Dietro la clamorosa stagione di Jannik Sinner e i suoi infiniti successi ci sono due artefici principali: Darren Cahill e Simone Vagnozzi. Quest’ultimo è il suo allenatore principale, colui che venne scelto per sostituire Riccardo Piatti all’indomani dell’Australian Open 2022. E che stasera, così come il n.1 al mondo, è stato celebrato dalla stampa italiana e non solo in una lunga conferenza, quasi per provare a spiegare da dove sia partito il fenomeno Sinner per arrivare a questo punto.
“Abbiamo iniziato l’anno con una vittoria in Australia e finiamo con il trofeo qui“, dice quasi con naturalezza Vagnozzi, “è stato un anno fantastico, ma anche molto lungo e sicuramente stressante. Ma siamo soddisfatti di tutto ciò che abbiamo ottenuto quest’anno. I primi due Slam per Jannik, la prima vittoria qui in Italia con le Finals. Penso che se qualcuno prima dell’inizio della stagione ci chiedesse di firmare per questo risultato, sicuramente lo firmeremmo. Siamo molto, molto felici di questo“. Ma, come detto, Vagnozzi non è solo. L’altra figura fondamentale dietro i successi di Sinner è il super coach Cahill, forse la vera chiave per un salto di qualità anche mentale. E anche per la tranquillità che sa infondere: “Di solito io e Darren siamo molto silenziosi. Jannik non è il tipo di persona che vuole troppe parole durante la partita, cerchiamo di dare solo un piccolo aiuto. Di solito vediamo come iniziamo la partita, se è una buona o una cattiva giornata, e quest’anno ci sono state molte giornate positive. Oggi eravamo davvero tranquilli perché lo abbiamo visto per tutta la settimana, l’abbiamo visto oggi prima della partita durante l’allenamento colpire molto bene. Eravamo abbastanza fiduciosi che fosse in grado di fare un buon match. Sicuramente è stato un match difficile perché Taylor stava giocando molto bene. Ma eravamo fiduciosi che Jannik avesse la possibilità di vincere questo incontro“.
Possibilità di vincere, come confermato anche da Fritz, che sono dipese molto anche dal servizio. Un colpo che Jannik ha migliorato moltissimo: “Quando sono entrato io nel febbraio 2022, lui serviva con lo step back. Ci sono stati molto cambiamenti, non ho voluto cambiare subito questo, ma con l’avvento di Darren ci siamo parlati e ci siamo detto che lo step up era il suo servizio ideale. Abbiamo fatto un po’ di lavoro sulla parte del movimento, abbiamo abbassato un po’ il lancio, che prima era fisicamente alto. Poi abbiamo avuto la “fortuna” di perdere presto al Roland Garros contro Altmaier nel 2023, e abbiamo avuto un po’ più tempo anche durante la stagione, e abbiamo provato a cambiare completamente, ed era tornato quello che faceva molto prima. Ma quando siamo arrivati noi lui già serviva con i piedi fermi, lui tornando a come faceva anni prima si è trovato molto bene. Poi ci sono sempre stati degli accorgimenti durante questi mesi. Ma oltre a muovere i piedi fa anche il lancio un po’ più basso, fa un po’ la torsione, riesce a capire dove serve, e sta migliorando mese dopo mese. Dalla Cina in poi le percentuali si sono alzate, poi oggi è stata una delle migliori partite al servizio. Però penso che possa ancora migliorare, che si possa un po’ più stabilizzare, soprattutto sulla prima“.
Nonostante tutti i progressi, la voglia di lavorare e la capacità di non fermarsi, innegabilmente un rendimento così elevato lascia sempre un po’ di positiva sorpresa: “Mi sorprende che in Italia, davanti al suo pubblico, con tutti gli occhi addosso, sia stato capace di produrre cinque partite di questo livello sin dal primo giorno. Non sai mai come puoi reagire. Dal primo giorno ha subito avuto un ottimo livello. Non è una sorpresa, certo, ma sei sempre un po’ con il minimo dubbio che si possa fare. Penso che naturalmente, man mano che la strada va avanti, i dettagli da migliorare sono sempre più piccoli ma ci sono. Ad esempio con Medvedev lo slice di rovescio, ma dipende dalle circostanze. Tatticamente sta capendo molto meglio il gioco rispetto a due anni fa e sa meglio cosa fare. Oggi, ad esempio, ha cambiato posizione in risposta sempre per non dare punti di riferimento a Fritz. Non è solo un grande colpitore, ma è anche tatticamente molto preparato. La sua eccezionalità è quello che non vedete, come ogni giorno vada in campo per migliorarsi, ha voglia di dare sempre il più possibile, non si accontenta mai, è sempre sul pezzo. Non è facile trovare ragazzi così“.
Ma, oltre ai festeggiamenti, c’è anche da interrogarsi sulla programmazione. E su cosa potrebbe verificarsi in caso di decisioni della WADA che nessuno si augura: “Non stiamo pensando alla squalifica, né vogliamo pensarci. Lui ha fatto il possibile, non ha fatto nulla di male, nessun errore, non poteva evitare che accadesse quella cosa lì. Noi ci concentriamo sul prossimo torneo, che sarà Malaga, e arriverà carico per riportare di nuovo in Italia l’insalatiera. Poi sicuramente senza questo peso saremmo stati meglio, ma il merito di tutti i successi va a lui, è lui che va in campo con il peso di questa situazione, noi cerchiamo di parlargli, di aiutarlo, prepararlo nelle partite, prepararlo bene fisicamente. Abbiamo cercato di stargli vicino, di ricordargli tutti i giorni che lui non ha fatto niente di male“.