F. Cobolli b. A. Bublik 4-6 6-1 7-6(4)
Coming through a test 👏@cobollifla completes the comeback against Bublik 4-6 6-1 7-6#ChinaOpen pic.twitter.com/8ZzvMWGhxz
— Tennis TV (@TennisTV) September 26, 2024
Una gara dai mille risvolti e non certo noiosa. Sì, perché il match disputatosi tra l’azzurro Flavio Cobolli e il kazako Alexander Bublik – valido per il primo turno dell’Open di Pechino – ha rappresentato una sorta di thrilling dannatamente appassionante e che ha visto scorrere come acqua sui vetri tutta una serie di colpi di scena, così numerosi da far impallidire registi come Fincher e Nolan. Cobolli, alla fine, è riuscito a superare – grazie al tie-break decisivo e con il punteggio finale di 4-6 6-1 7-6(4) – un Bublik immedesimatosi nel (solito) ruolo di talentuoso villain del circuito.
Primo set: Bublik trova lo strappo decisivo
Una serie di scambi per nulla banali e un ritmo-gara piuttosto serrato: potremmo sintetizzare così la prima parte del match disputato tra l’azzurro e il numero 26 del mondo. Del resto, si sa, pur se a corrente alternata, Alexander Bublik è uno di quei giocatori abbonati alle magie. Come definireste, altrimenti, il chop cortissimo (e vincente) effettuato dal kazako sul 40-30 a proprio favore durante il secondo game?
Ad ogni modo, la reazione di Cobolli non si è fatta attendere. Il tennista romano, infatti, ha sciorinato alcune giocate oltremodo entusiasmanti, degne dell’ottimo momento che sta attraversando in questa fase della sua carriera. In pratica, nel corso del primo parziale, è stato l’equilibrio a farla da padrone, anche se al netto di qualche amnesia di troppo da parte di Cobolli e dello strappo decisivo dato da Bublik nei game conclusivi.
Secondo set: Cobolli reagisce bene
Il secondo set è cominciato in maniera estremamente positiva per Cobolli. L’attuale numero 32 del ranking mondiale, infatti, ha ritrovato di colpo la solidità mostrata all’alba del match. I primi cinque giochi del secondo parziale sono stati un vero e proprio monologo (eufemismo) del giocatore italiano. Bublik è apparso vistosamente in difficoltà, soprattutto nelle accelerazioni di dritto effettuate da Cobolli. Il kazako ha subito un crollo verticale (condito dalla solita racchetta distrutta) che lo ha trasformato nella copia sbiadita del giocatore arrembante visto all’opera nel primo set. Alla fine, il 6-1 con cui Cobolli ha sigillato il secondo set, ha donato nuova linfa al giocatore romano, ponendo il caro vecchio Alexander di fronte alla propria discontinuità.
Terzo set: è battaglia, la spunta l’azzurro
Alla ripresa, altro giro, altra corsa. Ovvero, un altro set completamente diverso rispetto ai precedenti. Cobolli e Bublik hanno dato vita al capitolo finale del match in questione, controbattendo punto su punto alle reciproche giocate, provando a non concedere neanche un centimetro al proprio rivale. Va da sé, naturalmente, che qualche errorino di troppo sia piovuto (metaforicamente, ça va sans dire) sia da una parte che dall’altra, con Cobolli che non è riuscito a direzionare bene alcune volèe alte di rovescio e con Bublik poco preciso in risposta. Nel tie-break decisivo, giudice supremo (ed epilogo più giusto) dell’incontro, la maggiore efficacia dell’atleta italiano ha avuto la meglio sulla sopraccitata discontinuità del giocatore kazako. Continua, dunque, il momento magico di Flavio Cobolli.