A 82 chilometri di distanza da Valašské Meziříč – città natale di Tomas Berdych – nasce, a Prostejov, Jakub Mensik, il 1° settembre del 2005. Un ventennio esatto separa la nascita di uno dei più grandi tennisti cechi della storia, da quella del giovane e talentuoso Jakub, attuale numero 65 del ranking, sempre più proiettato a raggiungere le posizioni che contano e a farsi largo tra gli arrembanti connazionali, in un’epoca in cui la Repubblica Ceca è particolarmente presente nell’élite tennistica.
Il mondo punta gli occhi sul cristallino talento del ceco, protagonista di una sorprendente settimana a Shanghai, dove si è spinto sino ai quarti di finale, fermato da un intramontabile Nole Djokovic, che ha dovuto faticare per rimettere in piedi l’incontro. Prima di giungere sotto le grinfie del serbo, Mensik, ha sconfitto avversari del calibro di Rublev e Dimitrov lungo il suo cammino, entrambi liquidati nel terzo e decisivo set.
Ennesima prova di maturità per il ragazzo di Prostejov, cresciuto tennisticamente nella propria cittadina, dove ha forgiato il suo carattere mite e ha lavorato sodo per progredire verso le alte classifiche del ranking mondiale, passando per i propedeutici campionati juniors, dove ha dato atto del suo sconfinato potenziale, raggiungendo la finale nell’Australian Open del 2022, persa dopo un’infinita lotta col giovanissimo rivale statunitense Kuzuhara.
Il Rolex Masters di Shanghai mette alla luce un talento puro, dotato di grande tecnica, coraggio e saggezza nel fare sempre, o quasi, la scelta giusta. Un anno di importanti cambiamenti per Mensik, chiamato a fare il grande salto di qualità, che lo ha trascinato a diventare un assiduo frequentatore del circuito ATP, dopo la fase di transizione e di crescita all’interno dei Challenger.
L’inizio del 2024 è proficuo e di grande auspicio per Jakub, che all’esordio a Melbourne tra “i grandi”, supera i tre match di qualificazione e spazza via un opaco Shapovalov, perdendo successivamente al quinto set da Hubi Hurkacz. La sconfitta ha un sapore amaro, ma l’incontro col polacco trasuda qualcosa di speciale, trasmettendo al mondo che il timido ragazzo di Prostejov non è di certo una meteora. Ciò che di buono aveva fatto vedere Mensik nella spedizione in Australia, viene ampiamente confermato nel torneo che lo battezza ufficialmente come “Rising Star”, cioè l’ATP di Doha 2024, nel quale il ceco esprime un tennis fenomenale e coinvolgente, dove un mix perfetto di precisione, imprevedibilità e sana incoscienza, permettono all’allora diciottenne Mensik di superare un coriaceo Murray in un match protrattosi per oltre tre ore, senza risparmiarsi successivamente contro Rublev e Monfils, messi entrambi fuori K.O dall’inesperto tennista ceco.
Un viaggio incredibile quello di Jakub Mensik, pronto a sfidare i più forti tennisti del mondo senza mai tirarsi indietro. Un margine di miglioramento abissale per il diciannovenne ceco, scoperto da alcuni soltanto sotto i riflettori del Master 1000 di Shanghai, ma proveniente da un’annata tutt’altro che banale, protagonista di un’importante ascesa verso la cima.