C’è tensione a Melbourne. E non solamente per il tennis giocato all’Australian Open. Un episodio nello specifico ha fatto scalpore: quello dell’intervista rifiutata da Novak Djokovic dopo uno dei suoi match vinti, a causa di alcune parole offensive – a detta del 24 volte campione Slam – rivolte verso la sua persona e verso i tifosi serbi. Questi commenti erano stati fatti da Tony Jones, giornalista di Channel 9, famoso broadcaster australiano. Sembra però che non sia stato un caso isolato. Ben Shelton, alla fine della sua ultima conferenza stampa, ha preso parola prima di andarsene per dire la sua su questa tendenza negativa riscontrata pure da lui.
“Vorrei dire una cosa prima che tutti ce ne andiamo. Sono rimasto un po’ scioccato durante questa settimana nel vedere come alcuni giocatori sono stati trattati dai broadcaster”, le prime parole del 22enne di Atlanta, che poi ha citato appunto Djokovic e pure il suo connazionale Learner Tien, vittima secondo lui di un’intervista irrispettosa. “Non credo sia stato un evento singolo quello di Novak e della persona che lo ha deriso. Ho notato che questo è successo anche ad altri giocatori, non solo a me. L’ho percepito ad esempio in un’intervista fatta a Learner Tien dopo, mi sembra, il match vinto contro Medvedev. Credo che quell’intervista sia stata imbarazzante e irrispettosa”.
In seguito, la sua attenzione si è spostata verso le esperienze vissute sulla sua pelle durante i primi dieci giorni di questo torneo. “Ci sono stati alcuni commenti, fatti da vari personaggi delle interviste post-match rivolgendosi a me, come tipo: ‘Hey, Monfils è abbastanza vecchio per essere tuo padre, magari è tuo padre’. Oppure oggi: ‘Ben, come ci si sente a sapere che nessuno farà il tifo per te, non importa chi vinca l’altra semifinale’. Potrebbe anche essere vero, ma non credo sia un commento rispettoso, perdipiù fatto da una persona che non ho mai incontrato prima in vita mia”.
Infine, la chiosa di Shelton è stata abbastanza ferrea e non ha quindi dato spazio a molte altre interpretazioni. “Credo che i broadcaster debbano darci una mano a far crescere il nostro sport, aiutando ad esempio gli atleti che vincono le partite su questi campi a godersi i loro più bei momenti. Ho percepito molta negatività invece. Tutto ciò deve cambiare”.