L’avevamo detto che Stefano Travaglia nei quarti di finale avrebbe dovuto fare molta attenzione al padrone di casa Cezar Cretu (n.307), giocatore assai più insidioso di quanto la sua classifica non lasci supporre. Ma che il 23enne originario di Iasi potesse dare all’azzurro una simile ripassata (6-3 6-4) non ce l’aspettavamo davvero. Così la finale del Challenger 50 di Sibiu (Romania, terra battuta) se la sono giocata due francesi: Luka Pavlovic (n.396), autore dell’eliminazione dello stesso Cretu, e Valentin Royer (n.213) che hanno sparigliato le carte conquistando un risultato contro pronostico. Ha vinto con un netto 6-4 6-0 il 23enne Royer, nativo di Neuilly-sur-Seine, che in questo modo mette in bacheca il suo primo titolo, dopo che in maggio aveva fatto finale a Tunisi e l’anno precedente dominato il circuito ITF con ben quattro vittorie. Con questo successo il transalpino migliora il proprio best ranking alla posizione n.182, proprio come Pavlovic che sale al n.349.
Al Challenger di Bad Waltersdorf (categoria 125, terra battuta) finale tra lo spagnolo Jaume Munar (n.74 ATP e prima testa di serie) e il brasiliano Thiago Seyboth Wild (n.94 e quarta forza del seeding). Se il brasiliano, come probabile, aveva da prendersi qualche rivincita per non essere stato convocato per i match di Coppa Davis a Bologna, c’è riuscito solo in parte. Infatti, dopo aver disputato comunque un buon torneo, è stato costretto ad arrendersi in finale contro lo spagnolo che non ha mai corso rischi, come conferma il punteggio di 6-2 6-1. Per il maiorchino, prematuramente indicato come l’erede di Nadal solo per vicinanza geografica, è il decimo titolo Challenger che gli permette di risalire alla posizione n.62, a dieci posti dal suo best. E a 27 anni compiuti si può ormai affermare che quello sia per lui un limite invalicabile. Infatti ogni volta che ha tentato delle sortite al piano superiore è stato respinto con perdite, con l’eccezione dell’ATP 250 di Marbella nel 2021. Nel mondo del calcio una volta quelli come lui venivano definiti ‘giocatori di categoria’, termine un po’ antipatico ma nel nostro caso piuttosto calzante.
Il Challenger 125 (cemento) (n.223) di Saint Tropez ha visto il trionfo dell’olandese Gijs Brouwer, che, partito dalle qualificazioni, ha concluso la sua settimana della vita con la vittoria in finale contro il francese Lucas Pouille (n.142) al termine di un match che non lo vedeva certo favorito. La partita è stata molto contrastata come ci racconta il punteggio di 6-4 7-6(2), ma il 28enne mancino olandese era evidentemente un uomo in missione che non aveva nessuna intenzione di mancare all’appuntamento con la sua prima vittoria Challenger. Risultato che gli permette di risalire al n.162 ATP, ad una sessantina di posizioni dal suo best che aveva ottenuto l’anno scorso con la semifinale all’ATP 250 di Marsiglia.