Ben Shelton 2.0. Non è più solo muscoli e potenza. Il 22enne americano sta scoprendo sempre di più con il passare del tempo le varie soluzioni che il tennis propone. Durante la sfida di quarti di finale all’Australian Open 2025 contro Lorenzo Sonego – sconfitto in quattro parziali tirati –, il mancino statunitense non ha solamente ‘fatto andare’ il braccio a tutta come siamo abituati a vedere quando c’è lui su un campo da tennis. Si è vista più regolarità da parte sua e, sia lui che l’avversario, sono consapevoli di ciò. Difatti, per Big Ben sono solamente 33 i gratuiti a fine partita contro i 55 dell’azzurro. Fino a qualche mese fa, probabilmente questa statistica sarebbe stata rovesciata.
“Non sono sicuro che questo sia quello che mi aspettassi quando la mia carriera è iniziata”, esordisce Shelton in conferenza stampa post-successo. “Quando ero bambino, e ho smesso di giocare a football, ero sempre piuttosto pesante. Non grasso eh, però di certo portavo un po’ di peso. Ho sempre fatto fatica fisicamente. Quando magari i miei incontri si allungavano diventavo subito stanco, mi venivano i crampi o comunque non avevo più energie. Significa molto per me reggere la durezza del tre su cinque. Credo di essere a 24 vittorie e 8 sconfitte negli Slam in cui sono entrato con accettazione diretta”. Ora, gli toccherà la montagna più difficile da scalare: Jannik Sinner – vittorioso in tre distruttivi set sull’idolo di casa Alex de Minaur -, con cui si trova sotto 1-4 negli scontri diretti. Ma prima di pensare a questa semifinale, buttiamo un occhio su cosa ha detto Ben in conferenza stampa.
D: È stata una battaglia quella di oggi. Come ti sei sentito?
Shelton: “Ci sono alcune cose che sento di non aver fatto bene oggi. Probabilmente ho avuto uno dei miei peggiori giorni in battuta, me l’ha detto anche il mio team. Dovevo quindi combattere. Nei primi due set credo che entrambi abbiamo dovuto trovare un po’ il nostro tennis. Prima di oggi non avevo speso così tanto tempo su quel campo. Il vento è stato potente, ci scherzavo con la mia squadra. I cinque minuti che ho avuto di tempo per scaldarmi su quel campo prima della partita sono stati i primi dopo due anni che non giocavo su quel campo.
“Ogni cosa, quindi, ha avuto bisogno di un po’ di tempo per essere scaldata a dovere. Dopo i primi due set lui ha alzato molto il livello. Mi è sembrato tirasse vincenti da ogni parte del campo. Metteva dentro molte prime, colpiva le righe e trovava ottimi piazzamenti. Nelle palle a rimbalzo stava fiammando e metteva molta pressione avanzando pure a rete. Ho cercato di combattere e per questo sono orgoglioso di aver superato questa sfida”.
D: È la tua seconda semifinale Slam. Hai lavorato tantissimo da quello US Open 2023. In che modo sei diverso da quella versione di te stesso?
Shelton: “Quando giocavo nel 2023 sentivo che tutto dovesse essere perfetto. Ero sopra le mie possibilità. Colpivo molti vincenti, servivo benissimo. Ogni cosa doveva performare al meglio se volevo ottenere quei grandi risultati. Ultimamente, specie nei match qui in Australia, niente sento che stia andando in maniera perfetta. Ho avuto un solo giorno buono al servizio su cinque incontri disputati. Ho dovuto quindi trovare un modo per farcela comunque, scavando nel mio tennis. Inoltre, sento di essere un migliore in risposta rispetto al passato. Oggi riesco a vincere in modi differenti”.
D: Ti ha condizionato il fatto di aver dovuto giocare su un campo dove non avevi ancora giocato in questa edizione del torneo? Sei costretto a cambiare il modo in cui giochi?
Shelton: “Influenza quanto tu decidi che ti possa influenzare. Quest’anno non ho giocato due match sullo stesso campo. A me non importa, è tutto uguale. Sono sicuro che ci sia qualcosa che possa far arrabbiare i giocatori che magari preferiscono determinate condizioni. Credo però che qui facciano un ottimo lavoro nel cercare di fare la superficie di tutti i campi più uguale possibile. Ovviamente la velocità può cambiare di poco da campo a campo. Tutti però sono molto validi e questo non succede in tutti i tornei. Specialmente quelli su cemento”.
D: Hai parlato del fatto di superare i tuoi limiti. Quanto pensi che dovrai farlo, nel senso di essere estremamente aggressivo, contro uno come Sinner”
Shelton: “Il rischio dovrà essere calcolato. Devi scegliere i tuoi momenti e fidarti di ciò che sai fare. Non credo che andrò oltre i miei limiti. In questo torneo, comunque, sono rimasto più conservativo dalla linea di fondo e spesso ho giocato scambi lunghi. Probabilmente questo livello dovrò alzarlo un pochettino in semifinale. E non andando oltre i miei limiti però. Credo che uno stile più aggressivo, che comprenda il colpire la palla un po’ più in anticipo e magari fare più spesso serve and volley, possa servire. Sto cercando di scoprire modi con cui mettere in difficoltà i miei avversari senza necessariamente spingermi oltre i miei limiti colpendo a tutta”.