Quinto Slam, tanto rumore per nulla? Così sembrerebbe. Affinchè però non resti un puro esercizio stilistico, va spiegato il perché, scendendo ancora una volta sul campo del racconto di ciò che sono gli interessi dietro ad un business sempre più orientato allo sport e alle sue sfaccettature. CVC Capital Partners, colosso del private equity, torna a far parlare di sé nel mondo del tennis con un’offerta monstre da un miliardo di dollari per mettere le mani su alcuni dei tornei più prestigiosi del circuito ATP e WTA. Un affare che, se andasse in porto, rischierebbe di spegnere sul nascere il sogno della FITP. Ma andiamo per ordine.
CVC & Endeavor: chi vorrebbe vendere e chi vorrebbe comprare
La proposta di CVC non riguarda solo il Masters 1000 di Madrid e il Miami Open, ma include anche il Conde de Godó di Barcellona e l’esibizione di Hurlingham, il tradizionale evento su erba che spesso accoglie le stelle del tennis in rodaggio prima di Wimbledon. La vendita rientra nella strategia di ristrutturazione di Endeavor Group Holdings, la società guidata dal magnate Ari Emanuel, che ha deciso di cedere il pacchetto dei tornei per concentrarsi su altri asset. Secondo Sky Sports, l’offerta di CVC dovrà essere formalizzata entro la fine del mese. Ma la partita non è ancora chiusa: Endeavor stessa potrebbe rilanciare con un’offerta interna, mentre altre società di private equity, come EQT Partners e Providence Equity Partners, avrebbero già manifestato interesse. Tuttavia, la strategia di Endeavor sembra chiara: vendere tutti i tornei in un’unica transazione, escludendo acquisti separati.
Cosa cambia sul tavolo della FITP
E qui arriva la doccia fredda per la FITP, che si era candidata per accaparrarsi almeno un evento, magari Madrid, per rafforzare il sogno del Quinto Slam italiano. Ma un investimento da un miliardo di dollari è fuori portata e, soprattutto, cosa fare di un torneo come il Miami Open? L’idea di uno spostamento in Italia è irrealizzabile e, senza una vendita separata, la federazione italiana rischia di restare al palo. L’idea di un Masters 1000 tricolore, magari incastrato tra Roma e Madrid, appare sempre più lontana. D’altro canto, la FITP ha già dovuto incassare l’informale bocciatura del progetto del Quinto Slam, e questo ulteriore sviluppo potrebbe essere la pietra tombale sulle ambizioni di grandezza.
La strategia di CVC
Se CVC dovesse chiudere l’affare, si tratterebbe della sua prima incursione diretta nella proprietà di tornei maschili. Il colosso finanziario, però, non è nuovo nel mondo del tennis: nel 2023 ha investito 150 milioni di dollari per acquisire una quota della WTA, ottenendo in cambio il 20% dei ricavi commerciali del circuito femminile. E non è un segreto che CVC voglia espandere la sua presenza: in passato ha provato addirittura a unificare ATP e WTA, ma l’operazione è stata respinta. Questo, però, non ha frenato le sue ambizioni. Con quasi 150 miliardi di dollari di asset in gestione, CVC è uno dei principali attori nel mondo degli investimenti sportivi, con partecipazioni in Formula 1, Liga spagnola e Sei Nazioni di rugby. Il tennis sembra essere il prossimo tassello di un mosaico sempre più imponente.
L’esperienza con la WTA ha dato i suoi frutti: nel primo anno, WTA Ventures ha registrato un incremento del fatturato del 24% e punta a triplicarlo entro il 2029. Numeri che confermano la validità dell’investimento. Ora, con l’eventuale acquisizione di Miami, Madrid e degli altri tornei, CVC rafforzerebbe ulteriormente la propria posizione, puntando su eventi di grande visibilità e rilevanza economica. L’idea è chiara: costruire un ecosistema sempre più redditizio intorno ai tornei più importanti, sfruttando la loro capacità di attrarre sponsor e diritti televisivi. In questo scenario, la FITP si troverebbe relegata al ruolo di spettatore, senza alcuna possibilità di competere con colossi finanziari di questa portata.
Il tennis, un business che attrae
Intanto, il calendario del tennis continua a evolversi e con esso il peso dei grandi fondi di investimento nel circuito. L’ingresso ad esempio negli scorsi anni del gruppo di investimento saudita, PIF, ne è la prova provata. La possibilità di un Quinto Slam italiano, tanto decantata in queste ultime settimane, appare sempre più come un miraggio: senza la possibilità di mettere le mani su Madrid, la federazione italiana perde un’occasione chiave. L’ennesima dimostrazione che nel tennis moderno, più che le ambizioni, contano i capitali. E quelli, CVC li ha, eccome. Il Quinto Slam resterà dunque un’utopia? La risposta è nella retoricità della domanda.