Vittoria a sorpresa quella di Casper Ruud contro Carlos Alcaraz a inaugurare il girone in cui sono inseriti anche Zverev e Rublev. Vero che ad Alcaraz ogni tanto capita di battersi un po’ da solo, ma per un Ruud che veniva da sette sconfitte negli ultimi otto incontri un ulteriore aiuto dal fisico spagnolo è stato probabilmente determinante.
In ogni caso, bravo Casper a portarsi a casa la vittoria mettendo in campo la regolarità necessaria e non solo, come ha poi spiegato. Ma il norvegese ha parlato anche di Nadal (con sentimento), di palline (con intellegenza) e del livello superiore di Jannik Sinner e dello stesso Alcaraz.
D. Di quale aspetto del tuo gioco sei rimasto particolarmente soddisfatto?
“Penso di aver servito e risposto piuttosto bene, molto importante su questa superficie. Ho avuto difficoltà in battuta nelle ultime settimane, quindi sono contento che oggi abbia funzionato. E ho risposto molto bene sui punti importanti.”
D. Con che aspettative sei arrivato qui?
“Probabilmente con la fiducia più bassa tra tutti in termini di match vinti e momento di forma, specialmente sul duro indoor. Scherzando dico che le ho tenute in serbo per questa settimana [sorride]. Un match come questo a fine stagione può cambiare il problema della fiducia. Se qui finisco con un acuto, ne sarò felicissimo. Se non metti in campo il tuo tennis migliore contro questi giocatori, tanto vale fare le valigie e chiuderla qua.”
D. Quando affronti Carlos o anche Jannik, danno l’idea di essere quelli giovani? Dove ti metti dal punto di vista generazionale e come vedi il panorama?
“Lo dividerei in due perché si va da Medvedev a De Minaur. Quindi dal ’96 al ’99 ci sono tanti giocatori che stanno facendo bene, sono top 10. poi ci sono Jannik, Carlos e altri anche più giovani. [Si sincera dell’anno di nascita dell’azzurro, 2001, e dello spagnolo, 2003.] Loro due sono più giovani ma hanno fatto meglio dei ragazzi degli anni ’90, comunque li vogliamo chiamare, nella loro carriera. Quasi giocano un campionato a parte, ma sono anche umani. Perdono degli incontri, anche se non tanti. È divertente vederli giocare tra loro, ma mi piace guadarli sempre. Sono fantastici per il tennis.”
D: Sei un gran fan di Rafa, andrai a Malaga la prossima settimana. Qualche parola sul suo ritiro?
“Non andrò, ho giocato e visto abbastanza tennis quest’anno. Magari lo guarderò in TV ma su una spiaggia, in pieno relax. Novak lo ha detto bene, ‘non ritirarti ancora, hai tanti fan in tutto il mondo’. Ma anche tra i giocatori, eravamo in molti a vedere Rafa-Zverev al Roland Garros. Di solito non ci sono Swiatek, Novak, Carlos e tutti quanti a guardare un primo turno, ma Rafa è diverso. Pensavo che si sarebbe dato un’altra chance sulla terra il prossimo anno, ma so che da tempo lottava contro dolore e infortuni. Ti butta a terra mentalmente e a un certo punto dici basta. Sarà un bel modo di dire addio per lui, spero che arrivino in finale.”
D. Daniil ha parlato dei cambi di palline nel Tour, lo hanno messo in difficoltà e non solo lui. Hai notato una nuova tendenza nelle palline, se si adattano meglio al tuo gioco oppure no?
“Per come la vedo, il fatto che ogni torneo ha il diritto di scegliere la palla da usare può essere un problema a volte. Succede se in quattro tornei consecutivi le cambi ogni volta. Poi ci sono tennisti che amano la Dunlop ATP, altri la Wilson, altri ancora la Tecnifibre. Se si decide di usarne una sola, diventa ingiusto per quelli che preferiscono le altre. È un po’ il bello del gioco, è bello perché ci sono diversi vincitori. A me non piacciono le Penn, posso dirlo forte e chiaro, per fortuna ci sono solo a Indian Wells. Sulla terra si va di Dunlop, che preferisco. Sul duro indoor, se è ruvido, si gonfiano. Penso che ci debba essere più regolarità, ma allo stesso tempo ci sono più opportunità con palle diverse.”
D: Contro Alcaraz, avevi vinto un set in quattro confronti. Cosa è cambiato?
“Mi ha aiutato partire bene, buon per me che non ho preso il break subito e ho vinto i game tirati nel primo set. La parte difficile è che Carlos sa giocare ogni colpo, ma oggi sbagliava parecchio. Il mio piano era essere il più aggressivo possibile, ma non è nella mia natura, esito un po’.”