp – in cui ho pagato il contraccolpo della sconfitta a Wimbledon, quando ero avanti due set. In Canada pur non giocando bene sono tornato a vincere partite di lotta, quelle che piacciono a me, e quel risultato mi ha dato tranquillità oltre a consentirmi di essere testa di serie qui, uno degli obiettivi che mi ero ripromesso. A New York mi sento sempre bene, e nei match il rendimento è andato in crescendo». Un altro passo in avanti gli servirà oggi contro l’australiano Jordan Thompson, che ha estromesso il polacco Hubert Hurkacz (n. 7), in una zona di tabellone in cui l’uscita di scena di Alcaraz apre scenari inediti (ci sarà un semifinalista debuttante a livello Slam). «Non ci siamo mai incontrati ma lo conosco bene, ci siamo allenati spesso insieme, anche qui prima del torneo. Lui è aggressivo, gioca bene a rete e serve bene, su questa superficie rende al massimo, ha vinto Los Cabos, fatto finale ad Atlanta e raggiunto tanti altri quarti. Se riuscirò a farlo muovere e a comandare lo scambio posso dire la mia Mi aspetto una partita lunga, più tosta delle prime due». L’affermazione in 4 set sul belga Zizou Bergs (con tanto di discussione col padre-coach Stefano) ha invece regalato a Flavio Cobolli il secondo terzo turno Slam nel 2024 dopo quello in Australia. «Ci arrivo in un momento diverso della mia carriera – ha sottolineato il 22enne romano – A Melboune ero qualificato e avevo la sensazione di vivere una cosa molto grande, in un certo senso non mi sentivo a mio agio. Ora, invece, qui dentro ci sto bene, so di essere un giocatore che sta migliorando, che può dire la sua contro tutti e in ogni partita aggiunge piccole cose al suo bagaglio. A questo appuntamento ci arrivo più consapevole e pronto». Basterà per andare a caccia dell’impresa contro Daniil Medvedev, colui che nel 2021 negò il Grande Slam a Djokovic proprio su questo palcoscenico, dove è stato finalista pure nel 2019 e lo scorso anno? «Sono emozionato, ci sarà tanta gente e un’atmosfera speciale. Mi sono fatto un bel regalo. Comunque voglio vincere, non è certo il nome a fermarmi, e sono motivato nel provarci. Giocherò con l’umiltà di essere quello che deve mettere in difficoltà l’avversario, a viso aperto senza paura della sua forza».
Caso Alcaraz, è già a casa. Stasera Sinner (Paolo Rossi, La Repubblica)
Lo scherzo postumo delle Olimpiadi. L’ulteriore beffa per Carlos Alcaraz, che saluta gli US Open vinti due anni fa (senza Djokovic no vax), sconfitto seccamente in tre set dall’olandese van de Zandschulp, che quasi voleva ritirarsi. Che c’entrano le Olimpiadi? Beh, primo, per il calendario troppo fitto. Secondo, perché Alcaraz ha perso l’oro in finale contro Djokovic, e il favorito era lui. Il punto è che Alcaraz non sembra aver compreso: «Direi che non mi ha influenzato per niente l’oro perso». Peccato che, dopo, abbia anche aggiunto: «Ero un po’ confuso. Non sapevo come gestirlo, come affrontarlo. Ho fatto un sacco di errori, non mi sentivo bene a colpire la palla. Giocavo contro il mio avversario, e contro me stesso. Nella mia mente c’erano un sacco di emozioni che non potevo controllare».[…]. Poi, il calendario: «Sì, il calendario del tennis è così serrato. Ultimamente ho giocato un sacco di partite, il Roland Garros, Wimbledon, le Olimpiadi. Ho fatto una piccola pausa dopo le Olimpiadi, pensando bastasse. È stata utile, ma non sufficiente. Probabilmente sono venuto a New York con meno energia di quanta pensassi di arrivare». Quindi, anche se hai 21 anni, il corpo va rispettato: «Evidentemente sono un giocatore che ha bisogno di più giorni, o più pause, per arrivare riposato ai tornei importanti. Quindi devo pensarci, e imparare». Vedremo. Intanto non è stata l’unica uscita sorprendente. Jasmine Paolini e Sara Errani si sono fatte sorprendere nel doppio: le campionesse olimpiche sono state battute in tre set – 7-6 (3), 3-6, 6-3 – dalla britannica Dart e dalla francese Parry. Peccato, ma oggi (dirette dalle 17 su Supertennis e Sky) potranno rifarsi in singolare, giocando sul Louis Armstrong, una dietro l’altra: alle 17 Paolini-Putintseva e a seguire Errani-Snaider. In realtà il match più atteso del terzo turno è il secondo previsto sull’Arthur Ashe: Jannik Sinner entrerà in campo contro l’australiano O’Connell (una vittoria nel 2021, ma ha perso a Miami quest’anno) dopo Bouzas Maneiro-Pegula, al via dalle 18. Quindi, presumibilmente, il numero uno del mondo giocherà per le 20, ora di cena. Ieri si è allenato con Luca Nardi.