Fa male vedere il declino di Djokovic (Paolo Bertolucci, La Gazzetta dello Sport)
Scene già viste. Il declino di Novak Djokovic, così brutalmente fotografato dalla sconfitta al debutto di Indian Wells contro il lucky loser Van de Zandschulp, riporta alla mente gli ultimi sussulti di Federer e Nadal, quando faceva male al cuore vederli faticare, e magari perdere. contro avversari di cui ai tempi d’oro avrebbero disposto senza problemi. L’età, d’altronde, è un fattore contro il quale non esistono contromisure e dopo il successo olimpico, obiettivo per il quale evidentemente ha spremuto le ultime energie, Novak è sembrato improvvisamente accusare uno per uno tutti i suoi 37 anni (38 a maggio). Sono convinto che il campione serbo continui ad allenarsi con costanza, senza trascurare alcun dettaglio, anche perché ha scelto di farsi seguire da Andy Murray così da trovare nuovi stimoli, sul campo non trova risposte al suo lavoro quotidiano.
La palla non ha più la stessa rapidità e cade più corta al di là della rete, i movimenti sono più lenti, il proverbiale killer instinct è evaporato e durante gli scambi si moltiplicano gli errori gratuiti. In queste condizioni, i rivali che una volta erano atterriti solamente dal vederselo di fronte sanno di potersela giocare fino in fondo. Intendiamoci, non credo che Djokovic sia al definitivo capolinea e non mi stupirei di ritrovarlo ad esprimere un tennis di alto livello come del resto ha mostrato in Australia contro Alcaraz: la domanda è se a queste prestazioni potrà dare continuità o se invece si tratterà di imprese estemporanee, spalmate su un turno o due ma non su tutto il torneo. Tra l’altro, per ritrovare una condizione tecnica adeguata, l’ex numero uno avrebbe bisogno di giocare un buon numero di partite e queste sconfitte repentine non lo aiutano. […]
Berrettini, non funziona la missione rivincita (Antonio Sepe, Corriere dello Sport)
La quarta vittoria in carriera contro un top 10 è valsa a Matteo Arnaldi l’accesso al terzo turno del Masters 1000 di Indian Wells. Sotto il sole californiano, il 24enne di Sanremo ha battuto con il punteggio di 6-4 7-5 Rublev (n. 7 del seeding), bissando il successo ottenuto 10 mesi fa sulla terra battuta del Roland Garros. Prestazione super da parte di Matteo, capace di recuperare due break di svantaggio nel 2° set e imporsi in poco meno di due ore di gioco, eliminando un avversario particolarmente nervoso e falloso. Al prossimo turno se la vedrà contro l’americano Nakashima (1-1 i precedenti).
Oggi in campo anche le due azzurre ancora in gara nel tabellone femminile: Jasmine Paolini e Lucia Bronzetti. La giocatrice toscana ha piegato in tre set lottati la 17enne Jovic (7-6 1-6 6-3), soffrendo più del previsto. La sua prossima avversaria sarà la rumena Cristian (primo confronto in carriera). Bronzetti ha invece ripetuto il risultato dello scorso anno, accedendo al 3° turno grazie al successo ai danni della polacca Frech (6-3 7-5). Si preannuncia però proibitivo l’impegno contro la n.1 del ranking, Sabalenka, la quale ha vinto nettamente entrambe le sfide giocate in precedenza.
Matteo Berrettini non è riuscito a vendicare la sconfitta subita dieci giorni
fa a Dubai. Anche in California è stato Tsitsipas ad avere la meglio e a passare il turno. Stavolta però il match si è rivelato molto meno equilibrato. Tanto che il greco ha conquistato la vittoria con un eloquente 6-3 6-3 in appena 68′ di gioco. Nulla da fare per Berrettini, sicuramente sfortunato nel sorteggio visto l’ottimo momento di forma del suo avversario ma mai davvero capace di impensierirlo né di entrare in partita. Passo indietro rispetto alle ultime uscite per il romano, che proverà a tornare protagonista a Miami nel prossimo 1000 […].
I pilastri di Arnaldi. Le crepe di Djokovic (Gianluca Strocchi, Tuttosport)
Il quarto successo in carriera su un top 10 gli vale per la prima volta il 3° turno a Indian Wells. E attesta la ritrovata continuità di rendimento dopo un periodo complicato. Matteo Arnaldi, come già all’ultimo Roland Garros, sgambetta di nuovo Andrey Rublev. Sul cemento californiano l’azzurro si impone 6-4 7-5 sul n.8 del mondo, preda del suo nervosismo malgrado l’invito ad essere responsabile scritto sulle scarpe. Il 27enne di Mosca commette 33 errori gratuiti e perde 6 volte il servizio. Così da incappare nella seconda sconfitta dopo il titolo all’Atp 500 di Doha. Nonostante i problemi al servizio (43% di prime), il 24enne di Sanremo rimane attaccato al match nei momenti delicati.
In particolare nel finale di primo set (subito il controbreak sul 5-3, chiude con break a zero). E non perde calma nel secondo quando si trova sotto 0-3 con due break (sventando il possibile 1-4) di fronte al vortice di frustrazione, rabbia e occasionali accelerazioni dell’avversario. Che non a caso urla «me ne voglio andare» a fine 11° game, prima di servire per rimanere in partita, inutilmente, con diritto affossato in rete al primo match point. Arnaldi chiude con 19 vincenti a 14 e 9 punti in più al servizio. Dopo sei ko in otto partite tra settembre 2024 e prime settimane del nuovo anno, da dopo Melbourne ha ottenuto i quarti a Dallas, le semifinali a Delray Beach e la sconfitta di misura con Zverev ad Acapulco prima dell’acuto al ‘Tennis Paradise’.
«Mi sento meglio fisicamente rispetto a qualche giorno fa e sono soddisfatto del livello di gioco espresso – il commento di Matteo -. Ero stato poco bene in Messico e nella prima partita avevo fatto fatica. Le condizioni erano molto diverse rispetto al mio primo match. La vera sfida qui è proprio in questo aspetto. Il campo è molto più lento nella sessione serale, mentre in quella diurna è più veloce e c’è la possibilità di colpire con maggior incisività. Bisogna trovare il modo per comprendere le differenze e adattare il proprio tennis». Per allungare il sogno in California, sfida Brandon Nakashima (n.33), già superato nei quarti a Delray Beach.