In un torneo dove non sono mancate le sorprese, il sabato delle semifinali si apre con il botto. Per quanto la vittoria di Taylor Fritz su Alexander Zverev non sia stato un clamoroso upset, di certo lascia un po’ stupefatti, visto che il tedesco era il favorito principale insieme a Jannik Sinner. L’americano si è però rivelato la sua bestia nera, con una vittoria di forza in tre set che gli ha consegnato il quattro successo negli ultimi quattro incontri contro il n.2 del mondo.
Che, pur non avendo una risposta certa, prova a spiegare questa tremenda sequenza: “Bisogna giudicare partita per partita: allo US Open ha giocato meglio di me, alla Laver Cup sono stato in ospedale per due giorni prima della partita. In questo caso, ad essere sincero, nel secondo e terzo set penso di aver giocato meglio di lui. Nel terzo non ho sfruttato per niente le mie possibilità, e mi sembra di averne avute più che a sufficienza. Ho giocato un tie-break al di sotto della media, direi. Molto peggio di quello che è stato il livello del terzo set da parte mia. Taylor ha però migliorato tantissimo il dritto, che spesso crollava quando più contava. Infatti per quanto fosse veloce e molto aggressivo, era molto, molto debole nei momenti importanti. Poteva colpire un vincente, ma spedirlo in rete. Mi sembra che ora la proporzione sia molto più orientata verso i vincenti che verso i colpi in rete, è il colpo che ha migliorato di più“.
Non è certamente facile passare in sole 24 ore da una grandissima vittoria contro Alcaraz a una sconfitta dura, soprattutto alla luce delle occasioni sprecate. Ma nel tennis spesso è questa la normalità, non sempre battere i più forti (o considerati tali) può bastare per andare lontano in un torneo. “Taylor forse non è al livello di Carlos, ma gioca in modo diverso. Ha un servizio migliore e dà meno ritmo. Oggi mi sono sentito un po’ più scarico rispetto a ieri, quando mi sentivo pieno di energia. Oggi mi sono sentito più vuoto, soprattutto all’inizio. Più la partita andava avanti, più mi sentivo bene. Ma all’inizio della partita, e anche nel riscaldamento, ho fatto fatica. È stato uno di quei giorni in cui tutto richiede tempo per andare avanti. È come se non ci fosse un flusso naturale negli schemi di movimento, nei colpi, nel modo in cui ci si sveglia al mattino e tutto sembra un po’ più faticoso. In fin dei conti qui si affrontano solo i migliori giocatori del mondo. Ieri contro Carlos è stato il momento più importante del torneo, e probabilmente il match di più alto livello finora. Sfortunatamente, non sono stato all’altezza nel primo set. Nel secondo e nel terzo penso di aver fatto tutto meglio di lui, tranne che vincere nei momenti importanti, le palle break, il tie-break; alla fine è così che si perde un match“.
Si è conclusa in un modo dunque abbastanza amaro l’ultima partita del 2024 di Zverev, che chiuderà in ogni caso da n.2 del mondo con 69 partite vinte. Un bottino che non può che indicare una grande annata: “Quest’anno ho giocato delle partite fantastiche. Ho vinto qualcosa come 65 incontri, per me è stato un anno interessante, soprattutto dopo l’infortunio. È stato il primo anno in cui sono tornato a competere a questo livello e a partecipare a tornei importanti, ho vinto due Masters 1000. Ma ciò che rimane impresso nella mente sono le sconfitte difficili che hai subito. Rimarranno nella mia mente la sconfitta all’Australian Open contro Daniil e la finale degli Open di Francia contro Carlos. Sono queste le partite che mi rimangono in mente. Potete fidarvi, farò tutto il possibile per tornare in quegli stessi momenti, in quella stessa posizione, l’anno prossimo. Farò tutto il possibile per vincere“.