Eccoci giunti al terzo appuntamento con ‘Doppia Coppia’, rubrica di ‘Ubitennis’ ideata e curata dal sottoscritto. Così come la prima uscita, anche questa puntata è successiva ad uno Slam e quindi sarà di fatto speciale, in quanto tratteremo di doppio maschile e femminile, ma anche del doppio misto. Dei vincitori, però, se n’è già parlato in lungo e in largo e ormai tutto quello che c’era da sapere, anche le curiosità più interessanti, lo si è detto. Questo ci spinge quindi a parlare di chi magari, per poco, non ce l’ha fatta. Di chi era ad un passo dalla storia, dallo scrivere il proprio nome su uno dei trofei più ambiti per un tennista, e si è dovuto arrendere nell’ultimo atto.
US Open 2024: Krawietz, sicuro che Puetz sia il compagno giusto?
La nostra rubrica parte oggi dal doppio maschile. Come noto il titolo in questa specialità, allo US Open 2024, è stato conquistato dalla coppia australiana composta da Max Purcell e Jordan Thompson. Interessante, però, dare uno sguardo anche al sodalizio che dalla finale ne è uscito sconfitto, ovvero sia quello formato dai due tedeschi Kevin Krawietz e Tim Puetz. Al di là del fatto che quest’ultimo, nell’ultimo atto a Flushing Meadows è stato quello con il rendimento peggiore, vale la pena fare un ragionamento sulla qualità effettiva di questa coppia.
Da quando i due teutonici si sono uniti si sono giocati la possibilità di vincere 7 tornei. Lo score è negativo, perché recita due successi e cinque sconfitte, tra le quali una a livello Slam. Forse, per il nativo di Coburg sarebbe stato meglio rimanere con il suo vecchio compagno Andreas Mies. Stesso numero di finali disputate (7) nella doppia esperienza avuta con il connazionale, ma una percentuale di vittorie (6) decisamente maggiore. E tra queste spiccano anche le due edizioni consecutive del Roland Garros, nel 2019 e nel 2020. Insomma, Kevin Krawietz sembra aver fatto un passo indietro con questo compagno.
US Open 2024: Mladenovic ha ancora qualcosa da dire in doppio
Il doppio, lo sappiamo, è il terreno di caccia preferito di Kristina Mladenovic. La francese in carriera ha conquistato 28 titoli in questa disciplina, che ormai sta diventando sempre più per specialisti, non ci si può insomma improvvisare doppisti, salvo rare eccezioni. Nel suo palmares vanta il n. 1 di specialità, raggiunto nel 2019 e soprattutto 11 finali Slam, 6 vinte e cinque perse. Kiki non disputava un ultimo atto da gennaio e ancor prima dal 2022 e, nella sua straordinaria carriera non era mai riuscita a portarsi a casa il trofeo dello US Open.
Ci è andata vicina in due occasioni, prima nel 2016 con Caroline Garcia, ma le due furono sconfitte da Bethanie Mattek-Sands e Lucie Safarova, e poi nel 2018 con Timea Babos, superate da Ashleigh Barty e CoCo Vandeweghe. Anche in questa occasione, con Shuai Zhang, non è andata bene, ma senza dubbio la transalpina ha ancora molto da dire in doppio prima di appendere la racchetta al chiodo. E deve crederci lei per prima.
US Open 2024: l’eterna promessa Young stecca nel giornio più importante
La storia di Donald Young è stata raccontata in lungo e in largo, è finita sotto i riflettori per la sua particolarità e per il fatto che dall’altra parte del campo, nella finale di doppio misto agli US Open 2024, c’erano gli italiani Sara Errani ed Andrea Vavassori. Il tennista statunitense, legato anche alla compagna di viaggio Taylor Townsend dal momento in cui suo padre è stato allenatore della classe 1996, ha pagato lo scotto della tensione. Ha steccato nella giornata più importante della sua vita, come ha fatto tante altre volte nel corso della sua carriera.
Oberato dal paragone con Pete Sampras ed Andre Agassi, da giovane, non ha mai rispettato le aspettative. Nel giorno del suo addio a questo sport, però, aveva una grandissima occasione per ‘rifarsi’, per mostrare al mondo che comunque uno Slam, pur nella specialità più bistrattata, è stato in grado di vincerlo. E invece tra i quattro in campo è stato quello che ha deluso di più, che ha fatto ancor peggio delle due quote rosa. Appende la racchetta al chiodo con tanti rimpianti e confermando lo status che lo ha accompagnato per tutta la vita.