Nonostante la sconfitta che li ha visti eliminati ai gironi delle Nitto ATP Finals, nonostante un secondo set partito magnificamente che li vedeva in vantaggio per 5 a 0 e quindi con tutto il momentum a favore, Simone Bolelli e Andrea Vavassori sono già pronti per la prossima tappa. Le regole delle Nitto ATP Finals prevedono un match tie-break al posto del terzo set, che di sicuro non ha favorito le possibilità di rimonta del duo italiano, partito subito in svantaggio. Nel mirino di Bolelli e Vavassori c’è l’ultimo appuntamento stagionale in coppa Davis, dove dovranno scendere in campo, in caso, sull’uno pari: sono l’asso nella manica dell’Italia per portare a casa il punto decisivo, a giocarsi il tutto o niente, e sono pronti.
D: Oggi magari con un terzo set le cose sarebbero andate diversamente. Come vivete voi doppisti questa mancanza di differenza nel format che c’è tra le Finals e altri tornei ben meno importanti durante l’anno? Ne parlate tra di voi atleti nel circuito?
Bolelli: “Questo è già è già stato detto tante volte: ci sono eventi importanti, uno quest’anno, ad esempio, le Olimpiadi, che sono con questo format, e tutti i doppisti non sono d’accordo nel giocare con queste regole troppo ballerine. Sono regole che non devono essere applicate ai grandi eventi, perché finché giochi i 250 e i 500 va bene, ma Olimpiadi e perlomeno le Finals devono essere giocate, secondo me, col punteggio classico.”
Vavassori: “Io capisco che in un torneo 250 o 500 che hanno diritti tv vogliano avere delle determinati orari anche per i singoli, ma un evento del genere in cui il pubblico pagante che paga anche delle cifre molto alte , più lo show è lungo, più lo show è anche meritevole di essere visto. Una volta che hai mostrato durante l’anno di fare tanti risultati, uscire, così in tre minuti in un evento del genere, anche se con avversari che hanno giocato meglio di noi, dispiace. Sarebbe stato meglio potersela giocare fino in fondo come negli Slam. Speriamo che magari, nei prossimi anni, si possa tornare a un format, almeno in questo evento e nelle Olimpiadi, di due set su tre normali.”
D: Qual è il ricordo più bello che vi portate di questa fantastica stagione che vi ha contraddistinto? Potrete ripetervi anche l’anno prossimo, soprattutto davanti a questo fantastico pubblico?
Vavassori: “In questo momento c’è un pochino di rammarico, ma sono grato di essere in questo momento in questa posizione e ho sentito tantissimo calore del pubblico. Il mio status di giocatore è cambiato, sono felice di quello che abbiamo raggiunto insieme e di quello che potremmo raggiungere ancora. Abbiamo dimostrato di essere tra i migliori del mondo, e anche se a volte le partite girano su pochi punti quello che abbiamo fatto resta. Penso che siamo tra le coppie più forti della storia del tennis italiano, abbiamo tanto da dare ancora e stiamo crescendo ancora come coppia. Il feeling umano è speciale, quindi sarebbe bello continuare a lavorare insieme e poi sicuramente la settimana per me è stata speciale perché l’ho potuta condividere con i miei amici e con la mia famiglia. La prima partita me la terrò sempre dentro il cuore: aver visto tutto il mio team unito, aver visto le lacrime di mio padre, delle persone speciali che ti seguono, me lo porterò sempre. La partita vinta contro Bopanna/Ebden è stata il clou di questa stagione qui.”
D: Quali sono, secondo voi, le differenze tra giocare una partita sull’1-1 in Coppa Davis, come a Bologna, e una partita “spareggio” come quella di oggi, dove o si vince e si prosegue, o si perde e si è eliminati? Come pensate di affrontare la pressione e la responsabilità in una situazione così complessa, con l’attenzione di pubblico e media concentrata su di voi?
Bolelli: “Siamo pronti a giocare sull’uno pari in qualsiasi match. Chiaramente sono partite difficili, dove la differenza per esempio in Davis, intanto, è il format: i match sono due su tre, quindi è completamente un altro tennis a livello tecnico-tattico. Poi c’è il gruppo che comunque ti aiuta e la situazione è un pochino diversa, ma diciamo che a livello di pesantezza di partita siamo lì. Anche oggi era comunque o dentro o fuori e in Davis sarà comunque la stessa cosa perché sarà il match decisivo, però noi siamo pronti. Abbiamo giocato tante partite quest’anno, anche molto importanti, quindi questo tennis ormai lo conosciamo e la Davis ormai è anche la nostra priorità: sappiamo che il doppio porta il punto più importante, quello sull’uno pari, quindi siamo mentalizzati, siamo pronti per affrontare anche questo tipo di partite.”
Vavassori: “In Davis anche il punteggio è un pochino meno pesante rispetto a qui: alla fine sono due set su tre dove non c’è il punto secco e la partita non si decide come oggi in due minuti in un match tie-break che gira male all’inizio. Nel girone di Davis sono state tutte partite toste, però la più importante l’abbiamo vinta contro il Belgio, in cui si poteva determinare anche il nostro passaggio o meno del girone. Poi è da dire che abbiamo Jannik, che in questo momento sta facendo una stagione impressionante, quindi noi siamo sicuramente pronti. Speriamo di andare sempre due a zero, perché abbiamo la squadra per vincere anche due a zero tutti gli incontri: abbiamo il numero 1, uno nei primi 20, Berrettini che è un ex sei del mondo e poi ci siamo noi che siamo la terza Coppa del mondo. Speriamo di fare bene perché ce lo meritiamo.”
D: Qual è la differenza, magari rispetto a un eventuale spareggio per la Coppa Davis, tra far giocare voi due, che comunque vi conoscete da tanto, o se uno dei due dovesse giocare per dire con Sinner? Cosa cambia sia a livello tecnico tattico che a livello umano?
Bolelli: “L’Italia fondamentalmente può schierare vari giocatori, noi chiaramente giochiamo insieme da un anno e mezzo e siamo specializzati nel doppio, ma può giocare benissimo Jannik con uno di noi. Abbiamo varie carte da poter giocare e sulla nostra non ci devi lavorare più di tanto: ci conosciamo, ci alleniamo insieme da un anno e mezzo e abbiamo le nostre tattiche, i nostri schemi. Giocando con qualcun altro ti devi comunque adattare e siamo in grado di farlo benissimo, non è un non è un problema. Sarà il capitano che deciderà alla fine, in quel caso lì, chi far giocare. Se vuoi cambiare un po’ le carte in tavola ti devi adattare.”
Vavassori: “Nella in realtà ci sono due soluzioni: o giochi con noi, e sai quello che ti possiamo dare, oppure gioca Jannik con uno noi. Non ci sono tante altre chance; ho sentito tante cose, ma ci sta pensare di far giocare Jannik, perché fa paura agli avversari in questo momento, anche per come spacca la palla. Le due soluzioni restano comunque due: o noi o lui con uno di noi.”
Francesco Maconi