Sotto il cielo immenso di Riyadh, Coco Gauff si fa strada come una giovane eroina in un tennis che a volte sembra mancare di storie che sappiano di inaspettate sorprese.
Non è solo una questione di punti, di un set o di un tie-break deciso al terzo; la vittoria di Gauff alle WTA Finals è il trionfo dell’anima che impara la calma in mezzo al caos di chi l’ha sempre vista da subito campionessa designata, in una sorta di linea di discendenza diretta dei successi di Venus e Serena.
Zheng Qinwen, avversaria coriacea, dall’altra parte della rete è giovane come lei, una guerriera anch’essa, ma non ancora temprata per quelle raffiche di nervi tesi che un match del genere impone.
Gauff perde il primo set, ed è come se camminasse su un filo, dondolando, mentre Riyadh trattiene il respiro. Ma Coco non si spaventa, non molla, e nel secondo set cambia qualcosa, è questione di ritmo. Perde due giochi, e poi quattro di fila li vince come a voler dire “Ci sono anche io”. Viene in mente un verso di Kipling, quell’“If” che sembra descriverla: Gauff sa affrontare la sconfitta e la vittoria, quei due impostori che si alternano nel tennis e nella vita, senza perdere la testa. La partita è lì, ancora da vincere, ancora da lottare, quando Zheng prova a chiudere, avanti 5-3 nel terzo set.
Ma qui viene fuori la differenza, quel pezzetto d’anima che fa di Gauff una campionessa. La giovane americana riaggancia la cinese, la costringe a sbagliare, si va al tie-break e Coco vola. Finisce 7-6, con un’esplosione di gioia che non è solo di Coco, ma di tutti quelli che la amano e del pubblico saudita. Sì, perché Gauff vince anche contro il silenzio di uno stadio che ha visto partite a tratti disputate senza la folla che meriterebbe.
Gauff porta a casa il titolo, e porta a casa anche qualcosa che va oltre le cifre, oltre i record. C’è della poesia in questa vittoria, una storia che continua, in attesa del prossimo match, della prossima sfida. La ragazzina che a 15 anni sconvolgeva Wimbledon è diventata adulta, è diventata maestra. E in quel suo pugno alzato c’è tutta la bellezza e la durezza di questo sport che non concede sconti.