da Melbourne, il direttore
Domenica diluvio universale, pioggia battente, fiumi per le strade di Melbourne. Lunedì giornata bellissima. Cielo sempre sereno, caldo sopportabile, anche se è d’obbligo la crema se si sta anche solo 10 minuti sotto il sole che non perdona. Ma le creme solari, in questo Paese che ha uno dei più alti tassi di tumori per la pelle nel mondo, qui già all’ingresso le trovi gratuitamente e in abbondanza per tutti.
Sulla KIA Arena dove sono arrivato alle 11, cioè all’inizio di Cocciaretto-Shnaider è stato un continuo salire fila dopo fila all’indietro, in alto, per sottrarsi al sole implacabile. Sotto di me, due file più in basso, Tathiana Garbin, Paolo Lorenzi e Raimondo Ricci Bitti, sono rimasti coraggiosamente sotto il sole fino alla fine, mentre una fila sotto alla loro c’erano il coach di Elisabetta Fausto Scolari, il fisioterapista di cui mi sfugge il nome nonché, ospite, il medico chirurgo che ha operato Elisabetta al ginocchio. La ragazza di Ancona ha giocato pochissime partite negli ultimi mesi e forse ha pagato proprio la desuetudine agonistica perché pur giocando bene e con grande aggressività per non lasciare l’iniziativa alla Shnayder, purtroppo non ha chiuso un primo set che avrebbe strameritato di vincere. Pazienza. Il suo tennis però c’è. Il rovescio soprattutto è notevole. Il movimento del dritto è un po’ più lento ma si può migliorare. Come il servizio che, peraltro, l’ha tradita nella fasi cruciali del primo set, perché fino al momento in cui ha fatto 4 doppi falli in un paio di game, ne aveva fatto uno solo.
Ha forse portato fortuna, per chi ci crede – e io non sono uno di quelli – che poco prima che Lucia Bronzetti scendesse in campo contro Viola Azarenka, io mi sia trovato a seguire su quella stessa KIA Arena – KIA è sponsor di Ubitennis, non solo dell’Australian Open, e quando si gioca su questo campo lo dirò sempre …d’altra parte ”la pubblicità è l’anima del commercio” diceva 60 anni fa Henry Ford – il match fra Elisabetta Cocciaretto e Diana Shnaider accanto a Francesco Piccari che, se non lo sapeste… e’ il coach di Lucia, nonché’ il marito di Karin Knapp che gli ha dato due bambine, di 6 e 2 anni.
Parlando con lui e prima ancora che di Lucia che è stata top50, ma è scesa intorno al 76mo posto e affrontava l’ex n.1 del mondo Vika Azarenka (attuale n.24), è venuto fuori che il primo match mai giocato da Djokovic all’Open d’Australia nel 2005 Nole lo aveva giocato nelle qualificazioni proprio contro Francesco Piccari. Difficile immaginarsi allora quanta strada, quanti trionfi avrebbe colto Nole a Melbourne!
Altra cosa che non ricordavo, ma che mi fa piacere ricordare e’ che sua moglie Karin, che qualche volta avrete sentito commentare tennis su Supertennis, aveva battuto due volte su due proprio Vika Azarenka.
Francesco mi ha anche spiegato che lo scorso anno per la programmazione di Lucia si è puntato più sui progressi tecnici che sul ranking. “Abbiamo scelto di giocare tutti i tornei più forti, Slam, Masters 1000, anzichè andare a caccia di punti più facili, perché si abituasse a giocare con le tenniste più forti. Infatti io ritengo che sia molto migliorata, anche se la classifica per ora non lo dice, visto che da n.47 oggi n.76. Insomma la classifica ne ha sofferto…anche se sarebbe bastato che Lucia non perdesse a Rabat, dove aveva vinto l’anno prima, con l’americana Stearns (che ha poi vinto il torneo) e con la quale è stata avanti 5-1 sciupando tutta una serie di matchpoints, per ritrovarsi una quindicina di posti più su”.
Anche contro Azarenka Lucia ha avuto bisogno di una discreta serie di setpoint prima di conquistare il primo set, che forse fra le donne è ancora più importante che fra gli uomini. Ci sono certe ragazze che giocando decisamente molto meglio quando passano in vantaggio. La fiducia aiuta tantissimo. Vale per uomini e donne, ma a mio avviso per le donne un tantino di più.
Di quanto possa essere importante vincere il primo se ne è certo resa conto Cocciaretto che ha perso un primo set che aveva in pugno, ben al di là dei due setpoint non trasformati. Ma quando servi per il set (sul 5-4) non puoi commettere tre doppi falli! Avrebbe dovuto giocare, almeno dopo il secondo doppio fallo, una prima palla a tre quarti di velocità, pur di metterla dentro.
Quel primo set perduto così malamente le è costato anche tre game del secondo set. In quelli ha fatto solo tre punti e due erano su suoi turni di servizio. Riprendo il concetto di cui sopra: la sfiducia se ti prende non perdona.
Mi sono poi spostato sulla Rod Laver Arena per seguire l’esordio australiano del campione in carica, il nostro Jannik che – soprattutto per questa persecuzione abbastanza assurda e paradossale delle WADA – sta sempre più caro a tutti gli appassionati di casa nostra. Ma nel frattempo Tsitsipas perdeva per la prima volta in Australia al primo turno, dopo sette volte in cui quando aveva fatto peggio era giunto al secondo. Però con il giovane americano Michelsen ci aveva già perso nell’unico confronto precedente. Il greco, a proposito di sfiducia, sembra proprio piombato in una crisi profonda. Ha 26 anni e dà l’impressione di un’attitudine da…vecchio rassegnato al peggio, senza speranza. Incredibile se si pensa a qell che era e prometteva ancora 2 o 3 anni fa.
Sempre nel frattempo mi arrivano segnalazioni del grande successo dell’iniziativa partita da Ubitennis “chiamiamo un campo del Foro Italico Clerici-Tommasi”. Non ho verificato i risultati della petizione il cui link è questo, ma ha certo aiutato molto il sostegno che mi hanno dato diversi colleghi quali, Massimo Gramellini, Aldo Cazzullo, Bruno Vespa, Andrea Scanzi, Pierluigi Pardo, Xavier Jacobelli, Ivan Zazzaroni, Marco Imarisio, Claudio Giua, Claudia Fusani e altri che su due piedi non mi vengono a mente e con i quali qui mi scuso perché sto scrivendo dopo 14 ore di tennis, di sole e di jet-lag.
Io spero proprio che Angelo Binaghi per una volta mi e ci dia retta. Spero cioè, pur avendo idea delle sue caratteristiche di uomo che non dimentica…, che invece raggiunta una diversa maturità e dopo 25 anni sarà capace di dimenticare i motivi del suo scarso feeling con Tommasi e farà un gesto intelligente che tutti gli appassionati italiani apprezzerebbero moltissimo. Di sicuro farebbe una gran bella figura. In fondo, suvvia, non deve dedicare il campo centrale o il già “assegnato” Pietrangeli ai due giganti del giornalismo nostrano che tanto hanno fatto, acquisendo fama in Italia e all’estero (nella hall of fame Clerici, solo italiano assieme a Pietrangeli, due volte ATP Media Award per il miglior giornalista Tommasi che pubblicava quotidanamente per anni i suoi pronostici all’US Open “scavalcando” tante illustri firme americane). Ma i campi al foro Italico non mancano per consentire a Binaghi di fare un beat geste. Una sorta di ricompensa a due maestri che non hanno potuto godersi il Rinascimento del tennis italiano, l’avvento e l’ascesa di Sinner.
A proposito… non ci voleva molto a prevedere che l’esordio di Sinner contro Jarry non sarebbe stato semplice. Però anche stavolta Jannik non ha perso un set e credo siano 29 di fila quelli vinti, dacché ne perse uno con Etcheverry in Cina. E 14 le vittorie di fila dacchè perse da Alcaraz a Pechino.
Come gli è accaduto spesso Jannik ha avuto una partenza diesel. Sembrava un po’ lento e faticava a leggere i servizi (grandi servizi peraltro) di Jarry. E con il suo servizio non arrivava al 50%. Man mano che la partita proseguiva però ha cominciato a rispondere meglio, mentre Jarry diventava più lento. Però non è stata ugualmente partita facile. In due tiebreak però Sinner ha fatto 14 punti e Jarry 7 (2+5). Insomma il solito Sinner che al tiebreak è una garanzia. Ha chiuso un set con un ace, il suo quinto, mentre Jarry ne aveva collezionati 10, ma quando servivano molto meno.
Le dichiarazioni di Jannik post gara, beh sono il solito copia e incolla. Se non gli viene in mente uno spunto umano (i genitori che lo hanno lasciato andare via, la zia che stava morendo) a parlare di un match, quello appena finito come quello di giocare prossimamente, non si cava un ragno da un buco. Non dirà mai, ad esempio, che è proprio contento che Nick Kyrgios è stato battuto per 3 set a zero dal britannico Fearnley. Di sicuro lo è. Chi non lo sarebbe al posto suo. A leggere i giornali qui ci sono talmente tanti titoli ogni giorno su Kyrgios e quel che dice… che io penso sinceramente che per Tennis Australia e la promozione del torneo Kyrgios è stato straordinariamente efficace. Ma a volte per essere efficaci occorre avere un gran pelo sullo stomaco. Ci vuole invece pazienza se Jannik non punta a essere un influencer. Di fatto l’importante non è quel che dice ma come gioca. Soprattutto se continua a vincere. Mi ricorda un po’ il miglior Sampras che, messo a confronto con il loquace ed estroverso kid di Las Vegas, Andre Agassi replicava senza alcun imbarazzo: “Io lascio parlare la mia racchetta”.
E la sua racchetta non ha mai fatto ridere nessuno. Semmai ha fatto piangere parecchio. Gli avversari. E nei tiebreak anche lui non perdonava. Più ci penso e più, senza riferimenti allo stile e al tipo di gioco (Sinner con Jarry sarà venuto a rete 2 volte, forse 3…), fra Sampras e Sinner ci sono alcune analogie comportamentali non trascurabili.
A far compagnia a Tsitsipas testa di serie n.11 c’è andato anche la n.10: Dimitrov. Ma il bulgaro si è ritirato con il nostro Francesco Passaro, uomo fortunato se ce n’è uno si direbbe oggi che entrato nel tabellone del suo primo Slam da lucky loser e quindi dalla porta di servizio – l’infortunio di Fognini che, suo malgrado gli ha dato via libera e magari se avesse saputo che anche Dimitrov non stava bene ci avrebbe pensato un paio di volte prima di ritirarsi (ma è un’illazione perché non so come stia Fabio…) – ha potuto approfittare anche della succssiva indisposizione di Dimitrov. Il bulgaro ha 33 anni, Fognini qualcuno di più. E’ più facile farsi male quando non si è più ragazzini. Ci sta. E Passaro farà il suo ingresso a vele spiegate fra i top100. Un bel traguardo. Oggi lo paragoneranno allo zio Gastone, tanto fortunato quanto era sfortunato Paperino, però anche Passaro i suoi bei guai fisici li ha avuti pure lui. Quindi era in credito con la fortuna. Il premio del secondo turno è tanta manna…e poi lo aspetta il francese Bonzi che non è un fenomeno extraterrestre. Perché il ragazzo di Perugia non potrebbe vincere?
Vabbè, con Djokovic che vince in 4 set, Alcaraz in 3, Zverev che aveva vinto in 3 le altre “star” della metà bassa sono tutte in corsa.
Così stanotte di programma mi pare più leggero, anche Berrettini-Norrie non m lo voglio perdere e neppure il derby Musetti-Arnaldi in cui il carrarino ha tutto da perdere. Poi darò occhiata anche a Sonego- Wawrinka, sia pur con minor interesse che per Cobolli-Etcheverry (l’argentino è l’ultimo ad aver strappato un set a Sinner…sembra un record da nulla, ma non è così). Non penso, infine, che domattina alle vostre 9, Jasmine Paolini rischi qualcosa con la cinese Wei, qualificata e ventenne di belle speranze ma non troppe. Almeno domattina.