Matteo Berrettini tornerà protagonista assoluto in Coppa Davis vestendo la maglia azzurra, dopo esser stato spettatore durante il trionfo dell’Italia nella passata edizione. La concordata non convocazione di Jannik Sinner e Lorenzo Musetti, permetterà a Matteo di passare in prima linea e di giocare nelle prossime, imminenti, sfide contro le altre nazioni: “L’anno scorso l’ho vissuta un po’ da fuori. Ho lavorato veramente tanto per essere di nuovo a disposizione” – ha esordito il tennista romano ai microfoni di Sky Sport. “Abbiamo la squadra più densa, quindi la scelta del capitano è molto complessa, ma spero e credo di essermela meritata. L’obiettivo è quello di difendere il titolo. Un match alla volta, una partita alla volta. La coppa Davis è una competizione particolare”, afferma Matteo.
Il titolo giunto nel 2023 è merito di una straordinaria evoluzione del parco giocatori azzurro, con ben sette tennisti italiani nella top 50, tra cui cinque Under 23: “qualche anno fa ci avrebbero detto siete pazzi, è impossibile. Il leader di questo movimento è Jannik, che ha appena vinto un altro Slam. È il numero uno al mondo, non so quanti mila punti abbia in più del secondo. Mi avevano chiesto a luglio, chi vincerà US Open? Ho risposto Jannik, perché oggettivamente, quando entra in un torneo, è il favorito. È impressionante, noi cerchiamo di seguirlo, di fare il nostro meglio. Essere qui con tutti i ragazzi giovani, da Musetti a Cobolli, che ho visto nascere quasi, è veramente bello ed emozionante. È grazie a loro se sono qui di nuovo, quello che ho vissuto l’anno scorso mi ha dato un’energia grandissima per tornare“.
Il match con Jannik a Wimbledon? “È stato speciale per un milione di motivi. Mi ha dimostrato che il mio livello appartiene all’élite di questo sport, poi il risultato ha parlato chiaro. Però, mi sono sentito di nuovo a quel livello lì, che è una cosa che durante i mesi difficili mi sono un po’ chiesto. Non a caso, dopo quella partita sono riuscito a vincere due tornei, che mi hanno dato grandissima spinta. Il fatto di vedere Jannik così in alto sorprende, ma meno perché, quando giochi con un giocatore forte, con quelle caratteristiche, sai che arriverà in alto, la sua strada è sempre stata chiara, anche quando si diceva che non sarebbe stato così, io ero sicuro che sarebbe diventato il più forte di tutti“.
Vi sentite i favoriti della competizione? “Sentirsi favoriti non lo so, è complesso. È una competizione molto lunga possono succedere un sacco di cose e possono cambiare tanti giocatori. Jannik e Lorenzo stanno avendo due stagioni molto speciali, Jannik su tutti. È difficile adesso dirlo, siamo una delle squadre favorite, soprattutto con questo formato. Non dimentichiamoci che l’anno scorso siamo partiti 3-0 sotto col Canada, poi siamo arrivati alla vittoria. Bisogna partite con calma, col gruppo e con la forza del nostro tennis possiamo arrivare in fondo”.
C’è qualcosa che vorresti prendere da Jannik? “Ci sono tante cose che ruberei a Jannik. Una su tutte, la dedizione al lavoro, la capacità di volersi sempre migliorare. È arrivato nell’élite del tennis giovanissimo e non si è mai voluto fermare, e se lo si sente parlare è sempre rivolto al futuro, questa è una qualità che hanno i grandissimi. Quel tipo di approccio lì è un po’ innato e un po’ ci si lavora; quindi, sto cercando di fare lo stesso, di continuare a spingere, continuare a trovare degli obiettivi, sentire degli stimoli importanti. Non si parla solo di classifica o tornei, ma gioia nel migliorarsi“.